Gli artisti accettano la sfida, si mettono in gioco in ogni attimo della loro vita, sacrificano tutto alla propria opera – un compito e un destino – e, grazie a questo, sconfiggono la morte: “Thana(tos) libera tutti!”

di Marco Fioramanti

Occorre ascoltare lo spirito profondo, quello spirito di morte e di rovina e, all’uopo, accettare la menzogna e l’inganno, guidare consapevolmente gli uomini alla morte e alla distruzione, raggirandoli per tutto il cammino, affinché non vedano dove sono condotti, e questi miseri ciechi s’illudano di giungere alla felicità.

Fëdor Dostoevskij

La ragione per cui prediligo Dostoevskij è quel mélange di distruzione, questa passione della distruzione che sfocia in qualcos’altro. […] Vivere è distruggersi, ma non per una carenza, bensì per una sorta di pienezza pericolosa. In Dostoevskij non sono gli omuncoli a distruggersi, non sono i debolucci, gli anemici, sono individui che esplodono, che giungono sino al limite di sé stessi e oltrepassano quel limite.

Emil Cioran

ALCUNE CATASTROFICHE SCHEGGE

“Thana libera tutti”, ovvero della pulsione *

 “Vi ricordate quando da bambini si giocava a nascondino? Il giocatore di turno – a occhi chiusi – contava fino a 10 volte il numero dei partecipanti, gli altri si nascondevano. Chi veniva scoperto perdeva all’istante, chi raggiungeva la base gridando “Tana!” era libero. Se l’ultimo giocatore rimasto raggiungeva la base con un “Tana libera tutti!” si ricominciava da capo. Da grandi la vita ci prospetta un gioco irrimediabile, da giocare una volta sola e la conta dei giorni è a nostra insaputa. I più vengono scoperti. Gli artisti accettano la sfida, si mettono in gioco in ogni attimo della loro vita, sacrificano tutto alla propria opera – un compito e un destino – e, grazie a questo, sconfiggono la morte: “Thana(tos) libera tutti!”.

I miti cosmogonici basano le loro tradizioni sulla cultura orale che viene trasmessa, partendo da ipotesi differenti, per esorcizzare il significato della morte. L’artista oltrepassa quella soglia quando riesce, attraverso le sue opere, a fare di sé un “luogo liberato”.

Gli artisti

Francesco Astasio Garcia, ovvero pulsione della purezza
(www.francescoastiasogarcia.com/)

Franco Di Vito, ovvero pulsione dell’esistenza di Dio
(www.animamediatica.it/modules.php?name=News&file=article&sid=1101)

Silvia Faieta, ovvero pulsione del gothic geometrico
(https://silviafaieta.carbonmade.com/)

Marco Fioramanti, ovvero pulsione della dissonanza
(https://it.wikipedia.org/wiki/Marco_Fioramanti)

Pietro Guglielmino, ovvero pulsione di luce/ombra come causa/effetto
(www.pietroguglielmino.com/)

Edoardo Iosimi, ovvero pulsione dell’asintoto
(www.youtube.com/watch?v=Blp5GTSr9zk)

Antonio Lombardi, ovvero pulsione dei quanti di energia
(www.antoniolombardi.com/)

Ruben Dario Martinez, ovvero pulsione del realismo magico
(http://digilander.libero.it/rubenmartinez/paintings.html)

Cristiano Quagliozzi, ovvero pulsione della pulsione
(www.artmonstersjazz.com/cristiano-quagliozzi.html)

Nove modi differenti di affrontare il proprio volto allo specchio che si deteriora e che si affanna. Eppure per quanto possano essere infinite le chiavi interpretative, l’unica sola certezza di esistere consiste proprio nell’essere-nella-catastrofe, in ogni attimo saltare nella strettoia della clessidra, facendoci minuscoli, da un granello all’altro della sabbia del tempo. L’impermanenza, in sanscrito  Anitya (in pāli anicca), è la chiave del distacco, l’annullamento del concetto di soggetto, è uno dei paradigmi dell’esistenza secondo la dottrina buddhista Theravada.

Star WarsIl risveglio della Forza

Ieri sera c’è stata la prima dell’ultimo episodio – il settimo per l’esattezza – di Star Wars. Il titolo, Il risveglio della Forza, pur nel genere fantascientifico-visionario, affronta il tema della “potenziale” catastrofe e allo stesso tempo del mantenimento in vita di quella Galassia lontana. Questa volta l’epica conferisce a una donna coraggiosa il ruolo dell’eroe buono e della portata a termine della missione salvifica.
“Catastrofe” per il matematico francese René Thom è qualunque «fonte di cambiamento qualitativo brusco”, prodotto da un’evoluzione graduale e continua; come accade, per esempio, con la catastrofe» di una tragedia greca, quando tutti i nodi della trama vengono al pettine e piccoli cambiamenti portano alla rivelazione finale (non diversamente da come nell’Odissea i piccoli passi di Ulisse e dei suoi compagni verso la sala della gara con l’ arco hanno come esito la resa dei conti con i Proci).

I miei haiku sulla catastrofe

L’umanità / si getta dalla torre / non più d’avorio.

Vacuum. Vivo / irrevocabilmente / l’istante tetro.

Spirito stanco / s’adagia sgomento / Insofferente.

Disincantata / s’affaccia la morte / Solitudine.

SOLO TU
(Charles Bukowski)
Nessuno può salvarti se non
tu stesso.
sarai continuamente messo
in situazioni praticamente
impossibili.
ti metteranno continuamente alla prova
con sotterfugi, inganni e
sforzi
per farti capitolare, arrendere e/o morire silenziosamente
dentro.
nessuno può salvarti se non
tu stesso
e sarà abbastanza facile fallire
davvero facilissimo
ma non farlo, non farlo, non farlo.
guardali e basta.
ascoltali.
vuoi diventare così?
un essere
senza volto, senza cervello, senza cuore?
vuoi provare
la morte prima della morte?
nessuno può salvarti se non
tu stesso
e vale la pena di salvarti.
è una guerra non facile da vincere
ma se c’è qualcosa che vale la pena vincere
è questa.
pensaci su
pensa al fatto di salvare il tuo io.
il tuo io spirituale.
il tuo io viscerale.
il tuo io magico che canta e
il tuo io bellissimo.
salvalo.
non unirti ai morti-di-spirito.
mantieni il tuo io
con umorismo e benevolenza
e alla fine
se necessario
scommetti sulla tua vita mentre combatti, fottitene
del prezzo.
fallo! fallo!
allora saprai esattamente di cosa
sto parlando…

Schermata 2015-12-17 alle 22.45.45

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* A cura di Marco Fioramanti, collettiva di pittura e fotografia che valorizza l’artista come “luogo liberato”. Roma, Università eCampus – via del Tritone 169  –  novembe / dicembre 2013.