La competenza artistica è quella di diffondere informazioni, in configurazioni innovative e, in tale forma, essere in grado di esporre altresì un’esortazione, come in questo caso, sull’incognita climatica

di Francesco Guadagnuolo

30 Novembre – 12 dicembre 2023 – COP28 a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti (EAU) è il 28° appuntamento annuale delle Nazioni Unite sul clima in cui i governi hanno trattato in che modo contenere e organizzare i futuri mutamenti climatici. COP vuole dire “Conferenza delle parti”, dove le “parti” sono le Nazioni che hanno firmato nel 1992 l’intesa con le Nazioni Unite.

Valenze fra arte ed ecosistema

In occasione della COP28 mi sono interrogato sulla crisi climatica. Corre l’obbligo di precisare che mi sono sempre occupato di politica internazionale e dei fatti del mondo tanto da essere stato chiamato al Senato della Repubblica – in qualità di artista – per l’Intergruppo Parlamentari per il Giubileo del 2000 impiegando il mio operato, sin d’allora, sulle sfide che il genere umano dovrà ancora affrontare.

Spesso raccontiamo la vita sulla Terra, abitandola. Nonostante ciò, non la conosciamo ancora a fondo, ma ancor di più non sappiamo dialogarci al meglio. Tessiamo vicende, immaginiamo scenari probabili e futuri, ma alla fine è l’arte che ha facoltà di raccontarceli, in quanto essa consentente di far fronte a qualsiasi argomento con la sensibilità e l’estro inventivo dell’artista. Così le problematiche del mutamento climatico, questione complessa dell’oggi, ottengono un posto privilegiato nel mio progetto perseguito in merito. L’artista vive il mondo e nel mondo. Vive di pensiero per interpretarlo interrogandosi sul presente e anche sul passato, in quanto è proprio il passato che ci aiuta a capirlo. Ed è per questa ragione che presento su questa rivista il Progetto inerente il ciclo “Emergenza Rossa del clima Globale” per indagare, dal punto di vista artistico-culturale, il mutamento climatico con connesse criticità.

Un’occasione eccezionale, questa, per riflettere e far riflettere sul significato di arte e come intendere la cultura a servizio della comunità. Il boomerang  clima ha investito tutte le componenti sociali (giovani, in particolare) e culturali influenzando anche la capacità dell’osservazione dell’opera d’arte. Non più in modo distratto come avviene normalmente quando si visitano le esposizioni, ma anche nel nostro privato, essendo cambiato anche il modo di rapportarci ad essa attraverso le mostre virtuali condivise nel recente, reclusorio lockdown pandemico. Spesso ci facciamo una serie di domande: com’è nata quell’opera?; perché l’artista ha avuto quell’ispirazione?; qual è la sua funzione all’interno di una specifica ricerca?

Ho scelto d’impegnarmi artisticamente, con occhio lucido e riflessivo, sulla crisi del mutamento climatico, partendo dall’attenta osservazione dei fatti negativi avvenuti all’interno dell’ecosistema. Con la mia “poetica transrealista” e con piani di lavoro transdisciplinari riservati alla sostenibilità, ho messo insieme una serie di punti focali, spazianti dalla tangibilità reale a quella transreale, circa le controversie sugli squilibri climatici affliggenti il nostro mondo e il nostro stato d’animo, in quanto spetta proprio all’arte il ruolo di porre al primo posto la salvaguardia della natura e dell’ambiente. Confido così di poter giungere a chiarire, con il suo ausilio, unmoderno concetto di approccio alla degenerazione ambientale.

Arte e Scienza

L’arte è forse la più idonea nel far diventare comprensibili le anticipazioni della scienza. Essa ha la prerogativa di poter diffondere, con i suoi mezzi espressivi, i turbamenti umani. Ciò in quanto è in grado di donare intuizioni future, come quella di poter presentificare tutti i guasti socio-antropologici d’un ecosistema alterato, divenendo sempre più irriconoscibile.

Gli ambienti raccapriccianti visibili nelle mie opere, non si distaccano tanto dalla realtà di oggi. Le metropoli sono “malate” a causa della contaminazione CO2, che fa soffrire la nostra respirazione, con gravi ripercussioni d’ordine sanitario. Della degenerazione ambientale in corso, ho cercato di rendere tangibile il sintomo malefico del nostro tempo, facendolo emergere nei miei dipinti in tutta la sua totale gravità, fin d’ora più che inquietante.

Non badare a un dilemma che ci interessa, così connesso anche alla sopravvivenza dell’intera umanità, è da stolti. Abbiamo creduto di poter progredire economicamente oltraggiando la Terra che ci accoglie.

Non possiamo non avvertire il rischio umano nel tardare a trovare adeguate soluzioni. Cominciando da un drastico cambiamento del diffuso ed omologato “stile di vita all’occidentale”.

Slides (a cura di Francesco Guadagnuolo)

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Cosa si può fare?

Dinanzi a problematiche complesse e apparentemente insormontabili non si sa cosa fare. Ecco allora che più di un varco nella presa di coscienza dei molteplici rischi in corso legati alla degradazione climatica, può aprirsi con il medium dell’arte. La competenza artistica consente di diffondere informazioni, in configurazioni innovative e, in tale forma, essere in grado di esporre altresì un’esortazione, come in questo caso, sull’incognita climatica.

La transrealtà trasfigurata nei miei dipinti, sculture e installazioni, con l’insolita quanto originale interpretazione del mondo che utilizzo nella mia arte-ecologica per esprimere al meglio paesaggi e condizioni ambientali anche relative agli oceani, consente di percepire in anticipo ciò che avverrà, se non innestiamo subito la retromarcia in fatto di sfruttamento delle risorse naturali. Con un composito orientamento stilistico, cerco di diffondere esteticamente la visibilità ad una sorta di teoria naturalistica che sia in grado di cogliere il “punto prospettico fra passato e futuro”.

Ciò implica il coinvolgimento espressivo transreale, anche d’ordine compositivo e formale, con un’aperta sfida percettiva tra il paesaggio com’eravamo abituati a contemplarlo nelle opere della plurisecolare Storia dell’arte e quello meticciato tra il naturale e l’ artificiale, così trasfigurato da quando è cominciata l’era dell’industrializzazione. Una visione transreale, quindi, proiettata nel tempo, come può ben riscontrarsi in opere quali “Riscaldamento del Globo terrestre – (Per te Grande Uomo)”, “L’alluvione” “Paesaggio tra naturale e artificiale”, “Visione transreale proiettata nel tempo” (vedi videoproiezione, nda).

Il Progetto: “Emergenza Rossa del clima Globale”

Da quanto sinora annotato circa il mio progetto artistico “Emergenza Rossa del clima Globale”, si fa avanti con forza l’auspicabile e salvifico abbraccio arte/cultura. Questo incorporarsi l’una con l’altra ha un obiettivo umano e sociale: “Salvare l’essere e tutto ciò ch’è vivente in natura”. Ciò può avere successo solo allorché una moltitudine di uomini e donne si raccolgano attorno ad un pensiero alternativo a quello dominante basato sull’accumulazione e sul consumo sfrenato di beni materiali per avviare un’insolita prospettazione del mondo-terra, ancorata a coordinate estetiche, etiche e politiche.

Il Progetto è una tangibile dimostrazione trasversale tesa ad esaminare al meglio questa o quella condizione della realtà inglobata nell’ecosistema. Con opere d’arte opportune, elaborate dagli artisti che si riconoscano nelle finalità dello stesso, al fine di centrare l’obiettivo basilare, cioè quello di combattere le molteplici crisi in atto scaturite  dal galoppante e perverso Climate chance.