È stato per noi sorprendente, e impressionante allo stesso tempo, verificare di persona come, in occasione della tragica esperienza del terremoto nella “nostra” Pianura Padana del 2012, proprio in coincidenza delle scosse le piante smettessero improvvisamente di suonare per chiudersi in un silenzio inquietante

di Andrea Pavinato e Nedda Bonini

Abbiamo più cose in comune con un albero che con un computer

Fulco Pratesi –, Presidente WWF

 Gli alberi non sono solo vivi, ma anche intelligenti e possono esprimere, manifestare la loro sensibilità, il loro stato vitale, il loro “carattere” attraverso il suono, la voce o altre forme espressive.

Poter tradurre in ascolto la nostra attenzione nei confronti degli esseri vegetali non è frutto di magia, ma il risultato di un processo volto a convertire in note musicali o altri segnali digitali le energie prodotte spontaneamente dalle piante attraverso la fotosintesi clorofilliana.

Per rilevare gli impulsi delle piante si utilizza un’apparecchiatura dotata di coppie di elettrodi: uno viene impiantato nel terreno, l’altro applicato ad una foglia. Il segnale emesso dall’albero (e lo stesso accade per qualsiasi tipo di pianta) viene intercettato dall’apparecchiatura, quindi digitalizzato e convertito in musica, parole, colori, ecc.

Durante gli incontri esperienziali da noi organizzati abbiamo a disposizione il convertitore in suono: spesso risulta molto piacevole e a volte è addirittura strabiliante sentire come le piante emettano impulsi armonici fra loro.

Un prospettiva forse ancor più interessante è quella offerta dall’interazione tra gli esseri vegetali e l’ambiente che li circonda, in particolare quella che si registra in conseguenza della vicinanza di persone, naturalmente portatrici di diversi atteggiamenti ed intenzioni, ai quali le piante reagiscono producendo impulsi diversi e, quindi, suoni differenti.

Chi partecipa all’esperimento ha la straordinaria sensazione di comunicare con la pianta. E così è stato anche per noi, dal primo momento in cui siamo entrati in contatto con una pianta in questo modo così speciale.

Da un incontro di questo tipo, avuto alcuni anni fa, è nato il desiderio di approfondire l’esperienza, sperimentarla e diffonderla. Particolarmente emozionante è stata la reazione di un antico albero di gelso, un giorno in cui lo abbiamo abbracciato… Ha manifestato sorprendenti melodie, e forse ci ha indicato la strada!

Ogni pianta, ogni albero ha una propria voce

Andare alla ricerca del suono e della voce degli alberi: quello è stato da subito il nostro obiettivo, perseguito con l’addentrarci nei boschi o nei luoghi della natura più incontaminati.

Il primo esperimento è stato da noi effettuato in un bosco nei pressi della Gola del Furlo (PU) ed è stato documentato da un video da Lauro Giovanetti (dal titolo La Musica delle piante: performance di Andrea Pavinato e Nedda Bonini, visibile sul canale youtube segno&suono). Nelle sequenze si possono osservare alcuni alberi, tra cui una grande quercia, veri protagonisti di “duetti musicali”: sollecitati, emettono suoni, accompagnati dagli strumenti a fiato e accordandosi con essi in sempre crescente armonia.

Man mano che proseguiva questo nostro viaggio nel mondo vegetale, ci accorgevamo che attraverso la voce delle piante potevamo individuare nuove modalità di fusione dei nostri percorsi individuali di ricerca artistica (Andrea-musicista, Nedda-artista visiva), tanto da arrivare a concepire insieme un’opera dal titolo: L’abbraccio di un albero. L’opera è stata concepita in conseguenza della straordinaria ed emozionante reazione che un albero, collegato alle apparecchiature che ne traducevano il sentire in suoni, ha manifestato nel momento in cui l’abbiamo fisicamente abbracciato. Realizzata in occasione della 3° ed. di SPLASH Land Art al Furlo (Fossombrone – PU), è a tutt’oggi collocata nel Parco culturale della Casa degli Artisti. L’installazione è composta da due figure – un uomo e una donna rappresentati in grandezza naturale – realizzate con filo di juta e cotone, su di una struttura in metallo e un cuore di terra rossa. L’opera d’arte, progettata in vista di una futura naturale integrazione con la quercia alla quale è abbracciata, interagisce con la natura circostante, che si modifica intorno ad essa e la modifica a sua volta. (Info: youtube, canale «Casartisti» – Bibliografia: Il Parco Museo di Sant’Anna del Furlo a cura di Andreina De Tomassi e Elvio Moretti, Edizioni Aras 2014).

Risulta evidente come possano nascere molte riflessioni di grande valore educativo sul rapporto fra esseri umani ed esseri vegetali, e sulla possibilità di comunicare gli uni con gli altri attraverso emozione e sensi. Ciò su cui vale la pena soffermarsi, per mettersi “in ascolto” nella maniera più corretta ed efficace, è il fatto oggettivo che le piante non comunicano con noi in modo esplicito e facilmente percepibile; tuttavia i vegetali sono in grado di manifestare sia i sentimenti positivi, sia quelli negativi come la paura.

Ad esempio, è stato per noi sorprendente, e impressionante allo stesso tempo, verificare di persona come, in occasione della tragica esperienza del terremoto nella “nostra” Pianura Padana del 2012, proprio in coincidenza delle scosse le piante smettessero improvvisamente di suonare per chiudersi in un silenzio inquietante…

Un po’ di storia

L’apparecchiatura che noi utilizziamo trasforma l’energia elettrica in suoni, che per noi è la forma espressiva più immediata e stimolante; tuttavia, collegando per esempio il convertitore ad un computer, potrebbe manifestarsi attraverso colori, segni, immagini, ecc.

Il principio su cui tecnicamente si basa questa apparecchiatura ha origine dalla cosiddetta “macchina della verità”. Le prime sperimentazioni furono messe in atto negli Stati Uniti durante gli anni Sessanta. Ebbero inizio per merito di Cleve Backster, un tecnico della CIA, abituato ad utilizzare nel suo lavoro il Poligrafo comunemente chiamato “macchina della verità”; un giorno egli ebbe l’intuizione di provare a collegare il suo apparecchio ad una pianta e, con grande stupore, vide che essa manifestava determinate reazioni che corrispondevano chiaramente alle sue azioni. Backster approfondì la sua sperimentazione, scoprendo che la pianta reagiva addirittura al semplice pensiero che lui le rivolgeva da lontano: notò infatti che, proprio in corrispondenza del momento in cui aveva pensato a lei, il sensore aveva registrato dei picchi.

Risalgono a quegli anni numerosi altri esperimenti, volti a verificare l’esistenza di una sensibilità del Mondo Vegetale che lo porta a produrre reazioni specifiche in corrispondenza di determinati stimoli esterni, quali: luce, colori, calore, suoni…

Inizialmente le reazioni venivano registrate direttamente sulla carta dal pennino della macchina; in seguito l’apparecchiatura fu modificata e le reazioni della pianta cominciarono ad essere lette attraverso dei sensori collegati ad un oscilloscopio. Sono di quegli anni ulteriori ricerche compiute da équipe di Università non solo americane, ma anche dell’Unione Sovietica. In un video assai famoso, girato in occasione di sperimentazioni accademiche, si dimostra in modo particolare come le piante reagiscano al dolore.

Si può osservare come una pianta collegata alla macchina reagisca addirittura alla violenza inflitta ad una pianta a lei vicina. Interessante poi, nell’ultima parte dell’esperimento, lo stupore dell’operatore di fronte alla reazione che ha la pianta – che può vedere registrata dall’oscilloscopio – nel momento in cui entra nella stanza l’operatrice che aveva compiuto quell’atto di violenza: in pratica la riconosce.

Gli esperimenti descritti furono talmente popolari da ispirare addirittura la realizzazione di una serie di telefilm polizieschi, in cui spesso veniva collegata la macchina della verità alla pianta che aveva assistito ad un omicidio.

Tale ricerca fu anche documentata da uno studioso, Peter Tompkins, che pubblicò insieme a Christopher Bird un libro, dal suggestivo titolo La vita segreta delle piante. Secondo gli autori le piante hanno una vita per noi insospettata: reagiscono alla musica, ai campi elettromagnetici, alle emozioni della gente… Attraverso la macchina della verità le piante ci hanno rivelato di provare emozioni e perfino di avere una memoria e di poter percepire sensazioni molto precise anche a notevole distanza dalla fonte che le provoca.

Questi esperimenti sono inoltre stati complessivamente raccolti in un filmato della durata di 96 minuti, reperibile in rete, intitolato The secret life of plants, per il quale Stevie Wonder compose la colonna sonora.

In Italia, le ricerche in questo campo iniziano un po’ più tardi, attorno agli anni ’80.

In particolare possiamo fare riferimento alla Facoltà di Agraria dell’Università di Firenze, presso la quale il prof. Stefano Mancuso, studioso di Botanica e Neurobiolagia, coadiuvato da un team di ricercatori, ha avviato un laboratorio, il LINV (Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale). La struttura, nata all’interno dello storico Dipartimento di Ortoflorofrutticoltura, studia l’“Intelligenza delle Piante”, utilizzando un complesso sistema di analisi dei dati. Gli scienziati analizzano come le piante comunicano o “segnalano” tra di loro in base a scopi predeterminati: per trovare sostanze nutritive, diffondere le loro specie e anche difendersi dai predatori. Le ricerche mirano a modificare la nostra percezione delle piante, considerandole a tutti gli effetti degli organismi complessi, comunità vegetali in grado di raccogliere, elaborare e, cosa ancor più incredibile, condividere informazioni importanti, potendo affermare con prove inconfutabili che gli esseri vegetali possiedono una forma propria di intelligenza. Le piante sono collegate tra loro a terra attraverso le radici, come fossero vasi comunicanti, e al cielo coi rami, proprio come antenne.

Per quanto riguarda la nostra esperienza diretta, invece, il primo approccio con il mondo vegetale visto da questa nuova prospettiva si è concretizzato ascoltando il suono delle piante in vaso, quelle coltivate in casa, in particolare alcuni pòtos, che, come abbiamo potuto constatare, suonano da subito!

Abbiamo notato, in generale, come le piante all’inizio degli esperimenti fatichino a suonare, nel senso che serve sempre un po’ di tempo perché riconoscano la propria “voce”, che è da loro stesse che proviene quel suono… poi il suono diventa sempre più armonioso e questa possibilità di espressione sembra dar loro maggiore energia, poiché spesso abbiamo avuto conferma di quanto le piante, in seguito, diventino più belle e rigogliose.

Con la “Musica delle Piante” abbiamo potuto partecipare a diverse manifestazioni. La “Voce delle Piante” ci ha portato a conoscere e a confrontarci con diversi ambiti di ricerca, spesso assai differenti da quelli di carattere artistico; l’argomento, che pur collega in modo evidente arte e scienza, ha origine nel rapporto col mondo vegetale e tocca tutti i settori che operano intorno alla cultura della Terra, della Natura: agricoltura, floricoltura, ecologia, discipline olistiche, ecc. Da alcuni anni ci capita di essere invitati a tenere incontri/conferenze/concerti sulla musica delle piante, occasionalmente anche con la collaborazione di alcuni musicisti.

Una di queste opportunità si è presentata a Varese nel 2012, all’interno di “I MONUMENTALI – Convegno Internazionale sulla Cultura, Filosofia e tecnica degli Alberi Veterani”, dove abbiamo potuto conoscere i così detti “cacciatori di alberi” di cui l’esponente forse più noto è Tiziano Fratus (Manuale del perfetto cercatore d’alberi, Milano 2013), scrittore e poeta piemontese sempre alla caccia e alla scoperta di alberi monumentali in Italia. Fratus è anche autore di numerosi testi, articoli e poesie sugli alberi, e cura ogni Venerdì una pagina su tematiche ambientali sul quotidiano «La Stampa» e l’incontro con lui è stato di grande arricchimento.

Nel Parco delle Ville Ponti abbiamo ascoltato il suono di piante sempreverdi, come l’agrifoglio, il cedro del Libano, la magnolia… E siamo diventati anche noi “cacciatori”, ma “del suono degli alberi”, e soprattutto ci siamo aperti ad accogliere le intenzioni delle persone, le loro proposte, predisposti a condividere sempre più questa esperienza con gli altri.

Infatti, aldilà di ogni esperimento scientifico o di ogni occasione in cui abbiamo avuto modo di presentare la Musica delle Piante, aldilà di ogni informazione tecnica che si possa avere attorno a questo argomento – registrazione di suono, documentazione video, ecc. – ci siamo resi conto e siamo convinti che fondamentale è l’aspetto emozionale, l’unico vero aspetto che permette di comprenderne davvero il significato.

La nostra ricerca più vera sta quindi nel trovare modalità sempre nuove e più efficaci per condividere questa esperienza direttamente con le persone, renderla disponibile ad accogliere le loro proposte, in totale sperimentazione, improvvisazione.

Questa è la modalità che ci caratterizza, in tutti i nostri interventi: andiamo dove le persone ci chiamano perché desiderano provare questa esperienza che va a toccare l’anima, il cuore, con l’intento di sollecitare una maggior sensibilità e una più profonda consapevolezza dell’importanza del nostro rapporto col mondo vegetale.

Un’ulteriore occasione di scambio si è ad esempio presentata nell’ottobre 2012 e nel giugno 2013, quando siamo stati invitati in Sardegna dall’Associazione Scirarindi, per un tour che ha attraversato tutta l’isola.

Qui l’esperienza è stata particolarmente intensa: abbiamo potuto ascoltare la voce di alberi millenari come un leccio alla Tomba dei Giganti di Is Concias, l’ulivo di Villamassargia, l’olivastro di quasi 4000 anni di Luras. La sorprendente musicalità di alberi straordinari, unita all’eccezionale sensibilità e sapienza dei sardi, gente dalle profonde radici e dall’autentico rapporto con la natura, ha dato modo di vivere momenti di rara profondità, come l’abbraccio collettivo e la biodanza intorno al grande salice sul fiume, nel Parco delle Terme di Fordongianus o il dialogo sonoro tra il lentischio, il salice e la cantante lirica Paula Pitzalis, al Parco di Monteclaro a Cagliari. (su youtube “Paula e il salice”). Determinante per ogni persona, e ancor più per un musicista, è certamente la capacità di mettersi umilmente in ascolto.

Il rapporto con le piante porta in superficie la parte più autentica di noi, quella vera, sincera e appassionata, ci fa entrare in contatto col nostro centro emotivo e ci avvicina a quello degli altri. Spesso durante gli incontri le persone scoppiano a piangere o a ridere, si commuovono, abbandonano ogni freno… Ma ciò che ulteriormente sorprende è che l’esperienza di comunicazione col mondo vegetale è effettivamente bidirezionale: anche la pianta ci “ascolta”, e di fronte a chi vive sofferenze, oppure svolge attività che creano danni alle piante… smette di suonare o emana noiose note incomprensibili.

Tutto ciò ci dovrebbe far riflettere ancora una volta su quanto sia inadeguata la brama di onnipotenza dell’uomo sugli altri esseri viventi, e su quanto sarebbe assai più logico scegliere incondizionatamente di percorrere la strada della ricerca di un vero equilibrio cosmico.

 Gli incontri

Quando ci invitano a tenere un incontro, chiediamo come condizione fondamentale quella che possa avvenire in un momento di luce solare e con piante in buono stato di salute, con foglie rigogliose. È importante che le piante siano nello stato naturale più vitale, per lo scorrimento della linfa, per il processo della fotosintesi clorofilliana, e quindi nelle condizioni di maggiore movimento energetico.

Abbiamo tuttavia constatato che questo potrebbe non essere sempre vero o condizione sufficiente.

Un’esperienza singolare è avvenuta a Gorizia. Abbiamo partecipato a “IN\VISIBLECITIES Urban Multimedia Festival”, incentrato sul tema Dopo il terremoto: città, trasformazioni, memorie.

Abbiamo tenuto gli incontri in un parco nel centro storico della città, dove le piante erano sane, verdi e dalle fronde rigogliose. Abbiamo collegato i sensori alle piante in un fine settimana alla fine di maggio, in orari di piena luce, al mattino e nel primo pomeriggio, con un sole primaverile in giornate serene. Eppure… le piante non suonavano, emanavano solo semplici note ripetitive e senza armonia…

Ci rendevamo conto di non essere in grado di spiegare il perché di quanto stesse avvenendo, ma a quel punto ci sono venute in aiuto le persone del luogo. Sono statE proprio loro ad ipotizzare una risposta, in prima persona si sono datE una spiegazione dell’accaduto, ricollegandolo alla loro storia, alle loro esperienza di vita e cominciando a raccontare… Di una terra di confine, segnata dalla guerra, dai dolori e dalla sofferenza della divisione di aree anche appartenenti alla stessa famiglia o alla stessa casa, una terra che ha vissuto l’esperienza dura del terremoto, ecc.

Insieme abbiamo trovato e condiviso e una “giustificazione” a quanto stava avvenendo, difficile da riconoscere con una interpretazione razionale, ma plausibilmente realistica. Non possiamo darla come certa, ma possiamo comunque prendere atto di ciò che è avvenuto.

Ci era capitato di recarci a Gorizia alcuni mesi prima e avevamo avvertito una strana sensazione in questa città, ma ne avevamo addebitato la causa più alla cupezza del periodo invernale che non a una mancanza di vitalità urbana. Ritornando per il Festival abbiamo trovato infatti una città viva e accogliente. Erano le giornate del Festival a loro dedicato, ma le piante non erano affatto gioiose della frenesia dell’evento. A loro modo, senza maschere e sovrastrutture, sono state per tutti fedeli “Testimoni di memoria”, antica ed autentica.

Ed è proprio così: le piante sono, nella loro apparente immobilità, testimoni fedeli della storia, hanno piantato le loro radici molto prima di noi, dei nostri nonni e spesso dei nostri avi, e supereranno molte altre generazioni, dopo di noi. Sono le piante gli esseri più longevi e grandi al mondo, superano le catastrofi più gravi, attraverso la loro capacità di essere solidali e collaborative, messaggio che l’uomo ancora stenta ad imparare.

Mancuso ritiene sia da definirsi “Intelligenza delle Piante”. Maria Angel Anglada, poetessa catalana, in una sua poesia si pone una domanda: “Che gli alberi forse non siano più saggi di noi?”.

Abbiano fatto quest’anno una nuova esperienza in una terra devastata e segnata dal terremoto: a L’Aquila, invitati dall’amica artista Lea Contestabile. Conoscendo le difficoltà del territorio, siamo partiti comunque speranzosi. Siamo stati al MUBAQ, il Museo dei Bambini nel quartiere di San Lorenzo, un Borgo di casette nato dopo il terremoto del 2009; la gente è stata partecipe e accogliente, abbiamo trovato il senso profondo unico e straordinario della solidarietà, insieme alla curiosità di un popolo di bambini, in un terreno di piante giovani, appena messe a coltura, dove l’arte e la creatività dominano come valori fondamentali e sono motivo di aggregazione e costruzione.

Le piante hanno suonato anche fino al calar del sole…

L’arte e la natura insieme possono essere le basi su cui incontrarci e imparare a vivere.

Alcune delle associazioni, enti, che ci hanno invitato e che hanno desiderato condividere questa esperienza con noi:

2012 –  FloraLugano, Primo Festival di Floricultura a Lugano presso il Centro delle Esposizioni.

2013 – Comitato organizzativo dell’Inaugurazione del MUSE Museo delle Scienze, a Trento, con La parola alle piante, il risveglio con la Musica delle Piante all’alba; Da Andreina De Tomassi e Antonio Sorace, all’evento inaugurale della 4° ed. di SPLASH Land Art alla Gola del Furlo nelle Marche.

2014 – La Poesia delle Piante evento all’interno della 24 ore della Poesia, alla Biblioteca Comunale Ariostea di Ferrara; Festival BioPerTutti a Ferrara; all’Istituto Comprensivo di Bazzano, abbiamo tenuto un’incontro/laboratorio coi bambini, presso la Scuola Elementare di Monteveglio (BO); Lucas imaging events, Programma “Scenario Montagna”, incontro presso il Gran Bosco di Salbertrand (TO).

2015 – I Salici, Festival AESON arti nella natura, Fiumicello, Parco sull’Isonzo, Friuli Venezia Giulia; “L’Orto degli Dei” documentario realizzato da Giuseppe Calabrese, La Coorte del Benessere, Sicilia; GiroBio, Ferrara; IN\VISIBLECITIES Urban Multimrdia Festival, Gorizia; Centro Hanuman, Altare Rupestre di Santo Stefano di Oschiri; Viviyoga, Parco di Thiesi (Sardegna); Museo delle Valli di Argenta;

2017 – San Marino Land Art, capolavori nella natura; Unione dei Comuni della Bassa Romagna, Conselice; Orto Botanico, Bologna; Open tour, con l’Accademia di Belle Arti di Bologna; MUBAQ, Museo dei Bambini, L’Aquila.

Su Youtube si trovano diversi video inserendo i nostri nomi associati a Musica delle Piante, come: “Il Melograno di Terraviva”, “Il giardino di Masina”, “Aeson 2015”.