Il rinnovato abbraccio erotico tra Arte e Scienza, sotto il complice sguardo della Tecnologia, ci rassicura

di Antonio Gasbarrini

Ci voleva lo stimolante incontro “ARTESCIENZATECNOLOGIA & LE NUOVE FRONTIERE DELLA RICERCA ESTETICA – Dalle tracce fossili della radiazione cosmica di fondo e della materia oscura alla pittura fotonica” (a cura di Antonio Gasbarrini e Giuseppe Siano) tenuto all’Accademia di Belle Arti dell’Aquila  diretta dall’artista Marco Brandizzi,  per “esplorare” (è proprio il caso di dire) a tutto campo i promettenti scenari creativi fecondati dalla rivoluzione tecno-scientifica in atto. Incontro promosso dall’Assessore alla Cultura dell’Aquila Betty Leone nell’ambito delle molteplici iniziative racchiuse sotto l’unificante titolo “Ri-generazioni. Dal dopo guerra al dopo terremoto. Arte come ricostruzione civile e sociale”.


Slides

Questo slideshow richiede JavaScript.

Si deve poi al Centro Documentazione Artepoesia Contemporanea “Angelus Novus” – di stretta intesa progettuale  con due altre vitali Associazioni Culturali aquilane ben sintonizzate con la lingua viva della neo-Modernità (“Itinerari Armonici” diretta dal poeta Anna Maria Giancarli  e “MUBaq, Museo dei Bambini” fondato dall’artista Lea Contestabile”) – aver proposto un innovativo incontro interdisciplinare spaziante dalla scienza all’arte e, da entrambe, alle nuove frontiere della ricerca estetica contemporanea.

Anticipati da una briosa performance di Michele Fianco, protagonisti, oltre all’estensore di questa nota, gli artisti toscani Marco Cardini e Luciano Romoli, l’astrofisico delle particelle Alfio Rizzo (si legga in questo stesso numero di ZRAlt! il suo saggio dedicato alla misteriosa Materia Oscura) ed il teorico dell’arte Giuseppe Siano (un’altra firma ben collaudata della rivista).

I presupposti culturali del frizzante incontro che ha tenuto inchiodati nella mattinata docenti, studenti e semplici cittadini interessati, vanno ricercati in questo “Proemio” operativo: “In relazione all’iniziativa culturale interdisciplinare (Arti visive, Teatro, Musica, etc.) che si terrà a L’Aquila ed in sintonia con le manifestazioni ufficiali programmate nell’ambito dell’International Year of light 2015 proclamato dall’ONU, nonché con la realtà scientifica territoriale (vari dipartimenti dell’Università degli Studi dell’Aquila, la Scuola di alta specializzazione del Gran Sasso Science Institute ed i Laboratori Nazionali del Gran Sasso), l’Angelus Novus – da sempre attento nella sua attività espositiva ed editoriale ai fermenti avanguardistici – ha sollecitato la presenza di alcuni esponenti di spicco della ricerca scientifica ed estetica italiana”.

E, ben interrelate, sono state dialetticamente la “luce microfisica” e l’enigmatica “Materia Oscura”, morbidamente annodate dalla performance di Marco Cardini (pitture di luce anaglifica 3D) e dalle sofisticate videoproiezioni digitalizzate di Luciano Romoli (Radiazione cosmica di fondo e Materia Oscura), dall’avvincente esposizione di Marco Rizzo (la costruzione in corso nei Laboratori Nazionali del Gran Sasso del poderoso rivelatore XENON1T), nonché dalle riflessioni teoretiche di Giuseppe Siano e di Antonio Gasbarrini.

Ad emergere sul tutto è stata poi la presa d’atto della “catastrofe cognitiva della materia-energia conosciuta” (particelle, atomi, molecole, pianeti, esopianeti, astri e galassie, ridottasi a circa il 5% dell’“intera realtà” presente nell’Universo in espansione, a tutto favore delle invisibili Materia ed Energia Oscure), catastrofe che si è abbattuta senza esclusione di colpi sull’intera comunità scientifica, e, di riflesso, sulla più avvertita opinione pubblica, nonché sui creativi intesi nella loro più larga accezione.

Da qui l’urgenza (sottolineata da Siano e Gasbarrini), di una rifondazione – non solo epistemologica – d’una Estetica che in presenza di una radicale diversità concettuale della vita e del mondo, nonché della rivoluzione digitale in corso, non può più attestarsi sulle barricate teoretiche fissate a suo tempo da questo o quel filosofo, o ancora, dai Manifesti delle Avanguardie (storiche e neo).

Barricate mandate in buona parte in frantumi nei primi due decenni del Novecento – con un crescendo demolitore in quelli successivi – da più di un artista (dopo la “sconvolgente” e tuttora in auge teoria della relatività spaziotemporale einsteiniana).

Attratti dalla poetica della “Quarta dimensione” vari artisti (da Duchamp a Malevich, Dalì, Max Bill e, su tutti, Escher), erano stati alle “prese geometriche” con la rappresentazione su una superficie bidimensionale di una dimensione extra (sia spaziale che temporale) a quella prospettica conquistata nel Rinascimento da un Piero della Francesca o da un Leonardo da Vinci.

Il rompicapo della visualizzazione estetica (e non solo) della “Quarta dimensione”, si è ulteriormente complicato con l’affermazione scientifica delle invisibili micro-dimensioni spaziali aggiuntive propugnate dalla Teoria delle stringhe e partorite, in un certo qual modo, dall’impredicibile realtà quantistica delle particelle subatomiche.

Solo con l’avvento intorno agli Anni Settanta del secolo scorso della mandelbrotiana “Geometria frattale della natura” e il crescente ricorso da parte degli artisti alla binaria produzione digitale alimentata da softwears viepiù elaborati (la ricerca di Marco Cardini e di Luciano Romoli è emblematica in tal senso), è stato possibile amplificare le possibilità rappresentative immaginifiche di una realtà fisica e microfisica sfuggente come non mai.

Dipingere a distanza  su uno schermo, con il solo movimento delle mani, aggettanti forme su forme  segnico-cromatiche rafforzate tridimensionalmente dagli occhialini anaglifici indossati dal fruitore (Marco Cardini) o farci viaggiare fantasticamente in tempi-spazi ultronei, ipertrasparenti, iperdinamici e ipercromatici come è riuscito a fare con una videoproiezione mozzafiato uno dei rari “artista-scienziato” italiani (Luciano Romoli), è stato all’altezza delle aspettative dei docenti e degli studenti dell’Accademia di Belle Arti aquilana.

Che al momento “la catastrofe della materia-energia conosciuta” grazie alle informazioni luministiche che continuano a pervenirci da remotissimi tempi-spazi, stia lasciando il campo ad una autistica, muta, misteriosa “dilagante materia-energia oscura” (pari a circa il 95% di tutto ciò che “sembra” esistere nell’Universo) non deve preoccuparci più di tanto.

Il rinnovato abbraccio erotico tra Arte e Scienza, sotto il complice sguardo della Tecnologia, ci rassicura in tal senso.