L’energia-informazione elettrodinamica è diventata, così, un nuovo modo di formalizzare il linguaggio determinando, a mio giudizio, una “nuova estetica”
di Giuseppe Siano
Presentiamo innanzitutto gli argomenti che riteniamo siano fondanti la trattazione di ciò che potrebbe rientrare nella locuzione estetica dell’informazione. Una locuzione, questa, che sottende innanzitutto un nuovo modello di trasmissione, di percezione e di organizzazione del racconto. In effetti, ciò che oggi definiamo un’informazione estetica o un sentire estetico dell’informazione va correlato a un quid organizzato secondo un nuovo sistema di percezione e di elaborazione degli stimoli sensoriali. Possiamo dire, perciò, che quando trattiamo dell’estetica dell’informazione ci riferiamo non solo all’emergenza di un altro modello relazionale, ma che noi consideriamo che sia stato formalizzato già un nuovo linguaggio e un altro modello di “misurazione” della conoscenza. L’estetica dell’informazione studia e analizza i messaggi e permette valutazioni.
Questi messaggi e queste valutazioni non si ottengono, però, secondo il sistema di misurazione metaforico-simbolico degli altri linguaggi finora conosciuti, i quali sono stati per secoli trasmessi solo con segni o con parole.
Ricordo, qui, brevemente, che il nostro sistema comune di misurazione, cioè quello metaforico-simbolico, come e da chi è stato tradotto già in equivalenze simbolico-aritmetiche alla fine dell’Ottocento.
Questa formalizzazione del linguaggio, infatti, era avvenuta quando, con David Hilbert (1862-1943), fu posto un procedimento di traduzione dell’espressione logica attraverso un sistema matematico-simbolico; ma, ciò che si dimentica spesso, è che solo successivamente Kurt Gödel (1906-1978), ha definito i parametri della rappresentazione numerica del linguaggio.
Nel 1931, in realtà, Gödel aveva già tradotto dapprima le equivalenze simboliche in calcoli logici, poi, in calcoli formalizzati da strisce di numeri, e, qualche decennio dopo, queste strisce sono state interpretate come messaggi che trasportano procedure per risolvere problemi — altrimenti dette informazioni organizzate secondo espressioni logiche.
Gödel, infatti, ad ogni simbolo assegnò un numero, ad altri numeri assegnò i segni fondamentali di punteggiatura, moltiplicazione ed addizione, e poi sempre a dei numeri assegnò tre tipi di variabili: quelle propriamente dette variabili numeriche — per mezzo delle quali una sequenza di numeri poteva sostituire cifre ed espressioni numeriche —, poi ci sono le variabili proposizionali — attraverso le quali una sequenza di numeri poteva tradurre formule —, e infine le variabili predicative — vale a dire che le sequenze numeriche determinavano anche i predicati in una striscia di numeri —.
Era nata la formalizzazione attraverso cui non solo una qualsiasi espressione simbolica, o logica, o matematica del linguaggio, ma anche energetica, poteva essere tradotta in una sequenza di numeri.
Si erano poste le basi per esprimere (“formalizzando”) un “racconto” attraverso il calcolo di successioni di numeri, con le cosiddette “energie-informazioni”. Successivamente, la Teoria dell’informazione (1948) stabilì come dall’entropia sia possibile misurare elaborare e analizzare i fenomeni e inviarli attraverso un canale “fisico” detto dell’informazione; in questo modo si sono potuti utilizzare modelli matematici che sono trasmessi secondo codifiche energetiche.
Le informazioni si organizzano e viaggiano in canali alla velocità elettrica e della luce. Per questo motivo, può essere “configurata” e intesa anche come una traduzione in linguaggio di stimoli elettrici e luminosi. Basta possedere un dispositivo per tradurre le sequenze di informazioni presenti nella luce o nei messaggi elettrici al fine di valutare i fenomeni prima dell’intervento del linguaggio rappresentativo. Gli stimoli, in questo caso, sono già considerati organizzati in un messaggio traducibile in un sistema di “riconoscimento”. Questo riconoscimento, però, utilizza un “sentire organizzato in un linguaggio di fibre luminose numerali o geometriche”.
Sia ben chiaro: il sistema d’informazione, da questa ottica, produce percezioni-stimoli e conoscenze prima che si formino le valutazioni simboliche elaborate con le parole e con una mente che riflette su di esse. Lo stimolo raggiunge direttamente il cervello e non si avvale in questo passaggio della ricezione dei sensi del nostro organismo umano.
Le valutazioni del sistema percettivo e cognitivo, infatti, attraverso l’informazione s’innestano direttamente sulle sinapsi neurali del cervello scavalcando i tradizionali cinque sensi dell’organismo.
L’importante è comprendere che questo nuovo sistema di conoscenza è più veloce e più ampio di quello simbolico. Esso è rilevato ed è recepito con dei dispositivi esterni al nostro corpo, ed è utilizzabile per qualsiasi ambiente di relazione; nonché, va bene di nuovo ricordare, che l’informazione è fondata sulla formalizzazione e traduzione di stimoli elettrici in linguaggio logico-matematico. È chiaro che il mondo simbolico e rappresentativo finora ci ha fatto immaginare solo il movimento. Esso ci ha trasmesso il simbolico come immagine statica, e per giunta universale; mentre quello dell’informazione ha come presupposto un sistema percettivo e cognitivo relativo e dinamico, dove il simbolo ha solo delle caratteristiche emergenti da un ambiente contestuale e si dirige verso un obiettivo o un fine in quell’ambiente.
Da ciò è facilmente deducibile che l’universo rappresentativo e l’universo dinamico in evoluzione-espansione richiedono modelli filosofici diversi; ma sono fondati anche su presupposti scientifici diversi come ad esempio il modo di considerare la materia e l’energia.
Diversa funzione assume anche il corpo fisico. Nell’universo dell’informazione il corpo è inteso come un sistema in interazione continua guidato dalle emergenze cognitive della mente-cervello e che si muove ogni volta in un ambiente dirigendosi verso un fine. In questo nuovo universo dell’informazione sembra che tutto sia interconnesso, anche il modo di recepire e di trasmettere conoscenze nonché il rumore o l’entropia che si genera in un canale comunicazionale.
Con l’emergere dell’informazione si sono iniziati a studiare i canali entro cui i messaggi passano formalizzati in sequenze logico-matematiche e come sono riconoscibili, anche come organizzazioni di stimoli energetici elettro-sensoriali. Diventano importanti, così, le soglie di percezione oltre le quali alcuni sistemi sono indotti a trovare o scegliere direzioni diverse. Nei canali spesso si trovano anche dei rumori, i quali disturbano il passaggio dei messaggi di informazioni su fenomeni in espansione-evoluzione. Questi rumori potrebbero o cancellare il messaggio o compromettere la corretta ricezione delle relazioni dinamiche in movimento da parte dei dispositivi (intesi qui come apparecchi che traducono la formalizzazione dei messaggi elettrici in immagini suoni o in varie altre forme linguistico-simboliche). In effetti, bisogna convenire che i modelli di trasmissione delle informazioni sono diversi dalle argomentazioni filosofiche tradizionali che si fondavano sui concetti e sulla trasmissione del sapere attraverso la scrittura o le immagini.
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Ciascuna informazione, oggi, inoltre, aggrega sempre più fibre luminose e si propaga formando una rete di messaggi costituita da “correnti elettro-luminose”, osservabili, misurabili, pesabili e contabilizzabili da un osservatore munito del suo dispositivo in un qualsiasi ambiente spazio-temporale. L’informazione permette di percepire la direzione degli organismi in movimento di un ambiente relazionale che si evolve e si espande e di fare previsioni con più precisione di quanto non è stato possibile finora ipotizzare col linguaggio simbolico.
Queste correnti organizzate in informazioni sono qualcosa di più di elementi formali, perché sono valutabili secondo modelli di segnali; anzi, il sistema con cui si rileva una mappa di segnali costituisce già un messaggio, che comunemente chiamiamo una valutazione attraverso un “sentire” pre-linguistico (o pre-segnico), utile a valutare i modelli replicabili delle fibre luminose-particelle nelle loro relazioni elettriche e dinamiche. Un qualsiasi osservatore collegato al suo dispositivo di rilevamento e di calcolo è in grado di leggere il messaggio formalizzato, e prevedere gli eventi attraverso l’analisi dei segnali, o essere avvertito, ad esempio, nell’istante in cui un accadimento “catastrofico” sta verificandosi.
L’informazione trasmessa attraverso stimoli elettrici, perciò, potrebbe essere considerata un indicatore di testo energetico, che è formalizzato attraverso un modello di fibre luminose emerso dall’aggregazione variabile in uno spazio-tempo, e che è sottoposto alle scelte di un osservatore.
Il testo energetico, inteso in questo modo, è riconducibile ad esempio a una estetica della ricezione testuale [ad esempio, Umberto Eco, Opera Aperta, Milano, Bompiani, 1962; e Hans Robert Jauss, Perché la storia della letteratura?, Napoli, Guida, 1983]. Ciò che va considerato come dato innovativo, però, è che questo sistema di relazioni emerge con la decisione di un osservatore dopo aver scelto un modello con cui organizzare i messaggi trasmessi dalle fibre luminose. Questa scelta di codice s’instaura anche prima dell’intervento della formalizzazione in linguaggio sonoro-visivo.
La conoscenza sensibile sembrerebbe oggi deducibile, in base alle attuali scoperte, dal tipo di misurazione e dalla direzione energetica che applica un cervello connesso ai suoi dispositivi di rilevamento e di calcolo.
Essa (conoscenza sensibile) non si differenzia da quella prodotta dalla mente; anzi, oggi sembra che tutte le forme di conoscenze sono innestate nel corpo fisico e nel cervello attraverso la composizione della struttura informativa.
Ne deduciamo che le facoltà della mente sono trasferite al cervello. Lo affermano molti biologi, fisiologi e studiosi dei sistemi cognitivi, senza che gli altri studiosi si scandalizzino. Per essi rimane valida — ovviamente dopo almeno la connessione in interfaccia della mente col cervello — l’affermazione di Immanuel Kant «la mente non deriva le sue leggi (a priori) dalla natura, ma le prescrive a quest’ultima». [I. Kant, Prolegomeni a ogni futura metafisica, Milano Rusconi, 1995, p. 24].
Questa “metafisica del cervello” — (o, meglio, traslata dalla mente al cervello, ma andrebbe aggiunto anche di tutto l’organismo e dell’ambiente) — specifica la posizione assunta da un organismo connesso a un sistema di relazioni elaborato con un codice “testuale” comune ad altri cervelli in un ambiente che come l’organismo è in espansione-evoluzione.
In sostanza le scelte relazionali, che un osservatore produce in un ambiente vettoriale e aggregante forze, danno l’indirizzo delle energie che si formalizzano con alcuni modelli geometrici “prescrittivi”.
Si ricorda che il testo energetico, come qui è trattato, va oltre la definizione comune della semiotica, che già non faceva riferimento più al solo testo scritto, ma era costituito da diverse sostanze dell’espressione o forme mediali (come quelle tratte da film, videoclip ed altro).
Per questo motivo, ciò che s’indica con la locuzione testo energetico va riportato alla nozione di testo che fu ampliata per identificare qualsiasi oggetto semiotico dotato di una particolare struttura e mirato ad ottenere una particolare serie di scopi comunicativi. Inoltre, il testo energetico è valutabile solo se si applica una interpretazione formulabile attraverso dei dispositivi adatti alla decodifica dei messaggi. L’informazione contenuta nell’energia viene decodificata da questi dispositivi di calcolo o di rilevamento attraverso sensori, e così si allontana l’entropia dal messaggio.
Nel testo energetico, infatti, è presente quello stimolo elettrico, che non è altro che il messaggio valutato dal dispositivo di decodifica; esso già induce a percepire una informazione in relazione con l’ambiente.
L’energia-informazione si è resa ora visibile sia come una struttura formalizzata (nelle tesi elettrodinamiche-quantistiche, a partire dalle fibre luminose che compongono le strutture subatomiche), e sia nell’osservazione delle galassie con telescopi a radiazioni. Lo stesso vale per i corpi umani, come ad esempio nell’analisi doppler.
Il testo energetico attualmente, poi, si delinea, anche come una sorta di testo configurabile in un social network neurale innestato in un brain net (una rete di cervelli) connessi tra loro.
L’energia-informazione elettrodinamica è diventata, così, un nuovo modo di formalizzare il linguaggio, che ora determina, a mio giudizio, una “nuova estetica”.Con questa nuova estetica è possibile analizzare il mondo attraverso la misura, il peso e la contabilizzazione dei modelli scelti per una configurazione da parte di un organismo. La trasmissione di queste nuove forme di analisi e di giudizi avviene per mezzo di stimoli energetici e giungono a noi prima della formalizzazione nel linguaggio dei segni e dei simboli.
L’estetica dell’informazione è una disciplina giovane, ma già ben individuabile. La ricezione e l’emissione d’informazioni, infatti, nel corso degli anni, ha costituito un’organizzazione procedurale nuova con cui si sono configurate le relazioni e si sono valutate distanze di miliardi e miliardi anni-luce, o stabiliti eventi mai finora immaginabili; però oggi questi eventi sono configurabili e resi percettibili attraverso dei dispositivi logico-matematici che trasportano informazioni alla velocità della luce e dell’energia elettro-dinamica.
Qualsiasi informazione, si dice ora, che collega un emittente ad un destinatario; ma pochi sono consapevoli che le relazioni sono informazioni trasmesse da strutture energetiche. Ogni cognizione, poi, che emerge, può essere tradotta in numerica solo con i dispositivi; e, con programmi adeguati, può poi essere trasposta anche in percezioni visive di gesti, di simboli, di metafore, ecc..
Possiamo affermare che una diversa e più ampia forma di cultura sta emergendo con l’informazione.
Oltre a un’indiscussa presenza di un’estetica dell’informazione in continuo divenire, già preannunciata negli anni ’90 da Dino Formaggio, ci sono stati e ci sono alcuni artisti pionieri dell’arte dell’informazione anche in Italia. Essi hanno prodotto opere d’arte attraverso delle configurazioni in evoluzione utilizzando i canali informatici per trasmettere le prime informazioni… “artistiche”. Che si chiamino ancora “artisti” o che si chiamino“operatori estetici” come giustamente, per differenziarli, chiede Mario Costa, il fatto notevole è che un nuovo modello di conoscenza si sta affermando, non passa più attraverso le “rappresentazioni”, rendendo obsoleta anche qualsiasi altra forma artistica tradizionale. Il punto nodale di questa differenziazione, a mio giudizio, è che con l’informazione un’altra visione della materia e dell’energia è emersa coinvolgendo anche il modo di produrre l’opera d’arte. Ancora oggi la maggior parte delle opere sono costituite da una materia fisica e da un pensiero finora separati; mentre le opere dell’informazione energetica sono tali perché la materia e il pensiero sono interconnessi nella organizzazione energetica, e non si possono separare neanche dall’organismo che l’ha emessa o l’ha messa in circolo.
Nota redazionale
Il ritratto fotografico del paginone è di David Hilbert (scattato nel 1912)
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