Il cyborg da invenzione fantascientifica diventa metafora della condizione umana. Il cyborg è al contempo uomo e macchina, individuo non sessuato o situato oltre le categorie di genere, creatura sospesa tra finzione e realtà

di Marco Fioramanti

Settembre 2021. Fiumicino, Parco archeologico del Porto di Claudio e Traiano

RITROVAMENTO DEL RELITTO DI UN UFO SULLA DARSENA

Sogno o visione, archetipo stellare, amplesso cosmico nella sua dimensione spaziotemporale. Improvvisamente davanti agli occhi, ci riporta fronte allo specchio.

L’oggetto, nella sua forma aliena, viene decodificato nella sua non appartenenza al codice strutturato del linguaggio umano. Eppure quel D.N.A. esogeno siamo noi stessi in un trapassato futuro che ci appartiene.

L’occhio dell’umano non può che riconoscere un paesaggio/navicella spaziale a forma del suo stesso iride nel quale si specchia rimanendone intrappolato.

L’incontro rivela il karma di un destino destinante che si rivela nel tempo presente. La carne e la terra sono la stessa cosa, l’anima cosmica appartiene a un’altra dimensione altra.

Ma cosa sappiamo di questa entità inafferrabile che ha compiuto il viaggio per arrivare a noi? Sappiamo troppo poco della materia oscura dell’universo. La ricerca è ancora avvolta nel mistero. Lo spaesamento dell’incontro provoca una immedesimazione identitaria nel tempo sospeso. L’umano offre su di sé la fedeltà dei cinque simboli archetipi orientali: Fuoco, Acqua, Legno, Metallo, Terra, correlati tra loro secondo un principio di trasmutazione.

L’incontro è un avvicinamento lento e progressivo come un processo alchemico creando una psico-geografica interiore dove esterno e interno coincidono in una osmosi orgasmica. Il soggetto torna a essere l’io in multiforme essenza.

La consapevolezza della dimensione edenica primordiale, istintuale, animale, porta la creatura a sentire per la prima volta la terra tra le mani, afferrando le foglie avvolgendosi di esse mentre il terrestre sceglie di entrare sul bateau ivre molecolare in una forma di smaterializzazione nello spazio profondo del sé.

L’ufo ci osserva gelido come il monolite di 2001 Odissea nello spazio e comincia il viaggio interstellare in cui Ognuno cerca/ la propria Itaca al/ di fuori di sé (Hai-K.O.).

Non esistono mappe stellari in questo viaggio. L’Andata e il Ritorno coincidono.

Che cos’è il linguaggio? L’ipotesi più banale è che sia un sistema di segni che serve per rappresentare il mondo.

Ogni parola designa, in modo diretto o indiretto, una cosa e quando noi impariamo a parlare impariamo ad associare ogni nome con l’oggetto corrispondente e ogni verbo con l’azione corrispondente.

Il cyborg da invenzione fantascientifica diventa metafora della condizione umana. Il cyborg è al contempo uomo e macchina, individuo non sessuato o situato oltre le categorie di genere, creatura sospesa tra finzione e realtà: il cyborg è un organismo cibernetico, un ibrido di macchina e organismo, una creatura che appartiene tanto alla realtà sociale quanto alla finzione.

Questa figura permette di comprendere come la pretesa naturalità dell’uomo sia in effetti solo una costruzione culturale, poiché tutti siamo in qualche modo dei cyborg. L’uso di protesi, lenti a contatto, by-pass sono solo un esempio di come la scienza sia penetrata nel quotidiano e abbia trasformato la vita dell’uomo moderno.

La tecnologia ha influenzato soprattutto la concezione del corpo, che diventa un territorio di sperimentazione, di manipolazione, smettendo dunque di essere inalterato e intoccabile. Se il corpo può venire trasformato e gestito, cade il mito che lo vede come sede di una naturalità opposta alla artificialità. Di conseguenza viene invalidato il sistema di pensiero occidentale incentrato sulla contrapposizione di due elementi antitetici, perché non possiamo più pensare all’uomo in termini esclusivamente biologici. Il cyborg è infatti una creatura né macchina né uomo, né maschio né femmina, situato oltre i confini delle categorie che siamo normalmente abituati a utilizzare per interpretare il mondo.