Ne siamo perfettamente coscienti. Andare avanti con le pagine digitali di ZRAlt!, proponendo testi su testi, immagini su immagini, dedicati a più di una “riflessione” sull’Arte e la Cultura in generale, sta diventando viepiù difficile in un contesto geo-politico dominato da crescenti ideologie antidemocratiche e reazionarie. I nazi-fascistoidi sovranismi variamente declinati in questo o quel Paese (per tutti, l’americano MAGA della malefica accoppiata truskiana), crescono a vista d’occhio, mentre guerre imperialiste come quella in corso dell’aggressione putiniana nei confronti dell’Ucraina e il genocidio dei palestinesi in atto da parte dello Stato d’Israele dimentico della vissuta tragedia della Shoah, continuano ad insanguinare il martoriato “pianetucolo” Terra.
In più di un Editoriale ci siamo soffermati su questa regressione di un umanistico cervello collettivo pensante (Gramsci), surclassato com’è da macchine digitali e algoritmi “non-pensanti”, ma semplicemente replicanti come sta avvenendo soprattutto con la trionfante Intelligenza Artificiale.
Eppure, per interpretare al meglio ciò che ci sta capitando, non possiamo che rifarci alle lezioni impartiteci da più di un homo sapiens. Nel nostro caso ricorriamo ancora una volta al pensiero del profeta della Vita e della Società liquide: il Grande Zygmunt Bauman scomparso nel 2017, ma ben presente peraltro sulla nostra rivista, grazie anche all’articolo Le catastrofi & le paure liquide: videointervista a Zygmunt Bauman, videointervista effettuata dal compianto collaboratore – il più che valido critico d’arte Antonio Picariello – pubblicata sul n. 3 dell’inverno 2013. In onore di entrambi inseriamo per la prima volta in un Editoriale, l’incipit dell’articolo con il frame-ritratto di Bauman
Cosa si nasconde dietro il regressivo sovranismo che sta minacciando seriamente la più o meno civile convivenza delle nostre malaticce e malandate democrazie occidentali? Una parolina baumaniana, appunto: retrotopia, ovvero il guardare temporalmente ad un rassicurante passato, rispetto ad una più illuministica e gratificante utopia protesa al futuro.
Affidiamo i dovuti chiarimenti ad alcune righe tratte dall’omonimo libro del Nostro, a suo tempo tempestivamente segnalato nel n. 32-33 di questa stessa rivista: «Abbiamo invertito la rotta e navighiamo a ritroso. Il futuro è finito alla gogna e il passato è stato spostato tra i crediti, rivalutato, a torto a ragione, come spazio in cui le speranze non sono ancora screditate. Sono gli anni della retrotopia. […] Per arginare le correnti del “ritorno a” – a Hobbes, alle tribù, alla disuguaglianza, al grembo materno – non ci sono scorciatoie che portino a risultati diretti, rapidi e facili. Lo ripeto ancora una volta: probabilmente il compito che abbiamo di fronte – innalzare l’integrazione umana a livello dell’umanità intera – si rivelerà arduo, faticoso e impegnativo come mai prima d’ora. Dobbiamo prepararci a un lungo periodo di domande più che di risposte, di problemi più che di soluzioni, in bilico tra il successo e il fallimento. Ma in caso di sconfitta il verdetto per cui “non c’è alternativa” – diversamente dalle situazioni in cui lo pronunciò Margaret Thatcher – sarà senza appello. Noi abitanti umani della terra siamo, come mai prima d’ora, in una situazione di out out: possiamo scegliere se prenderci per mano o finire in una fossa comune».
Chi voglia approfondire la lacerante tematica di questa frase finale, può utilmente leggere o rileggere le “testimoniali” pagine di altri due suoi libri: Stranieri alle porte e Paura liquida.
Da parte nostra ci limitiamo a “prenderci per mano” proponendo i testi di questo numero doppio 45-46, in cui le consolidate sezioni dedicate al Cinema, all’Arte e alla Letteratura s’intersecano e si rincorrono, non trascurando, se del caso, tutte le emergenti interferenze dell’IA.
Per il Cinema, la recensione di Pino Bertelli sul film in bianco e nero Tatami. Una donna in lotta per la libertà (2023), di Guy Nattiv e Za Amir Ebrahimi (rispettivamente israeliana e iraniana) va ben al di là dei molteplici apporti creativi evidenziati per la regia, sceneggiatura, montaggio…, in quanto: «Tatami è il racconto sofferto di una scelta, non solo per le donne, a rifuggire la rassegnazione e alzare la testa contro ogni forma di sottomissione… è la figurazione del coraggio femminile in paesi dove la donna è cancellata dal dispotismo familiare e dello Stato… un film sulla dissidenza, sull’odio cieco di sistemi e governi che pretendono di decidere della vita e dei sogni dei cittadini ».
Per l’Arte, ben quattro interventi si inoltrano tra i meandri di alcune rassegne e mostre d’arte personali o approfondimenti teoretici di carattere socio-antropologico ed estetico. Eccone autori e titoli: una triplice firma è apposta da Manuela De Leonardis, Giulia Del Papa e Antonio Gasbarrini in Continuiamo a seminare arte contemporanea diffusa pure in questa IV edizione interdisciplinare, mentre Francesco Correggia in Senso e non senso, Giuseppe Siano in Una lettera aperta sul “sentire” contemporaneo nell’arte, Franco Fiorillo in Notre Dame de Fukushima & il dialogo con le nuove intelligenze artificiali. spaziano in lungo e in largo su una serie di problematiche connesse non solo ad una disamina d’ordine estetico.
Continuare pervicacemente a “Seminare Arte” – la rassegna multidisciplinare giunta alla sua quarta edizione (2022-2025) promossa dal Museo dei Bambini, con la direzione dell’artista Lea Contestabile ed il critico d’arte Antonio Gasbarrini in un territorio come quello della città dell’Aquila e dei centri minori nei suoi dintorni devastato dal sisma di sedici anni fa – al fine di favorire una rigenerazione civica più che genericamente urbana – in gran parte da rivitalizzare, potrà sembrare temerario. Eppure il successo riscontrato in termini di partecipazione del pubblico sembra dare ragione ai curatori delle tre sezioni.
Scrive tra l’altro nel suo testo di presentazione A cavallo di un manico di scopa Manuela De Leonardis (mostra allestita nella città capoluogo nel restaurato spazio post-sismico dell’ex “Asilo occupato”) :«La favola, il sogno, lo specchio, il mito, il gioco, l’infanzia, la memoria, la narrazione sono anche le “parole chiave” che hanno guidato 18 artiste e artisti internazionali nell’interpretare questo ampio tema, prendendo per mano spettatrici e spettatori di ogni età in un viaggio che è prima di tutto introspettivo». Rilevano, rispettivamente, Giulia Del Papa e Antonio Gasbarrini per la sezione Arte – Spiritualità disseminata tra l’Orto botanico della Basilica di S. Maria di Collemaggio e il Monastero di clausura di S. Basilio a L’Aquila, nonché la Chiesa di S. Maria de’ Centurelli in Caporciano per quanto concerne la retrospettiva-Omaggio allo scultore abruzzese Pasquale De Carolis: «Così come l’Orto Botanico raccoglie specie rare e diverse per mantenerle, preservarle e promuoverle nello studio, ugualmente la polifonia di intenti ravvisabili nelle opere che compongono la mostra vuole significare e restituire la multiforme ricchezza del patrimonio creativo umano»; «Mai uguali a sé stesse, ma sempre fedeli alla dinamizzata, vibrante urgenza poetica di conferire alle loro molecole su molecole inorganiche a cui è stata finalmente tolta la catena di forza della loro intrinseca, apparente immobilità, le “creature” di Pasquale De Carolis, siano esse variamente scanalate o morbidamente effigiate, sorprendono per la loro coerenza stilistica».
Appaiati, sul versante teoretico con risvolti anche filosofici, i due testi di Francesco Correggia e Giuseppe Siano, pongono una serie di questioni problematiche sia per quanto riguarda un irriconoscibile umanesimo ora relegato nella soffitta dei ricordi, sia per la rifondazione di una esangue disciplina qual è diventata quella dell’attuale critica d’arte.
Scrive, infatti, Correggia:« Gli umani ora cercano di nuovo un senso ma questo senso è stato espropriato della scrittura consegnata alle macchine, ai circuiti, alle ChatGPT, alle reti, ai social, ma il rischio è che ci venga espropriato anche il senso nella sua interezza. Si rimane soli davanti alla morte che nullifica non solo la vita, ma la stessa morte che è anche un non senso del senso stesso».
Constata Siano: «Il nostro universo teorico-artistico dagli anni ’40 in poi del secolo scorso è stato mediato con maggiore chiarezza specie attraverso le teorie della sociologia e dell’antropologia dell’arte che poi sono culminate con l’affermarsi delle teorie del postmoderno o del transito delle avanguardie o retroguardie anche con l’avvento del design, dello stile e dell’arte fotografica o cinematografica oggi “creativamente” digitalizzate».
È comunque l’artista Franco Fiorillo a proporci il suo serrato dialogo testuale con vari siti dell’IA, anche come supporto e verifica dei “marginali consigli”, in fatto di creatività e di commistioni verbali con le sue opere proposte in una sua recente mostra personale:«L’impressione è quella di dialogare con una mente attenta e curiosa, ma in realtà si sta dialogando con un’imponente massa d’informazioni: tentare un dialogo con l’A.I. è di per sé una sfida persa, in quanto le stesse inesattezze prodotte dalle risposte risultano frutto di una ricerca tra miliardi di pagine web ma spesso casuali ed imprecise, restituendo strategicamente un’“umanizzata” apparenza creativa dell’enorme data-base».
Per la letteratura, infine, la “poesia d’oggi per il domani” di Eva Rachele Grassi in ¿… essere…o non essere…”fuori luogo”…? / ¿…être… ou ne pas être…”hors-contexte”… ? (pubblicata anche nella sua versione in lingua francese) e Anna Maria Giancarli Malgrado la sua apparente inutilità la poesia è sempre più necessaria, oltre al racconto inedito di Umberto De Carolis L’apostata (o l’abbandono scolastico), aprono significativi interstizi di luce tra le amare pieghe del nostro contemporaneo malvivere.
L’esperienza di Eva Rachele Grassi esperita con la neo-avanguardia della Ghost Art nell’area delle ricerche parigine, le consentono di trasformare la poesia lineare in un emblematico deposito immaginifico da cui prelevare non solo parole, ma rivitalizzati segni di sospensione o d’interpunzione assunti a protagonisti dei sui fulminanti versi mirabilmente impaginati in un ricettivo ed euritmico spazio bianco bidimensionale:
«…E nel buio del mio nascondiglio…
…ai limiti del nulla…
…come un’onda vuota…
completo il mondo
oltre i confini del pensiero»
Anna Maria Giancarli, oltre ad affrontare alcune questioni esistenziali connesse al versificare (sia scritto che letto), pubblica anche alcune sue recenti poesie caratterizzate da un’alta e modernizzata qualità civile:« «… e poi i corpi calarono sempre più giù / inabissati / in fondo / le gole senz’aria tra gli arpeggi / di onde sonore e memorie / i corpi si cercano si stringono / s’avvincono mentre / calano a picco / sempre più giù / nella fosca luce appaiono a volte / e scompaiono al buio / tra lampi di sguardi e carnivore acque / corpi ignoti nel fluido corpo mediterraneo / meta d’utopie / corpi nella trappola dei nostri misfatti / e democratici profitti / senza foglio di via dai deserti natii / alle torture…».
Umberto De Carolis – esordiente collaboratore della rivista – con il suo racconto inedito che mette in campo le molteplici contraddizioni presenti in un mondo scolastico (docenti e studenti) finalizzato al consumismo per il consumismo al completo servizio del profitto aziendalistico, traccia con garbo e sottile ironia le coordinate del depravato neo-capitalismo :«Filosofo – «Rien plus à dire. Non c’è più un cane che voglia darci retta. La gente è altrove, ti ripeto.» Era prima toccato ai preti, adesso a loro. E pertanto era finita. «Noi siamo morti… tutti.» Retore – «Tu pure…» Filosofo – «Tutti.» Retore – «Eppur ti muovi…» Filosofo – «Mi muovo, sì, ma come serpe mozza.»
Indice binario
Cinematografia
Pino Bertelli Tatami. Una donna in lotta per la libertà (2023), di Guy Nattiv e Za Amir Ebrahimi
Arte
Antonio Gasbarrini con Manuela De Leonardis e Giulia Del Papa Continuiamo a seminare arte contemporanea diffusa pure in questa quarta edizione interdisciplinare
Francesco Coreggia Senso e non senso
Giuseppe Siano Una lettera aperta sul “sentire” contemporaneo nell’arte
Franco Fiorillo Notre Dame de Fukushima & il dialogo con le nuove intelligenze artificiali
Letteratura
Eva Rachele Grassi ¿…essere…o non essere…”fuori luogo”…? / ¿…être… ou ne pas être…”hors-contexte”… ?
Anna Maria Giancarli Malgrado la sua apparente inutilità la poesia è sempre più necessaria
Umberto De Carolis L’apostata (o l’abbandono scolastico)
ALCUNI TITOLI E AUTORI DEL PROSSIMO NUMERO 47 DI ZRAlt!
Pino Bertelli Sulla fotografia della sofferenza e della dignità in Sebastião Salgado
Antonio Gasbarrini Lo spirituale nell’arte. Un Check up sulle sbiadite o scomparse tracce kandinskijane
Giovanni Fontana Poemi astratti
Marco Palladini Attraversare lo specchio (racconto inedito)
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