L’arte consente di rappresentare sistemi che influenzano il comportamento dei propri componenti, senza alcuna comunicazione fra di loro, nello spazio e nel tempo

di Luciano Romoli

Nell’anno 1935 i fisici Albert Einstein, Boris Podolosky e Nathan Rose pubblicarono uno studio teorico che prevedeva un insolito comportamento di coppie di particelle elementari, quali elettroni, fotoni e simili, che in determinate condizioni apparivano come se fossero fra loro interconnesse, ovvero come se i comportamenti dell’una influenzassero quelli dell’altra, indipendentemente da quanto le due particelle fossero fra loro distanti. Tali fenomeni, da allora identificati come fenomeni EPR dalle iniziali dei tre autori, sono stati sperimentalmente individuati e verificati in misurazioni molto rigorose che hanno stabilito come, in molte situazioni, le particelle elementari rimangono interallacciate (entangled).

Questo significa che se allontanassimo, anche a grandissime distanze fra loro, due particelle interallacciate e andassimo a misurare una particolare caratteristica fisica dell’una, l’altra mostrerebbe istantaneamente un valore correlato alla prima, senza che avvenga alcuna comunicazione fra le due, con un comportamento svincolato dalla località e dal principio di causa-effetto. Le due particelle subatomiche operano quindi, di fatto, come se l’una “conoscesse” la natura dell’altra e si comportasse di conseguenza.

L’Arte, con il proprio linguaggio estetico, consente di trasporre in immagini simboliche la suggestione dei modelli scientifici e raccontare, in metafore, sia la realtà fisica sia quella che supera i dati sensibili, potendo così tracciare e rendere visibili i collegamenti “virtuali”, fra entità potenzialmente congiunte in un unicum; in altre parole, l’arte consente di rappresentare sistemi che influenzano il comportamento dei propri componenti, senza alcuna comunicazione fra di loro, nello spazio e nel tempo.

Entanglement – vettori ideali

L’immagine rappresenta l’inizio della composizione di un sistema entangled di punti cromatici, visti come sorgenti potenziali di interazione reciproca, che sono collegati secondo traiettorie solo apparentemente caotiche e casuali. La legge che regola la distribuzione spaziale degli elementi è di tipo estetico-fantastico e traduce, in una forma visiva simbolica, la percezione di un principio del mondo naturale, in modo analogo a quello di una metafora scientifica.

 

 

 

 

 

Entanglement – vettori ideali

Nella composizione, le linee di congiunzione si infittiscono secondo trame estetiche, rappresentate da segni grafici che, anche se concettualmente potrebbero essere immaginati come vettori, intendono proporsi solo quali elementi rappresentativi di percorsi di comunicazione. Tali percorsi non hanno tuttavia una consistenza fisica temporale, dato che il fenomeno dell’entanglement ha caratteristiche di non località e prevede una influenza istantanea a prescindere dalla distanza. Possono essere considerati quindi come elementi virtuali di congiunzione concettuale, analoghi per certi aspetti ai modelli rappresentativi del microcosmo di Feynman, che interpretano sia il fenomeno delle particelle subatomiche sia, per analogia, quello dei più complessi sistemi dello spirito umano.

L’insieme delle connessioni suggerisce quindi una rappresentazione della complessità che sottende alla struttura del microcosmo naturale delle particelle elementari e ne interpreta, in modo estetico, le possibili interazioni, dove punti e aree cromatiche interagiscono nelle campiture spaziali secondo logiche fantastiche di equilibrio formale.

I punti di convergenza delle linee possono dunque rappresentare elementi singoli o “eventi”, in cui concorrono i contributi di più soggetti, con una interpretazione che supera il livello fisico per acquisire natura metafisica, intendendo in questo modo significare che le interazioni possano presentare anche una natura di tipo emozionale. Le immagini possono divenire anche modelli di rappresentazione dei legami, tra le dimensioni emotiva e cognitiva, di coloro che condividono una comune esperienza umana e culturale, definendo così un “entanglement umano”.

L’immagine della complessità genera, intrinsecamente, visioni del mondo che la fantasia, e solo la fantasia, può aiutare a immaginare, avvicinandole così alla ragione in una dimensione metafisica, nel senso che essa suggerisce stimoli e riflessioni sui temi della filosofia naturale e della spiritualità umana, utilizzando strumenti che prescindono dalla osservazione empirica e dal ragionamento deduttivo. L’Arte, dal canto suo, fornisce una chiave per interpretare la Scienza con forme estetiche che possono costituire metafore, immagini risonanti, suggestioni di percorsi nei quali avviene la fusione fra intuizione e ragione, fra poesia e logos, per superare il nascondimento della realtà tangibile e trovare infine gli strumenti per dare corpo alle nuove idee che possano rigenerare il modo di osservare il mondo.

 

Entanglement – vettori ideali

La tessitura della trama acquista, in questa immagine, struttura e spessore; le connessioni si moltiplicano e divengono significanti così come, nella realtà invisibile, diventa significante lo scambio sensibile di informazioni/emozioni fra elementi collegati, in strutture dense e generatrici di nuovi contesti formali. L’entanglement diventa motivo di ispirazione per fenomeni di risonanza estetico-spirituale, che estende e proietta stimoli in universi anche distanti fra loro, come quelli della forma artistica e della immaginazione scientifica.

 

 

 

 

Entanglement – vettori virtuali in una Battaglia musicale

Quest’ultima composizione si arricchisce di temi che esplorano il possibile rapporto fra Arte e Scienza interallacciando le strutture formali suggerite dall’entanglement con motivi estratti dallo studio della Battaglia di San Romano di Paolo Uccello, artista attento alle leggi dell’ottica e della geometria, così da connettere ulteriormente modelli artistici e principi scientifici.  Il richiamo ai simboli musicali costituisce un ulteriore “collegamento virtuale” per ricercare nuove e diverse risonanze dello spirito fra l’immaginazione scientifica e quella artistica.

 

 

 

 

 

 

Portfolio di Luciano Romoli

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