Mentre fiumi e fiumi di sangue terribilmente umano continuano ad arrossare tra una guerra e l’altra disseminata nell’irriconoscibile pianeta Terra i luttuosi giorni che ci stanno mediaticamente piovendo addosso, la nuova incarnazione della malefica demenza diffusasi come un virus, ha trovato il suo alter ego nell’uso distorto della emergente Intelligenza Artificiale. E, se ZRAlt! continua ad esaminare le sue potenziali benefiche ricadute creative proponendo “indagatori” articoli e saggi scritti ad hoc da alcuni dei suoi collaboratori, gli strateghi militari (russi e israeliani, in particolare) ne stanno facendo un crescente uso perverso. Ai familiarizzati droni portatori di sola distruzione e morte, si sono via via affiancati sofisticati algoritmi progettati – dopo aver statisticamente ingoiato nella memoria informatica centinaia di migliaia di immagini e informazioni concernenti i singoli individui, le loro abitazioni, gli spostamenti e via di questo passo – per fulminarli a distanza (con un’arma come il fucile o una bomba).
A decidere, ora, non è più la mente, bensì la M.I. (Malefica Intelligenza) e, per essa, l’algoritmo più appropriato. Da aggiungere tutte le manipolazioni mediatiche che, tra fake news e deepfake, hanno consentito alla ben assortita coppia dell’inganno trumpiana-muskiana, d’impadronirsi degli Stati Uniti d’America e, quel che è più terrificante, della loro estinguibile democrazia.
Sicché la promessa utopia d’una A.I. all’esclusivo servizio del bene comune o individuale (si pensi alla tutela dell’ambiente e della salute), sta via via trasmutandosi in una perturbante distopia. Il cui nerastro orizzonte minaccia di avvicinarsi viepiù ai nostri atterriti occhi, desiderosi invece d’imbattersi in rigeneranti incontri con una pacificante e affratellata convivenza amalgamata dalle potenziali, indomite energie positive emanate dalle pagine digitali di ZRAlt! Proviamo a sfogliarle a volo d’uccello.
Per la cinematografia è Pino Bertelli, nella sua recensione di The old oak (La vecchia quercia) di Ken Loach, a farci toccare con mano – tra un fotogramma e l’altro – la partecipata descrizione di una piccola comunità di disperati scaraventati nel girone infernale della povertà che ritrova la dignità perduta in un comunitario, sgangherato pub inglese “rispolverato”. Qui possono consumare conviviali pasti caldi garantiti dalla volontaristica solidarietà di alcuni dei personaggi:
«Il cinema di resistenza di Loach sta dalla parte degli ultimi… il regista inglese sa bene che non è col cinema che si può cambiare il mondo, ma restituire almeno la dignità a uomini e donne là dove è stata calpestata. Con The old oak (La vecchia quercia), Loach e lo sceneggiatore di sempre, Paul Laverty, costruiscono un film dalla bellezza “primitiva”, sradicata dalle confezioni cinematografiche che riguardano l’oligarchia dell’asservimento a burocrati, finanzieri, tecnici, pubblicitari, sociologi, psicologi, insegnanti, politici, militari, preti, sindacalisti…».
Per la letteratura è il disincantato e polisemico, incalzante fraseggio di Marco Palladini, propostoci nel racconto breve Eudemonia (o illusioni di felicità) a tratteggiare le mille e mille sfumature semantiche d’una lingua ed un appiattito linguaggio in via di disfacimento:«È arduo, quasi impossibile resistere alla diarrea aberrante del linguaggio che si trasmuta in politichese e accademichese, scientifichese e filosofese, sindacalese e avvocatese, psicanalese e sociologese, poetese e sacerdotese, giornalese e critichese… gli eudemonici e/o eudemaniaci esercitano lo sguardo contemplattivo perché vede quello che gli altri non contemplano… loro scrivono nuotano in un mare di note, senza approdare da nessuna parte, in stile libero connettono gli umorali, forse idilliaci paesaggi interiori con i passaggi prosaici nel conflittuale mondo esterno…».
La parte da leone, in termini non solo quantitativi, la fa l’arte con la scorribanda temporale spaziante dai primi del Novecento ai nostri giorni nei testi di Massimo Pamio Su Francesco Paolo Michetti, Mari de Jesus Correa e Luigi Fabio Mastropietro La Luna e il Minotauro (nel labirinto di Picasso), Luciano Romoli Arte e intelligenza artificiale.
A seguire, i due articoli dedicati al giornalismo culturale e le continue invasioni di campo censorio in auge dopo l’avvento del destrorso, liberticida governo meloniano, firmati da Alessandro Monti in La censura del quotidiano Il Messaggero ad un articolo critico sul Maxxi L’Aquila e Antonio Gasbarrini L’attività triennale del Maxxi L’Aquila: un bicchiere mezzo vuoto.
Per concludere, il pedagogico testo di Francesco Correggia Agostana, teso a riconfigurare i debordanti stili di vita dell’onnivora società consumistica.
Tra i più rappresentativi artisti italiani attivi tra fine Ottocento ed i primi due decenni del Novecento, va senz’altro annoverata la figura dell’abruzzese Francesco Paolo Michetti il quale, grazie alla felice contaminazione tra pittura o grafica e fotografia (ma anche cinematografia), è riuscito a modernizzare il lessico modernista, senza peraltro attingere a soluzioni formali avanguardiste affermatisi nel periodo in cui ha operato. L’aggiornata lettura critica proposta da Massimo Pamio, soprattutto per quanto concerne le opere novecentesche, consente una efficace rivisitazione della sua alta arte: «L’ultima fase michettiana è rivoluzionaria. Michetti dipinge quadri che oggi si definirebbero “astratti”, concetto che al suo tempo nessuno poteva esprimere, neanche lui, che non coglie il suo gesto profetico, la svolta epocale che prefigura. La pittura della luce implode, il movimento scompare, l’inquadratura e lo spazio cinematografico vengono sostituiti dal supporto; la carta o la tela emergono come unica verità della rappresentazione. Si tratta dell’ennesima scoperta michettiana: dell’essenziale, della pittura come arte della cattura della traccia del passaggio della forma sul pianeta».
Il reading a due voci di Mari de Jesus Correa e Luigi Fabio Mastropietro tenuto nel Teatro Instabile di Napoli in occasione degli incontri interdisciplinari “Picasso, L’Amore e L’Eros” con cadenze plurisettimanali dal 4 novembre al 16 dicembre 2023, ha annodato – tra frammenti di testi prosastici e poetici, anche inediti – le drammatiche vicende biografiche delle amanti e mogli di Pablo Picasso: Marcelle Humbert (detta Eva): Fernande Olivier, Olga Koklova (sposata nel 1918), Marie-Thèrèse Walter, Dora Maar (Théodora Markovitch), Françoise Gilot, Geneviève Laporte e Jacqueline Roque (sposata nel 1961).
Sono le “trafitte” parole di alcune di esse a plasmare a tutto tondo la traslata figura di Picasso-Minotauro, resa celebre nel dipinto “Dora e il Minotauro”: «Concentrati sulla grande tela, i nostri corpi e le nostre mani erano tutt’uno con i nostri pensieri. In quei momenti mi sentivo più amata e appagata di quando ci abbracciavamo. Pensavo che per noi due il sesso fosse un elemento di disturbo nel farci sentire veramente uniti. Perché, quando sentivo questa celeste vibrazione di vicinanza creativa e spirituale, il contatto con la pelle diventava solo una manifestazione secondaria del nostro rapporto. Forse mi sentivo così perché mentre Picasso dipingeva Guernica e io lo fotografavo, lui non era il Minotauro. In quelle settimane eravamo alla pari».
La tempestiva attenzione riservata da ZRAlt! all’emergente intelligenza artificiale generativa con la pubblicazione di una serie di apporti testuali concernenti le incipienti implicazioni creative, è in questo numero affidata alla “cognitiva” penna di Luciano Romoli. La personale rivisitazione astratto-digitale della “Battaglia di San Romano” di Paolo Uccello avvalendosi dei suoi inventati “eidoalgoritmi” (vale a dire algoritmi per immagini), gli ha consentito di chiedere con alcuni prompts delle varianti compositive astratto-geometriche della stessa con risultati alquanto opinabili: «Il sogno ispiratore della mia ricerca è stata l’esplorazione fra arte e scienza, il concepimento dell’idea che forme astratte, rappresentative di principi della scienza, potessero costituire modi di rappresentare i profondi legami che uniscono i due mondi, e che le suggestioni estetiche delle une costituissero sorgente di immaginazione per le altre. Avendo verificato, nel corso del tempo, quanto abbiano pesato, in questo tipo di percorso, gli stati emotivi oltre alle specifiche conoscenze tecniche, sono sempre più convinto che una intelligenza artificiale non possieda le caratteristiche fondamentali per produrre un’opera che si definisca “arte”, ma che possa solo esprimere un – comunque interessante – virtuosismo grafico o linguistico».
Le leggi bavaglio emanate a getto continuo nei confronti dei giornalisti dal fascistoide governo meloniano, stanno abbattendosi in tutti i settori, compreso quello del giornalismo culturale. Un caso emblematico in tal senso ha coinvolto in prima persona il direttore e fondatore di questa rivista con la censura di un suo articolo scritto per l’edizione regionale abruzzese del quotidiano “Il Messaggero”, alquanto critico sulla gestione triennale espositiva (2021-2023) del MAXXI L’Aquila. Così scrive Alessandro Monti a chiusura del suo articolo ricostruente per filo e per segno la dinamica dell’accaduto: «Non possiamo dunque non domandarci se ai piani alti del giornale non sussista un desiderio di compiacere i potenti oscurando notizie e commenti ritenuti non graditi; forse alla nuova Presidenza della Fondazione Maxxi, affidata, dal novembre 2022 (dopo lo spoil system di Giovanna Melandri), all’elegante giornalista-scrittore, già a Il Foglio, Alessandro Giuli, di dichiarata ortodossia meloniana? Se così fosse, comunque sarebbe a sua completa insaputa».
A difesa della dignità professionale calpestata Antonio Gasbarrini, oltre a riassumere tutte le contraddizioni ed i limiti inerenti alle proposte culturali (mostre, performance, altre iniziative collaterali) messe su dal MAXXI L’Aquila, consente al lettore di farsi un’idea più precisa dell’accaduto, data la possibilità di poter scaricare il “Libro quasi bianco” di circa 60 pp. Qui sono riportati in forma anastatica oltre 40 articoli pubblicati nella sua rubrica settimanale “Il Taccuino dell’arte”: «Contraddizioni tutte, sin qui telegraficamente ricordate – istituzionali e non –, puntualmente scoperchiate a più riprese nella “silenziata” mia rubrica settimanale de Il Taccuino dell’Arte. Perciò, dopo qualche decennio d’una proficua collaborazione instaurata con la testata romana nella sua sede redazionale della città svevo-angioina (troncata di botto con l’improvvida censura), non mi è rimasta che una obbligata, irreversibile e non indolore scelta: bye bye Il Messaggero!».
L’irrinunciabile rito agostano dei vacanzieri full time o mordi e fuggi, stigmatizzato com’è da Francesco Correggia, impone un ripensamento morale ed etico di fondo. In grado di ripristinare un giusto equilibrio tra il diritto individuale di “godersi” finalmente la libertà riconquistata rispetto alla monotona routine quotidiana e il dovuto rispetto dell’ecosistema ed i luoghi, sopratutto urbani d’interesse storico, assaliti dalle zigzaganti masse dell’overtourism.
«Nella critica della ragione pratica, come è noto Kant parla “della legge morale dentro di me e del cielo stellato sopra di me”. Sono punti fermi nella nostra vita, ci danno sostegno e ci guidano nella comprensione di ciò che conta veramente. Il principio della morale dovrebbe essere per noi una bussola orientativa che certo non sempre funziona ma ad ogni modo ci consente di distinguere, confortati anche dall’etica, ciò che è bene da ciò che è male. Anche se tale principio non è sufficiente ad orientarci con tutti gli aspetti della nostra vita tuttavia esso ci aiuta a preservare noi stessi come essere razionali».
Indice Binario
Cinematografia
Pino Bertelli The old oak (La vecchia quercia) di Ken Loach
Slides
Letteratura
Marco Palladini Eudemonia (o illusioni di felicità) – Racconto inedito
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Arte
Luciano Romoli Arte e intelligenza artificiale
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Mari de Jesus Correa e Luigi Fabio Mastropietro La Luna e il Minotauro (nel labirinto di Picasso)
Slides + 1 soundtrack
Massimo Pamio Su Francesco Paolo Michetti
Slides + 1 video
Alessandro Monti La censura del quotidiano Il Messaggero ad un articolo critico sul Maxxi L’Aquila
Antonio Gasbarrini L’attività triennale del Maxxi L’Aquila: un bicchiere mezzo vuoto
Slides + 1 ebook
Costume e Società (dello spettacolo)
Francesco Correggia Agostana
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ALCUNI TITOLI E AUTORI DEL PROSSIMO NUMERO 45 DI ZRAlt!
Pino Bertelli Tatami. Una donna in lotta per la libertà (2023), di Guy Nattiv e Za Amir Ebrahimi
Antonio Gasbarrini con Manuela De Leonardis e Giulia Del Papa Seminiamo “Arte IV” Contemporanea nel Centro Storico dell’Aquila
Anna Maria Giancarli Malgrado la sua apparente inutilità la poesia è sempre più necessaria
Franco Fiorillo Notre Dame de Fukushima & l’Intelligenza Artificiale
Eva Rachele Grassi ¿…essere…o non essere…”fuori luogo”…? / ¿…être… ou ne pas être…”hors-contexte”… ?
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