Con la messa online di questo quarto numero trimestrale di ZrAlt!, il primo giro di boa annuale è stato superato con successo. La difficile scommessa iniziale, al momento, è stata pertanto vinta. Non altrettanto può affermarsi per auspicabili, quanto radicali cambianti socio-economici (su scala  planetaria) che consentano una più equa e meno disumana ripartizione delle risorse disponibili. Ad iniziare dal cibo, dall’acqua, dalla tutela della salute e dalla salvaguardia naturalistica d’un habitat ecocompatibile.

Si è avuto modo di scrivere già nei precedenti editoriali, come il punto debole per una svolta epocale “a misura d’essere” vivente che sradichi una volta per tutte le aberranti anomalie di questo errabondo pianeta vagante tra un tempo spazio e l’altro, stia annidato nella mente malata di dittatori della prima e dell’ultima ora, degli straricchi mangiatutto, dei corruttori e corrotti moltiplicatisi, soprattutto in Italia, come i pani ed i pesci della parabola evangelica.

Esiste poi una strettissima correlazione tra le catastrofi naturali che mettono ancora più a nudo le laceranti contraddizioni da cui sono ulteriormente colpiti i poveri ed i diseredati, e quelle psichiche. Catastrofi, queste ultime, di matrice legata non solo agli scombussolamenti terrestri, ma il più delle volte generate da fallimenti affettivi o esistenziali.

Perché singoli individui precipitano, da un giorno all’altro, nel baratro dell’immondezzaio sociale, risucchiati troppo spesso come sono dal sirenico canto di droghe leggere o pesanti che siano?

La ragione di fondo sta tutta nell’abdicazione, nel ripiegamento autistico di un carattere che si è arreso una volta per tutte.

A renderci edotti di questo passaggio cruciale per una più pertinente comprensione delle tante, troppe derive esistenziali, sono alcune illuminanti annotazioni gramsciane, scritte in uno dei suoi Quaderni dal carcere, rese note per la prima volta nel 1975 nell’edizione einaudiana curata da V. Gerratana:

«[…] Come ho  cominciato a giudicare con maggiore indulgenza le catastrofi del carattere. Per esperienza del processo attraverso cui tali catastrofi avvengono […] Chi, trovatosi d’un tratto dinanzi alla sofferenza, prima ancora di soffrirla o all’inizio della sofferenza, muta atteggiamento, non merita indulgenza. Ma il caso si pone in forme complesse. Ora il movimento “molecolare” è il più pericoloso, ché mentre mostra nel soggetto la volontà di resistere, “fa intravedere” (a chi riflette) un mutamento progressivo della personalità morale che ad un certo punto da quantitativo diventa qualitativo: cioè non si tratta più in verità, della stessa persona, ma di due […]».

Continua poi, il grande pensatore sardo, con uno straordinario esempio che calza a pennello con ciò che è successo “realmente” agli aquilani dopo cinque anni dal sisma, sventurati cittadini tuttora diasporizzati e per di più privati quasi totalmente della loro identitaria città storica:

«[…] Si sente dire: “Ha resistito per cinque anni, perché non per sei? Poteva resistere un altro anno e trionfare”. […] La verità è che l’uomo del quinto anno non è quello del quarto, del terzo, del secondo, del primo, ecc.; è una nuova personalità, completamente nuova, nella quale gli anni trascorsi hanno appunto demolito i freni morali, le forze di resistenza che caratterizzavano l’uomo del primo anno […]».

Non a caso, due articoli del n. 4 di ZRAlt! sono dedicati in modo diretto o indiretto alla catastrofica tematica gramsciana, controbilanciata, com’è consueto nella rivista, da quella creatività antagonista fatta affiorare in mille e mille modi da testi, immagini ed apporti multimediali.

Nello scritto, nel portfolio e nello scaricabile PDF di supporto al titolo Omaggio a don Andrea Gallo di Pino Bertelli, l’“opera umanitaria” dello straordinario prete, scomparso un anno fa, e della sua dolente Comunità di S Benedetto al Porto di Genova, sono tratteggiati con rara leggerezza calviniana. Il recupero storico-culturale di un’altra “resistente” figura a tutto tondo qual è stata quella del caricaturista e disegnatore satirico Giuseppe Scalarini, vittima anch’egli come Gramsci della disgraziata dittatura fascista, è emerso dalla mostra a lui dedicata, recensita in Giuseppe Scalarini: il segno cancellato di Lucia Piccirilli.

Ancora metaforici scarti (non solo umani) emergono dall’apporto creativo concentrato in Questioni di scarti di Giovanni Fontana: qui l’affermato poliartista da decenni attestato sul versante della ricerca d’avanguardia, esplora gli anfratti d’un entropizzato linguaggio con il triplice medium della scrittura, dell’opera e d’una coinvolgente  performance “a una mano (Fontana) e due voci (Fontana e Nanni Balestrini)”, ben documentata nel video proposto.

Un punto nodale della Storia dell’arte moderna e contemporanea è sciolto, con epigrammatica maestria testuale, in L’opera d’arte come singolarità catastrofica di Antonio Del Guercio. Da par suo, l’insigne storico dell’arte riesce a fare la chiarezza necessaria tra gli unificanti vagheggiamenti storiografici incentrati su un’analisi estetologica dell’opera d’arte e quella dello zoccolo duro della sua non irreggimentabile realtà.

Gli ulteriori quattro interventi, scaturiti da quel laboratorio creativo emerso con forza dalle inamovibili macerie del pompeiano centro storico dell’Aquila, spaziano ancora dalle arti visive (pittura e fotografia), alla critica d’arte ed alla musica. Universo in ri/costruzione di Antonio Gasbarrini, Come rileggere una città distrutta in compagnia dell’arte contemporanea di Enrica Cialone, Sale Chiodato di Paolo Rosati e Clic de “L’Aquila [sur]reale” nell’impalato centro storico di Carlo Nannicola si rincorrono ed intrecciano, infine, con polifonica e rivitalizzante energia creativa.

INDICE BINARIO *

Fotografia
Omaggio a don Andrea Gallo di Pino Bertelli
1 portfolio + 1 catalogo
Clic de “L’Aquila[sur]reale” nell’impalato centro storico di Carlo Nannicola
1 portfolio + 1 reportage

Storia dell’arte
L’opera d’arte come singolarità catastrofica di Antonio Del Guercio
1 video + slides

Mostre
Universo in ri/costruzione di Antonio Gasbarrini
1 catalogo
Giuseppe Scalarini: il segno cancellato di Lucia Piccirilli
1 reportage + 1 catalogo + 1 dossier

Performance
Una questione di scarti di Giovanni Fontana
1 video + 1 reportage

Musica
Sale Chiodato di Paolo Rosati
1 video + 1 reportage

Tesi magistrale
Come rileggere una città distrutta in compagnia dell’arte contemporanea di Enrica Cialone
Slides + links

Per gli apporti multimediali al n. 4 di ZRAlt! (primavera 2014) si ringraziano, tra gli altri, Pino Bertelli, Giovanni Fontana, Comitato 3e32, Paolo Rosati, Luca Bucci, ©Hermes Intermedia, ©DEd’A srl Roma – Edizioni, Antonio Gasbarrini, scalarini.it

ALCUNI  TITOLI DEL PROSSIMO NUMERO DI ZRAlt!

Pino Bertelli Arnaldo il delinquente
Anna Maria Giancarli Mario Fratti: il “Diario proibito” d’un drammaturgo a New York
Luigi Fabio Mastropietro La vibrazione oscura e la manutenzione del caos
Antonio Gasbarrini L’anticatastrofico “Terzo Paradiso” di Michelangelo Pistoletto
Piercesare Stagni Mancanza – Inferno
Antonio Picariello Il porno nei mass-media come strategia di induzione alla catastrofe sociologica
Marco Fioramanti De bello cosmico