Marciare da solo, come fa il monaco buddista Toyoshige Sekiguchi, pregando e battendo un tamburello per lo Stop al nucleare e l’avvento della Pace tra i popoli
di Toyoshige Sekiguchi e Pina Calì
As we observe the increasing power of catastrophic natural disasters over the recent years, we should not be satisfied with patched preparation for them. We need to be aware that these casualties which we never experienced before are preceding signs of coming greater disaster, the war. We must stop the war. The war is caused totally by human mind and will result in killing each other. If we have merciful mind over invaluable human life and pains of other humans, the war will eventually end. The organization to raise the merciful mind in human must be built together with the mechanism to prevent the war activities. We need to train ourselves there. Essence of Buddhism, even though it contains some shortfalls and harms, is to provide merciful mind in human and to preach the social mechanism not to allow the killings of other humans and destructions. We call it “fusseishokai”. We are afraid that, unless we provide the spiritual means to our society today, the destructions and extinction will happen not only Japan but also to the world. “Bodhisattva Nichiren said in his memoir that rages seem abundant in heaven and urgent”.
On May 12 2008 several tens of thousands people lost their lives in Shisen earthquake in China and about more than three hundred casualties happened in L´Aquila G8 Summit in Italia, 2009.
In January 2010, large Haiti earthquake killed about a quarter million people. In February the Tsunami caused by Chile earthquake reached to the Pacific Ocean side of Japan. After the active volcano in Iceland erupted early April 2010, airplanes could not fly in most of Europe. Same time again a few thousand Tibetans died in Gyokuju earthquake in Chinhai district in China. A earthquake was generated in Newzealand in February, 2011.
Tsunami across the human imagination was generated in Japan on March 11 2011.
Thereby Fukushima Daiichi nuclear power plant continues an uncontrollable state.
Radioactive contamination is serious now in the world.
The world peace is left in hands of world leaders and together with environmental issues, what do we need deeply to consider?
Toyoshige Sekiguchi
Immagini d’archivio
(Translation) Poiché negli ultimi anni continuiamo ad assistere alla furia crescente delle catastrofi naturali, per poterle affrontare non ci dovremmo accontentare di una organizzazione raffazzonata e superficiale. È necessario sapere che questi disastri di cui non abbiamo mai avuto esperienza prima sono segnali di allerta, forieri di una futura e più immane catastrofe, la guerra. Noi abbiamo il dovere di fermare la guerra. La guerra è causata totalmente dalla mente umana, il cui unico risultato sarà l’uccisione del prossimo. Possedere una mente compassionevole che porti a comprendere il valore inestimabile della vita umana e i dolori di altri esseri umani significa riuscire a mettere la parola fine alla guerra. L’organizzazione deputata a sublimare una mente compassionevole nell’uomo deve essere fondata in concomitanza al meccanismo volto a prevenire le attività di guerra. Dobbiamo imparare a farlo. L’essenza del Buddismo, nonostante alcune sue pecche e carenze, consiste nel risvegliare nell’uomo un animo compassionevole e i suoi insegnamenti esortano affinché il meccanismo sociale non permetta l’uccisione di altri esseri umani e distruzioni. Noi lo chiamiamo “fusseishokai”. Temiamo che, senza le risorse spirituali oggi necessarie alla nostra società, la devastazione e la relativa estinzione colpiranno non solo il Giappone, ma l’intero pianeta. “Nella sua biografia il Bodhisattva Nichiren scrisse che in paradiso la collera infuria prepotente”.
Il 12 maggio 2008 decine di migliaia di persone hanno perso la vita nel terremoto di Shisen, in Cina, e oltre trecento persone sono morte a causa del sisma che nel 2009 ha colpito la città dell’Aquila, dove si è svolto il summit del G8.
Nel gennaio 2010, un violento terremoto ha scosso l’isola di Haiti in cui hanno perso la vita circa duecentocinquantamila vittime. A febbraio lo Tsunami scatenato dal terremoto cileno si è diffuso nell’Oceano Pacifico, raggiungendo le coste del Giappone. A seguito dell’eruzione del vulcano islandese all’inizio dell’aprile 2010, molti aerei sono rimasti a terra nei vari aeroporti europei. Sempre nello stesso periodo, un migliaio di tibetani sono morti a causa del sisma che ha scosso Gyokuju, nel distretto di Chinhai, in Cina. Nel febbraio 2011 un altro terremoto ha colpito la Nuova Zelanda. L’11 marzo 2011 un violento tsunami, la cui potenza supera l’immaginazione umana, si abbatte sulle coste del Giappone. Da allora la centrale nucleare di Fukushima Daiichi continua ad essere in uno stato incontrollabile. La contaminazione radioattiva è un grave problema attuale che interessa l’intero globo. La pace del mondo è lasciata nella mani dei leader mondiali e insieme alle questioni ambientali, su cosa dobbiamo riflettere profondamente?
Toyoshige Sekiguchi
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Toyoshige Sekiguchi è un monaco Buddista giapponese di 48 anni che partecipa ai G8, G20 e ad altri incontri internazionali legati al tema del pacifismo, marciando e pregando per la Pace, l’Armonia tra le religioni e lo Stop al Nucleare. Promuove il Movimento Mondiale “Mayor for Peace” (“Sindaci per la Pace”), nato dalla volontà dei superstiti e soccorritori di Nagasaki e Hiroshima, col tempo divenuto il nucleo del pacifismo giapponese, registrato nel 1982 presso il Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite. Movimento che punta all’abolizione delle armi nucleari entro l’anno 2020, tramite il programma “Vision 2020”. “Mayor for Peace” ha raccolto l’adesione di circa 5.000 enti locali di tutto il mondo ed è attualmente guidato dal Sindaco di Hiroshima Matsui Kazumi.
I “Sindaci per la Pace” sono perciò i paladini dell’abolizione del nucleare in tutto il mondo.
Nel 2008 il G8 si è svolto in Giappone ad Hokkaidō, isola dove Toyoshige vive con la sua comunità buddista. Da lì si sono implementati i suoi viaggi-marcia della Pace effettuati prevalentemente in concomitanza dei G8 e G20 (ma anche in altri incontri internazionali, com’è avvenuto in India nel 2005 ad Ayodhya). Nel G8 giapponese si è svolto il terzo “Vertice dei leaders religiosi per il G8”. Vi hanno partecipato una cinquantina di stranieri ed un centinaio di giapponesi. Ciò che ha indotto i leaders delle diverse religioni a incontrarsi, è stata la loro consapevolezza di una responsabilità condivisa..
Il tema principale del vertice è stato: “Vivere con la terra: messaggio dal mondo delle religioni”. Le discussioni si sono focalizzate su tre aree: vivere con la natura, vivere con le diversità etniche e prendere in considerazione i problemi dell’Africa.
Il professor Michael Shackleton (inglese, docente di antropologia all’università Gakuin di Osaka), in quella occasione ha scritto: “Tanto supporto laico conferma la convinzione che molta gente è religiosa e che i capi delle religioni ottengono più rispetto e sostegno dei leaders politici”. E ha aggiunto: “Mentre la debolezza del governo diventa evidente, le Nazioni Unite, la Banca Mondiale e altre grande istituzioni rappresentative sempre più si rivolgono alle religioni e ai leaders religiosi per comprendere e risolvere i problemi del mondo”.
In quell’incontro è stata ribadita all’unanimità la necessità di lanciare un nuovo paradigma spirituale che porti a una condivisione dei valori universali, viste le tante crisi globali che mai come in questo momento colpiscono una fetta crescente dell’intera umanità. “Riportare l’uomo al centro delle politiche economiche e sociali”: questa la loro parola d’ordine.
Nel luglio del 2009 il G8 si è svolto a L’Aquila, città sconvolta dal sisma di tre mesi prima, con i suoi 70.000 abitanti ricoverati per metà nelle tendopoli allestite vicino alla città distrutta e per l’altra metà esiliati negli alberghi della costa abruzzese.
Toyoshige Sekiguchi è stato presente nel capoluogo abruzzese durante il G8, marciando e pregando con il suo inseparabile “tamburello”. È stato ospitato presso il centro dell’Unicef, in una tendopoli.
In una delle tante email che ci siamo scambiati mi ha scritto: “ L’essenza del Buddismo, consiste principalmente nel fornire gli strumenti più idonei per far crescere una mente ‘misericordiosa’ e favorire, nel contempo, l’affermazione di un meccanismo sociale che non consente l’uccisione di altri esseri umani. Per ogni catastrofe dobbiamo essere consapevoli che disastri e vittime sono dei segni premonitori: precedono la sventura di una maggiore catastrofe che è la guerra. Assistiamo, pressoché impotenti, ad una catena ininterrotta di violenza, odio e vendette. La grande preoccupazione è che vi sono grandi quantità di armi nucleari con relativa possibilità del loro micidiale utilizzo. Non è sufficiente mettere una pezza dopo l’avvenuta catastrofe. Occorre fermare la guerra. Essa è generata dalla mente umana e si concretizza nell’uccidersi vicendevolmente. Se siamo dotati di una mente misericordiosa e riconosciamo il valore inestimabile della vita umana, la guerra finirà”.
Il G8 del 2010 si è svolto in Canada, e il monaco ha marciato da Toronto a Huntsville incontrando notevoli problemi con la polizia a causa di incomprensioni linguistiche.
Nel marzo del 2011, il tremendo tsunami giapponese, assai lontano da qualsiasi immaginazione, ha causato vittime e danni irreversibili alla centrale nucleare di Fukushima. Mi preoccupai subito per la sua vita scrivendogli una mail. Il monaco ha risposto con una mail multipla ai pochi amici europei, asserendo che intorno a lui tutto era distruzione e disperazione, chiedendoci di pregare.
Nelle successive mail ha posto varie domande su L’Aquila; chiedendomi inoltre se il Sindaco della città avesse aderito al Movimento dei Sindaci per la pace.
Trovandomi impreparata a questa domanda, ho girato la richiesta al primo cittadino, non ricevendo alcuna risposta.
Dopo svariati mesi ho appreso direttamente dalla stampa che il Comune della città de L’Aquila aveva aderito al Movimento mondiale con entusiasmo e all’unanimità da parte di tutto il consiglio comunale.
http://www.comune.laquila.gov.it/archivio3_notizie-e-comunicati_0_460_0_1.html
Nel 2011, il summit del G8 si è tenuto in Francia. Toyoshige ha marciato da Parigi a Deauville, pregando per il riposo pacifico delle persone che hanno perso la vita nel terremoto, una rapida soluzione del disastroso status di Fukushima, il consolidamento armonioso di diverse religioni, nonché l’abolizione di ordigni nucleari e delle centrali atomiche.
Prima di affrontare ogni viaggio, Toyoshige Sekiguchi prepara dei banner per divulgare il suo messaggio, li presenta quindi al Buddha ed infine digiuna per la buona riuscita del tutto. Ciò non ha impedito che durante il G20 del 2011 svoltosi a Cannes abbia avuto problemi con la polizia. Nella mail inviatami si è lamentato per aver trascorso molto tempo nei locali della polizia e per il fatto che gli è stato sequestrato il tamburo religioso, quasi fosse qualcosa di pericoloso. Fu rilasciato con divieto assoluto di sostare e pregare.
http://www.radiogrenouille.com/creations/g20-le-grand-rendez-vous-de-cannes/
Nel 2012 il G8 è stato organizzato negli Stati Uniti a Camp David. Senza riscontrare particolari problemi. In quel contesto, caratterizzato da molti dei gruppi antagonisti e pacifisti, si è distinto per la sua marcia solitaria.
Nel dicembre del 2012, il monaco, sempre con una mail mi chiese se il sindaco, visto che la città dell’Aquila aveva aderito al movimento “Mayors for Peace”, fosse stato disponibile a scrivere una lettera di invito di adesione al Movimento Mondiale per il primo cittadino di Enniskillen, città del Nord Irlanda, che si apprestava ad accogliere i vertici del G8 del 2013. In caso positivo sarebbe venuto a ritirarla personalmente.
La comunicazione con il Giappone continuava e il monaco era molto entusiasta di tornare a L’Aquila, dove il suo soggiorno del 2009 nella città sconvolta dal terremoto, era stato alquanto surreale.
In quella occasione ha pregato sul sagrato di Collemaggio: molti aquilani che dimoravano nella tendopoli posizionata davanti la Basilica, ne hanno ancora un vivido ricordo, non essendo passato inosservato, in particolare, il suo tamburello ritmante la sua preghiera.
Prima di approdare a L’Aquila per ritirare la lettera, nel maggio del 2013 è arrivato a Roma (direttamente da Tokio) dove si è trattenuto tre giorni, ospitato in casa dell’amico Roberto. Da qui ha marciato verso la Stazione Termini per pregare sotto la statua di papa Wojtyla.
A L’Aquila mi sono permessa di offrirgli la prima accoglienza nella-casa-non-mia, situata in uno dei 19 agglomerati del progetto C.A.S.E. Nel pomeriggio ha incontrato i giovani del 3.32 a Case Matte, dove alcuni di essi già lo conoscevano. Fabrizio Pambianchi (che al momento di scrivere queste righe ci ha lasciato per sempre) ha preparato la cena, cucinando per lui un piatto vegano. Il monaco mi è sembrato contento di essere stato ben accolto e ascoltato. La sera è stato accompagnato presso il B&B “le Pratoline” gestito dalla signora Marilena che gentilmente ha concesso una ospitalità gratuita.
Marilena ha poi accompagnato il monaco da Carla, una giovane donna che nel terremoto ha perso la mamma e la sorella. Quest’ultima era praticante Buddista ed aveva recuperato dalle macerie un Buddha di cui gli ha fatto dono.
In una delle sue mail, il monaco aveva espresso il desiderio di poter pregare nel monumento delle vittime del terremoto. Monumento che ancora non c’era (e non c’è).
I familiari delle vittime del 6 aprile 2009, mi avevano portato a conoscenza che nel Comune di Lucoli (distante alcuni chilometri da L’Aquila) era stato creato un “Giardino della memoria” con alberi da frutta, di cui alcuni in via di estinzione.
Nel pomeriggio del 28 maggio è stata organizzata una preghiera interreligiosa a San Giovanni di Lucoli: nella Chiesa si è celebrata la messa e nel “Giardino della memoria” la preghiera buddista.
Il monaco si è presentato abbracciando una scatola dentro cui c’era il Buddha ricevuto in dono. Lo ha posizionato davanti alla lapide che recava i nomi delle 309 vittime e ha iniziato la sua preghiera battendo sul tamburo, mentre i partecipanti accendevano bastoncini di incenso messi davanti alla piccola scultura.
Nella mattinata del giorno successivo era previsto l’appuntamento con il Sindaco. Nel corso del tragitto il monaco si è fermato davanti alla distrutta “Casa dello studente” dove sono morti 8 giovani ed ha formulato una preghiera, rinnovata vicino la porta d’ingresso della Casa Comunale.
Nell’incontro il Sindaco, oltre la lettera ha dato in dono il libro della fondazione medioevale (metà del Milleduecento) della città.
http://www.radiostella180.it/wordpress/?p=191
Due giorni dopo, come da programma è partito per Dublino, con il banner-messaggio della città L’Aquila.
Da Dublino avrebbe dovuto prendere un bus che lo avrebbe condotto a Belfast, ma qualcosa non è andata come doveva. In una mail mi ha fatto sapere che era rimasto sotto l’acqua per molte ore, con le sue non protettive scarpe in vimini.
Raggiunta Belfast, non ha desistito dal suo immancabile marciare per la pace in direzione di Enniskillen, in compagnia con il banner dell’Aquila ed il Buddha. Mentre a Londra, Belfast e tante altre località del Regno Unito si verificavano disordini e contestazioni, lui è riuscito a posizionarsi davanti ai cancelli di accesso dell’area del G8, dando visibilità a tutti i Grandi del mondo (gran parte dei quali nel 2009 aveva partecipato al G8 tenutosi a L’Aquila) del messaggio partito dalla città terremotata abruzzese.
http://www.internazionale.it/immagini/regno-unito/2013/06/19/foto-195099/
Nella cittadina irlandese ha incontrato il Presidente della Contea (equivalente alla carica di Sindaco) facendogli dono del libro della fondazione della città dell’Aquila, presentandolo con delle gru immaginarie colorate, di buon auspicio per una ricostruzione ecosostenibile.
La marcia si è conclusa con successo e la notizia in Irlanda è rimbalzata dai social network ai blog, dalle riviste locali, alla BBC.
http://www.irlandaonline.com/45265-toyoshige-sekiguchi-dallaquila-allirlanda-per-la-pace/
http://www.bbc.co.uk/news/uk-northern-ireland-22926296
Il monaco è rientrato in Italia il 20 giugno del 2013. E’ stato ospitato nuovamente a Roma per tre giorni. Grazie all’indubbio successo che il “messaggio di pace aquilano” aveva ottenuto in Irlanda, si confidava in un sostegno della Municipalità per il G20 che di lì a qualche mese si sarebbe tenuto in Russia. Ma così non è stato.
Il 23 da Roma è ripartito per il Giappone. All’aeroporto di Ciampino è stato accompagnato da me e da altre due persone, nonché ringraziato in nome e per conto dell’intera città dell’Aquila. In quel frangente si è unito a noi un giovane musulmano. Durante l’attesa per l’imbarco abbiamo pregato, uno alla volta, nel nostro credo religioso (buddista-cattolico-musulmano) per l’avvento della Pace e l’Armonia tra i popoli con l’unisona invocazione dello “Stop al nucleare”. Nel salutarlo, mi ha chiesto nuovamente se il Comune dell’Aquila gli sarebbe stato vicino, anche praticamente, nel G20 russo. Ho risposto:“ vedremo”, mentre il mio cuore avrebbe voluto dire solo sì.
Come di consueto ho provveduto ad informare il Gabinetto del Sindaco, ma a nulla sono serviti i tanti solleciti: così male gira il mondo nella città terremotata!
A settembre del 2013 il summit del G20 si è svolto a San Pietroburgo.
Questa la sua laconica mail: “yesterday I was at police station about 4hours. Just I was walking on the road then I was sent there. Today I was at tourist point then police men gothered. I was not allow to open banner and beat doram on the road. If I do these they will arrest me. I sighned at police station that I understood russian low” (“Ieri sono stato alla stazione di polizia per circa 4 ore. Mentre marciavo per strada sono stato mandato lì. Oggi ero ad un tourist point. Poi i poliziotti hanno capito che non avevo il permesso di aprire striscioni e battere il tamburo: se lo farò, mi arresteranno. Ho firmato presso una stazione di polizia affermando di aver compreso la legge russa).
La nostra comunicazione continua con poche frasi o un semplice Ciao, ma quotidianamente siamo uniti nella preghiera: ognuno nel suo credo con stima e rispetto, ma entrambi fiduciosi di poter raggiungere l’obiettivo “Vision 2020” ed il trionfo definitivo dello STOP AL NUCLEARE (ordigni e centrali).
Pina Calì
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