Di fronte all’orrore della guerra in atto tra Russia e Ucraina con centinaia di migliaia di morti, è stato per me necessario esprimermi e prendere posizione: di carattere prettamente umanistico ed esistenziale
di Francesco Guadagnuolo
Ricapitolando. Il 28 luglio 1914 e l’11 novembre 1918, sono le insanguinate date di partenza e di arrivo della Prima Guerra Mondiale. La Germania stava vivendo un’intrinseca decadenza dopo un’epoca di crescita economica, con una classe borghese oppressa dalle rivolte operaie. L’arte era condizionata dall’Espressionismo, movimento che manifestava un generale malessere di vita cercando di esprimere i sentimenti degli artisti riguardo a ciò che percepivano: un’arte di evidente conformazione esistenziale. La guerra incombeva e avrebbe determinato anche l’analoga sorte dell’arte; tanti si aspettavano attraverso essa un’espiazione risolutiva.
Molti artisti entrarono volontari nell’esercito credendo all’azione belligerante. Questo modo di pensare, presto svanì e le atrocità dei conflitti presero il sopravvento allontanando qualsiasi ideale: Otto Dix, George Gros e lo scultore Ernst Barlach, una volta ritornati nella terra natia, si sentirono intimamente snaturati dalla desolante pratica belligerante e si misero a dipingere e scolpire con la loro testimonianza gli orrori della guerra. Tanti morirono come Franz Marc, altri, come Ernst Ludwig Kirchner, con l’avvento del nazismo, crollò in un disagio depressivo, suicidandosi.
Anche in Italia col Futurismo diversi artisti scelsero di entrare volontari nell’esercito su sollecitazioni ideologiche, mentre, altri, per descrivere la guerra attraverso le loro opere.
Dall’1 settembre 1939 al 2 settembre 1945, anche la Seconda Guerra Mondiale ha “partorito” opere concepite da artisti che testimoniarono gli strazi dei popoli nella loro sofferenza. Alcuni di essi, in opposizione ai regimi dittatoriali, effigiarono composizioni di notevole importanza. Pablo Picasso concepì “Guernica” per mostrare gli orrori del lancio cruento di bombe dagli aerei tedeschi sul centro abitato, facendo oltre millecinquecento morti e quasi mille feriti civili. Anche Salvador Dalì dipinse opere sulla guerra civile spagnola. Perfino alcuni artisti italiani come Renato Guttuso e Aligi Sassu raccontarono la guerra del regime franchista. Inoltre Guttuso rivelò i massacri dei nazisti e l’orrenda reclusione di via Tasso a Roma. Renato Natali dipinse le distruzioni e le afflizioni degli abitanti di Livorno.
Il 24 febbraio 2022, nel tragico oggi del XXI secolo, mentre la pandemia da Coronavirus mieteva milioni di esistenze, l’Europa si è ri/trovata con una guerra alle porte, facendola precipitare negli incubi del passato.
Di fronte all’orrore della guerra in atto tra Russia e Ucraina con centinaia di migliaia di morti, è stato per me necessario esprimermi e prendere posizione: di carattere prettamente umanistico ed esistenziale. Ho sentito, come artista, il bisogno di esternare – con il linguaggio proprio dell’arte – la crescita esponenziale di un malessere (dell’incivilimento contemporaneo) mostrandone l’intimismo sociale e collettivo, effigiando lo stato d’animo di una dimensione umana in regresso, bisognosa sì di una nuova base ragionatrice. Peraltro, una società già messa in ginocchio dalla pandemia e lacerata con la guerra, ci ha lasciato un pervasivo senso di smarrimento nelle coscienze, modificandone la percezione di sé. Ho reagito di fronte a tutto ciò, avvalendomi del mio idioletto transrealista per smascherare il trionfo della demenza celebrale della condizione umana. La parola che ne fuoriesce è ‘disperazione’: vale a dire una dimensione psichica in cui ciascuno si cela, dietro ingannevoli esteriorità nello sconfessare gli attinenti principi etici e morali.
Portfolio di Francesco Guadagnuolo
Dipingendo, scolpendo e componendo installazioni, ho cercato il residuo di un’Umanità, con la U maiuscola, che non sussiste più.
Nella mia carriera artistica ho anche documentato altre guerre, interpretando, nei vari cicli, scene e aspetti della lotta armata con spirito e linguaggio moderno, svelando violazioni dei diritti umani e crimini di guerra, a mo’ di una testimonianza visiva storica. Tra essi, basti qui ricordare il golpe in Russia nel 1991, i conflitti tra palestinesi e israeliani nel 2000, il crollo delle Torri Gemelle negli Stati Uniti l’11 settembre 2001, il ritorno al potere dei talebani nel martoriato Afghanistan nel 2021, sino alla recente guerra Russia-Ucraina, costruendone nel mio stile transrealista un nuovo linguaggio.
Come artista umanitario e Ambasciatore di Pace dell’Universal Peace Federation – ONG accreditata con “Special Consultative Status” presso il Consiglio Economico e Sociale (ECOSOC) delle Nazioni Unite, commento le mie ultime dieci opere realizzate on real time e che raccontano gli infausti eventi: dall’inizio delle ostilità sino allo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina.
Le opere qui proposte – com’è ben visibile nella videoproiezione – a volte possono sembrare molto cruente, lasciandoci un amaro in bocca se pensiamo alle migliaia di civili e bimbi massacrati, soldati uccisi, intere città distrutte, il patrimonio culturale in rovina. Ci si chiede: tutto ciò si poteva evitare?… Per che cosa? … Per aver fatto una guerra inutile!
Il ciclo ha i connotati etico-estetici di un mio Memorial. Una volta finito il conflitto, mi auguro possa essere collocato in una qualsiasi città del mondo in quanto questa guerra contro il popolo ucraino e le altre che infestano l’intero pianeta, appartengono a tutti. Un modo semplice per affermare ad alta voce: mai più guerre nel mondo!
***
- 13 febbraio 2022 – “Russia e Ucraina, l’ombra dell’alienazione. Energia: principio di vita o espediente di guerra”.
La mia installazione, realizzata prima che scoppiasse la guerra, intendeva far riflettere che con l’eventuale attacco da parte della Russia contro l’Ucraina e le ostilità con la Nato, il gas, il petrolio, l’energia e gli inceppati colloqui della diplomazia politica, la situazione geopolitica poteva precipitare. L’Unione Europea è una grande acquirente di gas e di energia dalla Russia, con il petrolio che continua a salire di prezzo. Ormai i costi del gas e dell’energia già ci sconcertano, essendo fuori da ogni normale regola. Con quest’opera ho cercato di rendere visibile l’elettromagnetismo e il gas, fonti incorporee.. Ho intriso l’elettricità ad una percezione di carattere esistenziale, attuando una ricerca simbolica sulle problematiche del caro gas e dell’energia che sovrastano l’incognita: dove arriveremo? In basso le spighe di grano indicano metaforicamente l’Ucraina, il granaio d’Europa. Il teschio umano sovrasta il mondo come dire che davanti alla guerra c’è solo il nulla: la morte. Infatti, il globo, nell’opera, rappresenta il mondo, che in caso di conflitto, sarebbe forse coinvolto nella sua totalità. Arte e politica – connubio globale in questa installazione – dovrebbe stimolare, nel guardante, percezioni ed impressioni di effetto e dovrebbe chiarire ciò che intende significare: rappresentazione mentale di liberazione. L’arte dopotutto è energia e libertà, sopravvive perché ha la vitalità della condotta dell’ingegno, com’è stato nel passato, nel presente e sarà ancora nel futuro, nonostante le avversità della vita.
- 26 febbraio 2022 – “24 febbraio 2022 [una guerra inutile]”.
Essa è a difesa del popolo ucraino e di coloro che sono stati uccisi solo perché aspiravano alla loro libertà. La grande tela interpreta un’azione pittorica che crea un’accentuata dinamica di attrazione per i forti accordi cromatici, dove ‘scrittura e gestualità’ coabitano nella stessa “Mens” dell’artista. Una convulsione motoria del gesto che vuole significare vita e lotta per la vita. La composizione di quest’opera è divisa in riquadri che in realtà formano un tutt’uno dove sono visibili le prime pagine di alcuni quotidiani italiani del 25 febbraio 2022 che descrivono il primo giorno di guerra. I caratteri tipografici cubitali delle testate giornalistiche diventano elementi visivi e comunicativi nel dipinto stesso.
3. 28 febbraio 2022 – “…Siamo a Kiev. Difendiamo l’Ucraina”.
Nell’evo dei social, il Presidente Zelensky impiega il suo smartphone per rendere pubblico il contatto con il popolo ucraino e per fare conoscere che è rimasto vicino a loro per difenderli. L’opera risulta trans-metafisica. Si percepisce il silenzio più assoluto inondato di luce artificiale transreale che avvolge il Presidente Zelensky e i suoi ministri in un momento della notte. Si avverte anche un sentimento nuovo, un’inquietudine che non è enigmatica come nella metafisica dechirichiana; piuttosto evoca un’atmosfera, con figure di uomini che sembrano trovarsi dentro il quadro come per un incantesimo. L’opera è divisa in tre parti: al centro la mappa dell’Ucraina vista dal satellite, in alto un caccia russo vola minaccioso in un cielo crepuscolare ma pieno di nuvole ombrose, quali presagi di azioni di guerra.
- 6 marzo 2022 – “Il bimbo morto”
Nella scultura-installazione vediamo il viso angelico del bimbo, la testa reclinata, braccia e mani riversi lungo il piccolo bacino nell’immobilità più assoluta. Il bimbo gronda di colore rosso per il sangue versato; ormai esanime, si trasfigura in un raccapricciante “memento”, appoggiato com’è nel bianco glaciale del marmo in un solitario obitorio. Al centro, come dimenticati, i simboli della morte: due proiettili di kalashnikov usati nelle guerre moderne, stanno in piedi come vettori-sentinelle puntati verso il nulla di una guerra insulsa.
- 12 marzo 2022 – “Lo sguardo fisso nel vuoto”.
Una scultura colta in un drammatico delirio per afferrare le ansie e gli orrori dell’essere umano di fronte alla guerra. Un bulbo oculare perforato, la cute secca, le labbra gonfie, il volto dilatato e oscuro. Ci troviamo di fronte al ritratto dello smarrimento e di conseguenza della morte, una scomposizione della realtà in frammenti, che ci lascia con l’aspro in bocca per il fallimento politico di non essere riusciti a fermare la guerra.
- 16 marzo 2022 – “Morte e Rinascita del popolo ucraino”.
Omaggia i patrioti eroi e la bandiera Ucraina: si presenta con un grande tronco di albero bruciato dai bombardamenti, comunicando l’occupazione di uno stato libero ed esprimendo una sentita solidarietà al popolo in segno di partecipazione e di cordoglio. Il tronco d’albero si tinge dei colori della bandiera ucraina innalzandosi verso il cielo. In basso, l’albero, nasconde un cranio umano diventato rosso per la brutale violenza, simbolo di sangue e morte. Circonda il teschio una ruota dentata, quale rappresentazione dei cingoli che muovono i carri armati russi: qui gira un cavallo a dondolo evocante i tanti bambini morti, resti di una giostra con la quale non potranno più giocare. Accanto, un’abbandonata bottiglietta di Coca Cola che inscena l’Occidente. In alto sta per prendere il volo una farfalla, simbolo di libertà e democrazia. Nella parte posteriore del monumento-installazione un cuore attorniato da filo spinato, con una mano materna che sembra accarezzarlo, come dire che il sentimento di un popolo non può essere accerchiato. Nella base del tronco la purezza del bianco, con all’interno il numero 79 di bimbi morti, numero che cita simbolicamente il discorso – in collegamento/video – del Presidente ucraino Zelensky durante la manifestazione di Pace del 12 marzo 2022, in piazza Santa Croce a Firenze: «Chiediamo di ricordare il numero 79, i 79 bambini uccisi dalla guerra, 79 famiglie distrutte. Dobbiamo fare in modo che questo numero non aumenti e che nessuno lo dimentichi». Purtroppo, non è andata così!
- 20 marzo 2022 – “Il Teatro di Mariupol”.
È un dittico. Il teatro è un edificio di cultura, con il quale si mostra l’identità di un popolo. È luogo che illumina le coscienze, la civiltà e la dignità di una Nazione. Averlo distrutto con i bombardamenti, è come assistere alla fine della cultura ucraina, in quanto esso è arte e vita, circolazione del pensiero umano. Da aggiungere inoltre, la triste conta delle numerose vittime e feriti, bambini compresi, che qui avevano trovato rifugio per salvarsi.
- 7 aprile 2022 – “L’abbandono”.
Ho inteso raffigurare una sorta di un mio Manifesto di Pace. Dipingere la guerra, non è come ritrarre un bel paesaggio; mi sono sentito turbato dalle azioni belligeranti criminali russe, affidando il mio stato d’animo alla silente eloquenza dell’immagine. La donna ha in braccio il suo bambino morto a seguito dello scoppio del missile recante la scritta “per i bambini”, scritta che lascia inorriditi. In basso sono visibili le schegge delle bombe e la stazione ferroviaria danneggiata. Un manifesto di Pace, per divenire un manifesto di tutte le carneficine degli innocenti della storia, può attingere all’urlo di reazione di una madre, dal disperato e disperante pathos.
9. 23 aprile 2022 – “Odessa. Fuoco sul Mar Nero”
Nell’attacco al porto sul Mar Nero, le navi russe fanno fuoco contro la città colpendo case e i palazzi più limitrofi al litorale. Intanto la nave ammiraglia Mosk, colpita da missili, va in fiamme in un mare in tempesta. Il trittico intende esprimere la violenza sulla natura costiera, in un vortice dinamico di forti colori blu alternanti da brucianti rossi. Si scorgono sulle spiagge missili inabissati e nei pressi qualche brandello di costruzione. Qua e là segni di vita s’intercettano. La natura “del e sul” mare è stata violentata.
- 25 aprile 2022 – “Il Dittatore”
È una scultura senza volto, senza espressione, glaciale, ponendo a nudo la miserabilità intellettuale e la selvaggia aggressività. Dal viso scaturiscono solo forme primordiali di lame taglienti, che tagliano minacciose chi osa guardare o protestare schiacciando qualsiasi libertà e democrazia, con attorno ed all’interno del perimetro umano i residui della miseria umana del personaggio effigiato (una mente incline alla guerra è già arcaica). Il colore oro delle lame indica idolatria di potere, narcisismo e ricchezza economica. Il biancore delinea l’apparire del perimetro facciale di chi, ipocritamente, si nasconde per sembrare colomba.
Scrivi un commento