A loro nessuno aveva chiesto di prevedere il terremoto, ma semplicemente di valutare la situazione in atto con i rischi che essa comportava
di Antonio Valentini
E il fatto non sussiste !!!!!… e quando sussiste è di poco conto (due anni con sospensione pena per 13 morti… poco più di due mesi per ogni morto sotto le macerie!).
Vi ricordate quell’uomo al quale l’amico gli chiese, con un qualche imbarazzo, se la figliola, non sposata (erano i tempi in cui il matrimonio era l’incipit) fosse per caso rimasta incinta? e lui, arrossendo leggermente, e volgendo lo sguardo a terra rispose: “si, ma appena appena”. Così possono sintetizzarsi i due anni (!!!!) inferti alla longa manus di un’altrettanto longa protezione civile.
E poi vallo a dire agli aquilani, va a dire che quando hanno detto che il terremoto più forte non ci sarebbe stato è un fatto insussistente.
Già un fatto insussistente!!!! In realtà quelle parole non erano fatti erano parole e come tali andavano trattate, pesate e soppesate. E, si sa, le parole pesano poco o niente ed allora è chiaro che il fatto non sussiste. Ma forse neanche le parole sussistevano e allora quegli aquilani, me compreso, che a quelle parole hanno abboccato come una trotarella all’amo, hanno in realtà avuto allucinazioni, tanto allucinanti che, alla domanda dei propri figli (che vivevano in immobili separati)… papà che faccio? Il papà rispondeva: tranquilli più forte di così non fa!!!!
Così disse… E fu anche un’allucinazione andarli a prendere verso le quattro del mattino e trovarli sani e salvi non perché era questa la sorte loro riservata dal Buon Dio ma perché si viveva in una sorta di allucinazione che, nel frattempo, era divenuta collettiva.
Ma dovevamo stare tranquilli, ed allora un bel progetto, già pronto e offertoci solo pochi giorni dopo da un’altra allucinazione (Berlusconi ndr). Ma vuoi vedere che questo benedett’uomo riesce a fare quello che dice? Vuoi vedere che si mangerà a spanna il territorio e vi realizzerà della case belle, accoglienti, confortevoli e dotate financo di una buona bottiglia di… champagne!!!! Champagne per tutti! In onore ed in memoria anche dei 309 morti. Ma che dici? Perché solo 309, in realtà molti di più: aggiungici quelli successivi e legati a malattie direttamente connesse con il sisma. E quelle casette così belle, così moderne, così confortevoli, così poco costose (2700 euro al mq), esse non sono il frutto di allucinazioni, esse sono realtà sotto i nostri occhi realizzate anche da uno di quei personaggi che parteciparono a quella riunione (vi ricordate… quella del 31.03.09 all’esito della quale ci dissero – sempre parole – state tranquilli) e che hanno fortemente lucrato sul post sisma.
E tutte quelle persone che ancora non rientrano nella propria città (dispersi e privati dei loro beni) per il comportamento volto alla realizzazione e alla moltiplicazione del vil danaro? Comportamento di chi ha lucrato, di chi glielo ha permesso, di amministratori civici che hanno consentito (si fa per dire) una realizzazione a strozzo cioè dall’esterno verso l’interno e non viceversa… magari era sufficiente studiare e sapere un po’ di storia o, in mancanza, delegare qualcuno che tale carenza potesse supportare.
Pare squillato l’anatema: “Che gli Aquilani restino fuori dalle mura e con essi l’aquilanità! La recuperino le future generazioni, se ne avranno voglia e desiderio!!!”
Si potrebbe obiettare: “Ma se vi hanno realizzato tutto questo ben di Dio” che volete di più? Nulla, ma almeno che i balconi non vengano giù e che le mura reggano.
Fotoracconto di Giovanni Max Mangione
Allucinazioni!!!! Solo, sempre e soltanto allucinazioni.
E le richieste giudiziarie… solo qualche buontempone che si diverte a lavorare ma non abbiate a preoccuparvene, i fatti non sono parole e quindi non sussistono!
Ma che per caso sono gli stessi buontemponi che hanno istruito quel processo alla Commissione Grandi Rischi? Se sì, che problemi abbiamo? Sarà una conclusione a tarallucci e vino per la serie… e vissero tutti felici e contenti.
Ma, suvvia, è tutto frutto di allucinazione cattiva e sta a vedere che, quanto prima ci risveglieremo e troveremo “L’Aquila de na ‘ote, coji portici e co’ tutta quella gente che c’incuntrii, ci scagnivi quattru chiacchiere e avevi passatu la serata”.
Purtroppo non è un sogno o un’allucinazione che dir si voglia, ma la dura realtà.
Ed ora, per finire, torniamo all’inizio. Il terremoto, al pari di altri fenomeni, nonostante i progressi del sapere scientifico, non possiamo né prevederlo né prevenirlo: fa parte dell’imponderabile che la Provvidenza riserva a sé sola e che a noi uomini dà il segno del nostro limite creaturale. Purtroppo spesso lo dimentichiamo e, come hanno fatto i nostri esperti dei grandi rischi, presuntuosamente affermiamo o neghiamo ciò che semplicemente ignoriamo. È il vizio di noi Italiani, forse perché vicini a Roma, presumiamo di beneficiare, almeno in parte, di quel carisma di infallibilità, proprio del Santo Pontefice. Ma a loro nessuno aveva chiesto di prevedere il terremoto, ma semplicemente di valutare la situazione in atto con i rischi che essa comportava.
Quando impareremo dai lontani romani o dai vicini anglossassoni ad usare quei modi di dire conditi di modestia e di umiltà, quali: “a mio modesto parere”, “secondo il mio punto di vista”, “per quanto a me consta” o il “salvo meliore judicio dei latini”? Se così fosse stato il comportamento dei nostri Esperti il quel 31 Marzo, certamente staremmo a piangere molte meno vittime.
Riaffermo tutta la mia affettuosa partecipazione a coloro che “per un fatto che non sussiste” hanno veramente perso tutto.
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