EDITORIALE
Quando nell’estate del 2013 avevamo varato il primo numero di ZRAlt! con l’urlo “La rivista della Zona Rossa” – traendo spunto dal tremendo sisma aquilano di quattro anni prima che aveva assestato un duro colpo all’intero capoluogo abruzzese ed ai numerosi altri centri contigui contraddistinti poi con la denominazione “cratere sismico” – non avevamo messo in conto un particolare squisitamente lessicale. La riduttiva accezione di Zona Rossa, al singolare, di fronte a tutte le altre “Zone Rosse” nel frattempo spuntate come funghi velenosi in tutto il mondo tra guerre, pandemie, carestie, emigrazioni di massa…, s’era dimostrata, alla prova dei fatti, inadeguata a designare ciò che di malefico continuava a crescere in maniera esponenziale su questa dannata Terra.