È possibile giocare al détournement del détournement situazionista, baloccandosi tra underground e overground? Senza compromessi con il sistema?

di Ermanno Senatore

Dopo la cannibalizzazione commerciale dell’artista morto, adesso è l’ora della cannibalizzazione dell’artista da vivo! Speculazioni su Basquiat!

Milioni di dollari alle aste commerciali del mercato dell’arte internazionale.

Ormai una nuova economia è entrata prepotentemente, con rottura distruzione (!) nell’economia neo-capitalista: antichi modi di scambi sono soppiantati o stanno per essere soppiantati!!

Una iconomia di cui l’attenzione costituirà la prima rarità, preziosa fonte di valore!

A cosa somiglierà questa economia dell’attenzione??? (1)

Quali nuovi mezzi, utensili, logiciels sono necessari per carpirne, coglierne i meccanismi?

Cosa bisogna fare per subire il meno possibile questo nuovo modo-mondo di dominazione biopolitica culturale d’artificazione delle società dello spettacolo ormai integrato?

Dalle neuroscienze alla sociologia, dalla creazione di logiciels alla filosofia etica, una grande diversità di discipline è convocata per capire agendo.

Per chiarire quest’economia dell’attenzione a partire dalle multiple prospettive critiche, non lasciare alle sole logiche ultraliberali, neocapitaliste, gestire questo pensiero neoglobale dominante!

Culturama ufficiale dell’economia dell’attenzione! Non permettere alla censura di un algoritmo di bloccare l’accesso a tutti della memoria, della storia, in una nuova biblioteca d’Alessandria (Amazon)… Pensare al destino delle prossime generazioni a venire!

Contro la colonizzazione degli spiriti-menti-mondi del peggiore mondomigliore (2), In una società sommersa dalle informazioni, per meglio distrarci, distoglierci dalla complessità, manipolare le nostre scelte…

Dov’è l’arte che produce “ecologia” dell’attenzione?

Il capitalismo artistico impera nel mondo immaginario collettivo!

Grandi magazzini scenografati come gallerie d’arte!

Oggetti del quotidiano stilizzati secondo le tecniche del design!

Sfilate di moda concepite con sontuose scenografie!

Divertimento di massa strutturato intorno allo starsystem della moda neglobale, dello show business!

Un mondo nuovo emerge dalla nuova società dell’apparire!

Immagini totali: dove il medium resta solo messaggio; senza energia! Svuotato del senso proprio dell’arte originaria: poetica, critica sociale, rivolta!

Installazioni, performances d’artisti del sistema arte/culturama dominante!

Slogans pubblicitari! Logo di marche! Tipici delle pratiche del marketing management!

Una nuova cartografia transestetica avanza nello spettacolo integrato! Artisti della business/art si rappresentano come dive dello starsystem!

Imperativi artistici, ingiunzioni estetiche, sintomi virali, osservabili in domini estesi: come il turismo, i cosmetici, il culturismo. Rari i settori non risparmiati da questi interventi estetico-artistici del marketing art system!

L’arte diventa strumento di legittimazione delle marche di lusso! Riconoscenza sociale, gratificazione simbolica!

Un sistema predatore che ingloba ogni forma di arte nuova, per suoi fini commerciali! Vorace “light, soft power”?

Tutto è light, effimero leggero: Nice power? Un capitalismo artistico-mercantile-finanziario-cognitivo, che monopolizza ogni forma di creazione che dovrebbe essere r-innovatrice o fonte di trasgressione ribelle?

La ”ribellitudine”diventa moda nel loro sistema! Perdendo ogni forma di rivolta; come lo furono i movimenti del post 900. Un’arte investimento?

Speculazione dell’arte contemporanea ufficiale visibile-dominante!

L’arte diventa gassosa, liquida, eterea, leggera, light cocacola!

Alcool senza alcool!?

Artificazione!

Processo di trasformazione: dall’arte in non arte!

Oggetti qualunque che diventano arte: in accordo con specialisti ed artisti complici dell’arte contemporanea ufficiale visibile dominante delle istituzioni pubbliche e private del sistema del culturama/artistorama dominante!

Gli artisti di una volta: dandy, aristocratici bohemiens, proletari per rabbia, restano, alquanto perplessi. Partecipare oppure essere in soustraction?

Fuori dal gioco e restare invisibili?

To be or not to be! L’arte sistema, ormai al plurale?!

Complesse plurisituazioni, molteplici sfaccettature esponenziali! Managers, entreprises d’artisti come i J. Koons etc, dominano i massmedia, i libri, i testi, il mercato, dove tutti, per danaro o riconoscenza simbolica si prestano al gioco!

Marketing cultura?

Market art?

Capitalismo artistico trans/estetico; che ingloba anche artivisti, anartisti, artisti che una volta erano i marginali dell’underground… ex seguaci di Diogene!

Una società saturata da messaggi immagini… dov’è l’arte che produce “ecologia” dell’attenzione?

Tropismo estetico, che cerca di riappropriarsi del capitale dell’attenzione per accumulare relazioni, per rinnovare produzione-ridistribuzione mercantile!

Tutto è merce: anche la poesia della scrittura-pittura della storia dell’arte moderna, post moderna, rivolta sociale, poesia critica… viene assorbita nella società dello spettacolo integrato?

Homo economicus? Homo aestheticus?

Come fare ancora dell’arte in questo, semio-capitalismo?

È possibile giocare al détournement del détournement situazionista, baloccandosi tra underground e overground?

Senza compromessi con il sistema? Restando liberi di fare poesia, arte, produrre artefatti?

Senza nostalgie!

Autonomia artistica per una élite di masse critiche! Certamente non quella parnassiana dell’élite aristocratica dei romantici del 900!

Come uscire da questa aporia? Praticare la visibilità oppure restare fuori, ai margini?

Sottrazione o addizione critica?

Come riportare un momento di riflessione arti/poetica al mondo che ci circonda?!

Come resistere all’industralizzazione dei mondi simbolici? Alla culturarizzazione/artializzazione?

L’homo economicus diventa l’homo estheticus neoliberale? L’artista di una volta viene sorpassato da un’artistocrazia di masse non critiche. (Il contrario delle masse critiche volute, sognate, da Felix Guattari o dei divenire rivoluzionari deleuziani!).

Un’arte diffusa, mondi reali virtuali, di amateurs/dilettanti/artisti?

Artistocrazia di massa! Una volta, pubblico spettatore.

A volte, pubblico educato in compartecipazione. In una complicità tra il regardeur e l’artista!!!

Gli artisti pittori della domenica saranno gli artisti di domani?

Aiutati dalle facilità espressive delle nuove tecnologie?!

L’arte detta contemporanea del nuovo tecnocapitalismo cognitivo!!

Fotomania di vita banale quotidiana in overdose, come su facebook, twitter del web mondo 003! Overdose d’immagini gettate nel vuoto del web mondo-people, che ricicla tutto per fare danaro!

Milioni di dollari sulla nostra intimità, vita privata di una volta!!

Tutto è pubblico! La trasparenza per noi tutti, non certo per i potenti della governance mondiale e locale!

Una raccolta di mega-dati sul nostro banale quotidiano; scelte, speculazioni, commerci sui nostri I like, I selfie.

Mi connetto dunque sono!! Business del gusto privato diventato pubblico?

Guerra tra i potenti del web-wide-world (GAFA, e McIntosh)!

E noi, in mezzo al guado: consumatori passivi, schiavi a venire… In questa concentrazione delle potenze della net economia “I/conomia”, in queste odierne “democrature” (il twitterpresidente Donald Trump), senza contro-poteri, controllo cittadino… come nelle democrazie originarie!…

Arte modesta?? La fine dell’arte e/o l’arte della fine? L’artista è morto, l’autore anche!

Dopo l’arte per gli dei, l’arte per i principi… l’arte per il mercato della nuova aristo-borghesia-neo-liberale?

Ideologia alla moda!?

Una ipotesi tra underground e overground! Deterritorializzare riterritorializzando l’immaginario del mercato per una revisione critica come facevano i situazionsti, dada, ecc.??

Détournement del détournement?

Per artigiani contemporanei, creativi culturali cyberdada a venire.
In una rivoluzione molecolare, ecosofia arti-poetica suggerita dal ”the critical thinking” della ”french theory “.

Infine, restare critici, partecipando alla Disruption. Cioè, l’accelerazione dell’innovazione tecnologica, cercando altre piste teoriche per artisti creativi resistenti culturali, cyberdada a venire!

Nuovi creativi come NEO, il personaggio resistente del film Matrix!?
Creare nuove alleanze culturali in questa rivoluzione molecolare.

Creativi culturali cyberdada, net/dada, web/dada, blogd/dada, new dada o post dada, situazionisti neofuturisti a venire!

Senza etichette .

Per un’altra “individuazione psichica collettiva”!

Je est un AUTRE d’Arthur Rimbaud!!!

Il contrario dell’artista nuovo postmodern di quest’arte contemporanea ufficiale dominante!! Zombie artist? Market art?

Complici dell’ideologia neo-liberale alla moda; salsa ideologica globale dominante! Prede e complici di speculazioni borsistiche e finanziarie! Dopo l’artista maledetto romantico é l’ora dell’artista entreprise come Jeff Koons, etc???!

Ma un’alternativa esiste, resiste: a questa morte dell’artista-autore!

Dopo l’artista pittore è l’ora della morte del musicista jazz autore? Già nei massmedia della società dell’immagine totale si intravedono concerti di robots … Un’alternativa avanza! Je est un autre d’Arthur Rimbaud!!

Si intravede una resistenza-intelligenza collettiva.

Una marea di avatars, alias, gruppi in incognito di creativi culturali; pseudonimi, moltiplicazioni di identità virtuali, come il gruppo cyberdada, banda di anonimi ricercatori creativi articulturali, sulla scena dagli anni ottanta ai nostri giorni!

Scrittori, come Elena Ferrante in Italia; Wu Ming, Luther Blisset… e tantissimi anonimi, pirati, creativi, poetici; buoni hackers, (non crakers: i pirati criminali banditi che approfittano delle libertà del darknet alternativo per i loro business, commerci illegali)!!

Come gli Anonymous, les lanceurs d’alerte, sentinelle cittadine (Julian Assange, Edward Joseph Snowden, ecc), che sono al cuore dei cambiamenti e delle mutazioni recenti nei mondi plurali dell’arte e della società dell’informazione!

Una storia segreta delle controculture che propone un’altra maniera di fare dell’arte!

Un’intelligenza arti-culturale di gruppi e movimenti di anonimi artisti creativi.

Perché l’arte resta e resterà, sempre: politica, rivolta, critica sociale, poesia!!…..

***

(Work in progress in forma di rap- slam per cyberdada ghost art radio / Copyleft attitude)

NOTE

(1) Sull’economia dell’attenzione consultare T. Davenport, B.John, Y. Citton.

(2) Adlous Huxley.