Il progetto vuole sdoganare l’artista dagli stereotipi sopra descritti, osservandolo nel quotidiano, attraverso il suo sguardo, le sue riflessioni sulla vita, sul mondo

di Dino Viani

Nell’immaginario collettivo spesso l’artista viene ancora percepito come un personaggio bizzaro, sui generis, ai margini della vita reale. Il suo studio, una sorta di laboratorio del Dottor Caligari, in cui produce “stranezze” di cui solo lui ne percepisce il senso, il significato.

La mancanza di educazione alla bellezza ha portato a questo, a una disattenzione storica che non considera l’artista e la sua opera come valore assoluto e imprescindibile per l’arricchimento culturale, morale e spirituale, di un paese. Basti pensare alla Grecia antica in cui la civiltà di un popolo era misurata dalla produzione di bellezza.

Mai come in questo momento storico che stiamo vivendo, venuti meno i riferimenti morali e politici, pieno di conflitti e contraddizioni, il ruolo dell’artista può essere determinante per la comprensione profetica della storia nel suo divenire. Tracciare, attraverso la sua visione lucida, a volte scomoda, le coordinate della vita futura.

“Specchio”, ha questo obbiettivo: restituire all’artista il ruolo che merita in una società moderna, consapevole, civile.

Il progetto vuole sdoganare l’artista dagli stereotipi sopra descritti, osservandolo nel quotidiano, attraverso il suo sguardo, le sue riflessioni sulla vita, sul mondo. Per tornare a comprendere quanto sia importante il suo “urlo” il suo allarme, che a volte viene percepito come “fastidio” e che non è altro che un grido d’amore per un mondo migliore.

“Specchio” è una sorta di “Comizi d’amore” di pasoliniana memoria, per ricordare alla creatura umana che per essere tale deve ritrovare la strada maestra dalla quale ha smarrito la direzione.

In virtù di queste riflessioni ho iniziato a cercare di capire come avvicinarmi a ogni singolo artista, non solo dal punto di vista della sua epressione autoriale, ma soprattutto umana con la consapevolezza di non voler restituire la sua opera con un linguaggio documentaristico ma autoriale, appunto: fare arte dentro l’arte, trovare le coordinate di un cinema di poesia che mi consentisse di indagare ogni artista attraverso il mio sguardo.

Una “regia a scomparsa” che somigliasse all’azione dei vecchi sarti di campagna che una volta entrati nelle case contadine non ne uscivano prima di aver confezionato su misura gli abiti per tutti i componenti della famiglia.

È un viaggio emozionale meraviglioso, un confronto e uno scontro con le mie certezze che di volta in volta vengono messe in discussione in quanto ogni artista è un portato a sé di esperienze culturali, umane e culturali.

Questi, i  cortometraggi sinora realizzati con la mia regia tra  la fine del 2020 e l’aprile del 2022 – nell’ambito del progetto Specchio ARTE varato nel 2020 dalla Fondazione Aria (https://www.fondazionearia.it)  –  dedicati ad artiste ed artisti abruzzesi:

DINO COLALONGO “Verde Mare”
https://www.youtube.com/watch?v=evb21yBF-Mk

FRANCO SUMMA “’νόστος – Ritorno’
https://www.youtube.com/watch?v=hssKuGnymBs

ANGELO COLANGELO “Carne Viva”
https://www.youtube.com/watch?v=TrrurUP5T9c

ALBANO PAOLINELLI “Il sole sorge dall’acqua”
https://www.youtube.com/watch?v=gTzhc7cq7sM

LEA CONTESTABILE “Controvento”
https://www.youtube.com/watch?v=gszQ7Q47SyY

GIULIA NAPOLEONE “Blu”
https://www.youtube.com/watch?v=Q3JaOQ0dbZw

NOTA REDAZIONALE

Nel sito ufficiale della Fondazione Aria (https://www.fondazionearia.it), si può tra l’altro leggere: «Fondazione ARIA è un moderno cenacolo culturale, aperto a nuovi incontri.

Dall’unione di manager, professionisti e intellettuali nasce un programma di attività che promuove il territorio abruzzese attraverso il linguaggio dell’arte contemporanea internazionale.

La nostra proposta culturale si realizza in un programma di eventi tesi a valorizzare l’enorme patrimonio umano, culturale, storico, architettonico e ambientale della regione Abruzzo. Lavoriamo per far nascere incontri fra realtà distanti per sensibilità e tradizione, convinti che nel dialogo risieda la capacità di attivare nuove energie creative ed imprenditoriali».

Per quanto concernente specificamente il progetto “Specchio Arte” cui fa riferimento il film maker Dino Viani – sostenuto dalla Fondazione Aria presieduta dallo scrittore Dante Marianacci e facente parte del  team costituito da Giovanna Dello Iacono, Paolo Dell’Elce, Antonio Zimarino – eccone le finalità culturali: «“Specchio” vuole identificare quel luogo virtuale, ma per molti aspetti tangibile, in cui l’atto umano del guardare l’altro, del guardare se stessi, e del reciproco guardarsi, diventa riflessione e immagine. In questo caso gli sguardi che interagiscono con gli artisti scelti sono quelli di altri autori: un cineasta, un fotografo, uno storico dell’arte ed un esperto di comunicazione. Ognuno di loro guarderà questi artisti specchio, e cercherà attraverso il proprio punto di vista di mediare l’immagine che ciascun artista specchio restituisce al mondo. Specchio è la tabula rasa da cui ripartire per una ridefinizione degli eventi passati alla luce di uno sguardo attualizzante e con una particolare attenzione alla memoria e al vissuto di ogni protagonista, dove ogni aspetto individuale dell’artista e della sua opera possa estendersi alla collettività come rinnovato patrimonio culturale.

Lo scopo del progetto è quello di salvaguardare il percorso di ogni artista non solo dal punto di vista creativo, ma anche umano e di avvicinare il pubblico al mondo dell’arte, al cammino che ogni artista ha compiuto e compie nel realizzare la sua opera. La macchina da presa “entra” nel mondo dell’artista, nei loro studi e laboratori per mostrare da vicino la necessità imprescindibile di ogni artista di produrre bellezza come essenza salvifica dell’intera umanità. La testimonianza orale dalla viva voce degli artisti protagonisti, oltre al supporto dell’immagine, sarà un corrispettivo narrativo emozionale per raccontare la loro storia personale sullo sfondo del periodo storico in cui hanno interagito».

L’immagine, nel paginone, si riferisce al regista Dino Viani fotografato da Paola De Pillo.