Nel suo primo editoriale di oltre due anni fa, ZRAlt! enunciava la sua filosofia di fondo con queste programmatiche parole: «Una delle prime vittime sacrificali di ogni catastrofe è la memoria individuale e civile storicamente depositata in ognuno dei ” luoghi-anima” distrutti ed ingabbiati nella ZRAlt!. Preservata e preservabile solamente da Mnemosine, figlia di Urano (Cielo) e Gea (Terra), peraltro madre delle nove Muse. Salvaguardarla nei suoi molteplici aspetti, ripercorrendone le traumatiche tracce che ogni post-catastrofe tende “geneticamente” a far sbiadire, è l’intento principale di ZRAlt!, open review trimestrale monotematica-multimediale online della casa editrice Angelus Novus Edizioni dell’Aquila, dedicata al poco scandagliato binomio “Catastrofe & Creatività”».

Occorre ammetterlo. Per la brutta piega che sta assumendo una realtà geopolitica sempre più fosca, portatrice di distruzioni, iperbiblici esodi di massa, morte e paura – con le due emergenze planetarie del terrorismo e del surriscaldamento atmosferico – diventa sempre più arduo contrapporre il profumato polline della creatività alle “macerie esistenziali e naturistiche” generate da una demenziale disumanità.

E “l’umanità”, questa svuotata parola che un pensatore rivoluzionario come Proudhon trattava con diffidenza – tenendo conto delle sue potenziali manipolazioni (si pensi all’ossimorica “guerra umanitaria”) – dove si è andata a nascondere in questi nostri luttuosi giorni? Puntellati da atroci catastrofi generate innanzitutto dall’eclisse della ragione e dalle aberrazioni di una fede religiosa che nulla ha da spartire con la sacrale icona laicizzante della rivoluzionaria, triadica parola d’ordine “Libertà, Uguaglianza, Fraternità”.

Icona sbeffeggiata da osceni sgozzamenti mediatici, “bombardamenti intelligenti”, insulse stragi di giovani in compagnia, in festa e in amore come quelli del parigino Bataclan. Si aggiunga la dissennata utilizzazione delle risorse energetiche “sporche”, causa primaria degli sconvolgimenti climatici in corso capaci di trasformare in bombe d’acqua persino ristoratrici piogge primaverili, e si tireranno le somme, o meglio, le sottrazioni di un sempre più ravvicinato day after.

L’Apocalisse sta bussando alle porte (di cloroformizzate coscienze, innanzitutto) con sempre maggiore arroganza. I suoi sinistri bagliori anziché essere annunciati da lingue di fuoco, sono raggrumati in una poltiglia marrone che sta congelando le esistenze dei 23 milioni di abitanti di Pechino. Già trasformati in zombie, spettri fendenti una gigantesca nube tossica che li avvolge e sconvolge. Non più una semplice “zona rossa” territorialmente delimitata, ma un mortifero “allarme rosso” del terrifico amplesso tra Terra e Cielo, Gea e Urano, che sta mozzando sempre più il fiato: soffocando il penultimo respiro.

Scrive con molta lucidità il giornalista Giampaolo Visetti dalla sua corrispondenza pechinese: «Neppure la censura, a Pechino, è oggi più potente di questa densa nube marrone che inghiotte e unge grattacieli, tangenziali, parchi, ciò che rimane dei monumenti imperiali e prima di tutto il resto, gli esseri umani. La capitale della seconda economia del mondo è semplicemente sparita e appena il chiarore conferma che è di nuovo giorno, un popolo di spettri atterriti è costretto a tuffarsi nel nulla per non sospendere anche la propria vita.[…] La tragedia però, appena scesi in strada, presenta senza complimenti il suo biglietto da visita: le persone, tutte, non hanno più una faccia. Sopra ogni bocca e ogni naso, dal mento alla fronte, milioni di mascherine da chirurgo nascondono al pianeta la faccia della gente di Pechino».

Vediamo come ZRAlt! cerchi testardamente di contrapporre i suoi testi, le sue immagini, i suoi suoni, e se vogliamo, i suoi colori a questo non edificante, sciagurato scenario infernale.

L’immancabile portfolio di Pino Bertelli, esteticamente antiedonistico, ma eticamente riempito anima e corpo con quelle sue struggenti foto in bianco e nero documentanti vecchie e rinnovate forme di schiavitù in atto nella cave di pietra del Burkina Faso, è simbioticamente rafforzato nel suo vibrante testo Gli schiavi del Burkina Faso ovvero la fotografia della povertà al tempo della paura.

Sul versante artistico ben quattro interventi incentrati sull’arte contemporanea spaziano in lungo e in largo tra la recente Biennale di Venezia, una singolare performance, lacerti testuali e commistioni espressive “fantasmatiche”.

Francesco Correggia, con il suo Appunti di un viaggiatore solitario – Biennale di Venezia 2015 LVI Esposizione Internazionale d’Arte, ci porta con mano esperta tra un padiglione e l’altro aggiornandoci con il medium di una scrittura piana e chiara, sulle più recenti o già storicizzate tendenze dell’arte contemporanea incasellate dal curatore Okwui Enwezor nel titolo All the World’s Futures.

Le “extravaganti” missive di Antonio Gasbarrini leggibili nelle sue transreali Due lettere binarie a Jordanus Brunus Nolanus (scritte in occasione della performance “Policentrica” dell’artista Sergio Nannicola), rendono partecipe l’eretico Giordano Bruno bruciato vivo a Roma da Santa Romana Chiesa agli albori del Seicento, della originale performance generata, nella sua quintessenza visiva, dalle macerie del sisma aquilano.

Anche il poliartista d’avanguardia Marco Fioramanti – già noto ai frequentatori di ZRAlt! – affronta ne Della catastrofe ovvero un tentativo di colmare l’abisso la sottesa tematica delle pagine multimediali della rivista, miscelando creativamente una rassegna d’arte da lui curata, con alcuni suoi haiku, le telegrafiche impressioni sul film Star Wars – Il risveglio della Forza e la riproposizione di una poesia di Charles Bukowski.

Fantasmi di città di Angela Maria Russo riesce a far parlare quelle immobili statue viventi (che incrociamo spesso nei nostri percorsi urbani) con una serie di fotografie contaminate digitalmente ed un testo pacato, lieve, nella sua stringente umanizzazione di fondo. Un approccio artistico, il suo, che si è misurato anche con i disastrati plein air delle “zone rosse” aquilane. Ha scritto e disegnato nel suo taccuino qui riproposto nel PDF: «Questi disegni e questi pensieri nascono da alcune visite fatte a L’Aquila dopo il terremoto del 6 aprile 2009. Le visite sono state organizzate dal gruppo “Una carriola di disegni” http://unacarrioladidisegni.blogspot.com».

Antonio Picariello, folgorato dalla lettura di un tema in classe sulla Shoah (riproposto nella sua trascrizione), ove dalla studentessa viene evocata anche la presenza dei “giusti”, indica in Imparando da Las Vegas: anzi no, dalle nuove generazioni i nomi di alcuni “giusti” che con i lori scritti hanno illuminato buona parte della cultura contemporanea.

Con la terza e ultima parte dell’impegnativo saggio Il “sentire” estetico e limmaginario del Vesuvio tra la scienza della conoscenza sensitiva, il sublime e la catastrofe di Giuseppe Siano, la necessità di una svolta concettuale dei postulati teoretici dell’estetica tradizionale tuttora in auge, si fa più che mai stringente.

Una ventata giovanile aperta popperianamente al futuro è, infine, la cronaca ragionata di “Sharper” a L’Aquila spiumata: quando la notte dei ricercatori rischiara albe lontane ripercorsa in modo agile e circostanziato da Ilaria Carosi. Anche da questo scritto emerge con tutta evidenza come tocchi all’intelligenza delle più giovani generazioni, rivoltare una volta per tutte il mefitico calzino di questo “immondo mondo”. Da esse riscattato, come documentano molto bene il PDF “Fractal flames, matematica e computer art” a cura di Norberto Gavioli, il video “Momenti di #sharper2015 di Luca Cococcetta” e il reportage di Giovanni Max Mangione.

INDICE BINARIO

Fotografia
Gli schiavi del Burkina Faso ovvero la fotografia della povertà al tempo della paura di Pino Bertelli
1 portfolio

Arte
Appunti di un viaggiatore solitario – Biennale di Venezia 2015 LVI Esposizione Internazionale d’Arte di Francesco Correggia
1 reportage
Due lettere binarie a Jordanus Brunus Nolanus (scritte in occasione della performance “Policentrica – Pietre della memoria” dell’artista Sergio Nannicola) di Antonio Gasbarrini
1 video + slides + 1 PDF
Fantasmi di città di Angela Maria Russo
1 portfolio + 1 libro-catalogo
Della catastrofe ovvero un tentativo di colmare l’abisso di Marco Fioramanti
1 video + slides

Saggistica
Il “sentire” estetico e limmaginario del Vesuvio tra la scienza della conoscenza sensitiva, il sublime e la catastrofe (III parte di Giuseppe Siano)
slides + 1 video
Imparando da Las Vegas: anzi no, dalle nuove generazioni di Antonio Picariello
slides

Chronica
Sharper a L’Aquila spiumata: quando la notte dei ricercatori rischiara albe lontane di Ilaria Carosi
1 video + 1 reportage + 1 PDF

Per gli apporti multimediali al n. 9-10 di ZRAlt! (estate-autunno 2015) si ringraziano, tra gli altri, Pino Bertelli, Antonio Gasbarrini, Francesco Correggia, Angela Maria Russo, Giovanni Max Mangione, Norberto Gavioli, Carlo Nannicola, Marco Fioramanti, Luca Cococcetta, Università degli Studi dell’Aquila, Massimo Prosperococco

ALCUNI  TITOLI DEL PROSSIMO NUMERO DI ZRAlt!

Pino Bertelli I miei testimoni di pace
Luigi Fabio Mastropietro La risonanza limbica del teatro della catastrofe – scene da un’estinzione
Lucia Piccirilli Non muri, ma ponti e arcobaleni
Antonio Gasbarrini “Fontamara” ne La Scuola “delle” Libertà
Anna Maria Giancarli “Il nido della follia” e “Praticare la differenza”: due libri sulla sofferenza mentale
Jörg Christoph Grünert Il luogo in cui accade. Teatro, arte e linguaggi artistici mezzi resilienti per la promozione di una nuova gestalt dell’uomo ecologico
Enrica Cialone In(l)ights Art. Re_place e i suoi spazi di luce