Con i grandi pupazzi di strada si può fare la rivoluzione! Si può promuovere la creatività partecipata e quindi la rivoluzione

di Cam Lecce e Jörg Grünert

“Salamat… Summer Encounter will be in Aug. from 25 to 31. Hope you can make it, let me know”.Questo il messaggio ricevuto ad inizio giugno da Moatazv Dajani, direttore artistico e co-fondatore del Centro Al-Jana/ARCPA[i] (Arab Resource Center For PopularArts), Beirut, Libano.

Il Centro Al-Jana/ARCPA, che frequentiamo dal 2004 a cui siamo molto affezionati, è nato nel 1989 con l’intento di divulgare le arti popolari e avvicinare la gente, specialmente i giovani emarginati, all’arte e promuovere la cultura come patrimonio di sviluppo umano.

All’inizio le prime attività del Centro si sono svolte in giro per il Libano da est, a nord e sud, trascinando un proiettore per diapositive, libri e materiali artistici sui trasporti pubblici verso i punti di destinazione incontrando persone scappate da guerre e violenze senza diritti e tutele giuridiche. Al Jana ha sempre cercato di sostenere la diffusione delle arti ideando, là dove possibile, progetti capaci anche di generare reddito per le collettività, così come ha sempre promosso attività di conoscenza e salvaguardia della memoria storica delle comunità attraverso programmi di apprendimento extrascolastici coinvolgendo bambine, bambini, minori con attività esperienziali capaci di sviluppare abilità creative, comunicazione, orientamento lavorativo. Ed è proprio per questo impegno costante rivolto alle comunità marginalizzate che il Centro pone molta importanza alla formazione continua dei formatori, degli operatori, mediatori, educatori locali.

Il Janana Summe Encounter è la manifestazione annuale dedicata alla formazione dei formatori. Il Forum, giunto alla sua 21ª edizione, è una manifestazione molto attesa da operatrici e operatori, provenienti dalle associazioni impegnate sul territorio libanese, e appartenenti alla Rete delle Biblioteche Amiche dei Bambini, circa 90 Ong, in network con Al-Jana, che aspettano con grande passione questo appuntamento di formazione, aggiornamento e scambio residenziale annuale. Esso si svolge presso l’High School di Broumana, in una dimensione ambientale immersiva lontano dalle problematiche e pressioni della vita quotidiana connotata da una situazione estremamente difficile trovandosi lo stato libanese in un terribile default finanziario speculativo che ha messo alla fame l’intera nazione[ii] (a questo proposito vedasi le note di approfondimento a fine articolo).

Il Janana Summer Encounter è una preziosa occasione in cui i partecipanti scoprono e apprendono “tecniche, abilità e saper fare” in diversi settori della creatività artistica, olistica e della socialità partecipata, condividendo intense giornate di scambi multiculturali ed esperienze orientative. Nel Forum molta attenzione è dedicata anche all’aggiornamento di tecniche di negoziazione senza perdenti, ascolto attivo, gestione creativa dei conflitti e promozione del dialogo. Opportunità preziosa questa per gli operatori, gli educatori, i facilitatori, i mediatori e gli attivisti locali che lavorano con bambini, giovani, adulti, anziani nei campi profughi palestinesi e nelle aree marginalizzate ormai presenti in gran parte del territorio libanese[iii] (su una superficie di poco più di 10.000 chilometri quadrati, il nostro Abruzzo, circa cinque milioni di Libanesi convivono con ca. 450.000 profughi palestinesi e ca. due milioni siriani. Numeri che fanno del Libano il Paese al mondo con la più alta percentuale di rifugiati rispetto alla popolazione).

Slides (a cura di Cam Lecce e Jörg Grünert)

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Durante il Forum, inoltre si ha l’opportunità di trascorrere intense giornate di scambio con esperti provenienti, nel corso degli anni, da Messico, India, Gran Bretagna, Francia, Polonia, Sudan, Egitto, Giordania, Palestina, Sud Africa, Stati Uniti, Germania, Italia.

La nostra Associazione Deposito Dei Segni ETS e noi con essa, partecipiamo al Janana Summer Encounter dal 2004. In questo arco temporale, in 12 anni siamo stati presenti nel Forum proponendo, di volta in volta, differenti workshop di pedagogia teatrale ed artistica, concordandone i contenuti, le tecniche e le prassi di know how con Moataz Dadajni, artista-pedagogo e Hisham Kayed, regista multimediale e co-direttore del Centro Al-Jana.

Moataz anche per questo 2022 ci ha chiesto il workshop: “Costruzione di grandi pupazzi di teatro di strada e drammatizzazione di un racconto”. Facendogli notare che già nelle edizioni 2019 e 2018 del Forum (prima di Sars-Covid) avevamo realizzato lo stesso laboratorio lui ci ha risposto: “Eh lo so! Per questo vi chiedo di riproporlo. Perché con i grandi pupazzi di strada si può fare la rivoluzione! Si può promuovere la creatività partecipata e quindi la rivoluzione!”. Aggiungendo anche che per questa edizione avrebbe desiderato tanto anche la drammatizzazione di un racconto sul tema “Harmony with nature & saving Mother Earth”, da mettere in scena al posto della parata finale. Idea/desiderio assolutamente condivisibile, solo che in 6 giorni costruire, grandi puppets e mettere in scena un racconto, piuttosto che una parata, è molto più difficile dato il tempo a nostra disposizione che può avvalersi di sole 4 ore giornaliere. Il nostro workshop rientra già nella fascia lunga delle attività del mattino e i partecipanti nel corso della giornata sono impegnati anche in altre attività: incontri tematici di approfondimento pomeridiani, workshop di 2 ore nel tardo pomeriggio, appuntamenti culturali serali. Quindi il problema non era la richiesta in sé, ma quanto la necessità di un tempo maggiore a disposizione oltre quello già stabilito delle 4 ore mattutine. Concordiamo, quindi, con Moataz che il workshop dei puppets dovrà potersi svolgere al mattino e al pomeriggio per portare in scena un racconto drammatizzato.

Prima di partire prepariamo schede specifiche in cui illustriamo le fasi di costruzione dei puppets: l’imbracatura di legno, le teste, i costumi ed una struttura narrativa di riferimento da drammatizzare per agevolare l’invenzione di una storia, personaggi, ruoli, dialoghi, sequenze.

Va puntualizzato che sui sette giorni di Forum sei sono stati realmente quelli di attività laboratoriale, poiché il primo giorno in cui ci siamo incontrati tutti, come da rito, c’è dapprima la scelta dei partecipanti del workshop a cui iscriversi, e poi quella pomeridiana in cui le organizzazioni che aderiscono al Forum presentano le attività che svolgono con le loro associazioni sul territorio libanese.

Sei giorni per costruire grandi puppets di strada e drammatizzare un racconto sono stati una bella sfida.

Sempre prima di partire con Dareen Maliji, che si occupa della segreteria organizzativa del Forum, abbiamo condiviso la scheda di presentazione del workshop con una sua breve descrizione, obiettivi, metodologia, risultati attesi, info su strumenti e materiali necessari per la costruzione, sullo spazio/luogo utile per le attività, la definizione del numero ottimale dei partecipanti e sui profili richiesti. Infine abbiamo stabilito quali materiali avremo portato dall’Italia nel possibile di un bagaglio aereo, e quali altri sarebbero stati acquistati a Beirut.

L’eccitazione della partenza è tanta dopo due anni di Sars/Covid che ci hanno forzatamente tenuti chiusi nei territori, e perciò non vediamo l’ora di partire. Così il 22 agosto da Fiumicino voliamo per Beirut.

Samir del Centro Al-Jana ci attende all’aeroporto. L’impatto con Beirut, è sempre connotato da un odore acre di smog e appiccicosa umidità, ma questa volta è diverso. Non solo la nuvola di smog è quasi assente, ma quello che più ci sorprende è il poco caos: niente file e traffico congestionato per strada. Sembra impossibile. Questo è il risultato della grande recessione finanziaria, della bolla economica che si è abbattuta sull’ intera nazione che di fatto ha impoverito gran parte delle famiglie che faticano anche a muoversi, a spostarsi per andare a lavorare. Ad Agosto 2022 la Lira, la moneta libanese, agganciata al dollaro (moneta ufficiale) a un tasso formale di 1.507,5 lire, è stata scambiata sul mercato locale a 33/34mila per un dollaro.

Dall’aeroporto ci dirigiamo verso casa di Mona Abbud, sociologa, collaboratrice del Centro Al Jana, per noi ormai una sorella. Dormiremo a casa sua per poi, il giorno seguente, raggiungere la municipalità di Broumana dove presso l’High School ci ritroveremo per il Janana Summer Encounter. Mona ci informa che se saremo fortunati alle ore 19.00 e fino alle 02.00 del mattino potremo usufruire della luce del generatore del palazzo in cui abita, poi dovremo arrangiarci con il sistema UPS di batterie per avere almeno l’accesso a internet, e infine Inshallah, potremo disporre per qualche minuto o forse per qualche ora dell’energia elettrica pubblica.

Il tardo pomeriggio del 23 agosto passiamo al Centro Al Jana dove emozionati rivediamo Hisham, Moataz, Rula, Dareen, Osama ed altri dello staff e poi Reem, Nurjan, Sama, June, Mohammad, di nuovo insieme pronti per partire verso Broumana. Anche se siamo felici per esserci incontrati di nuovo, siamo molto tristi perché dopo tutti questi anni, per la prima volta Fadi non è qui con noi: un infarto lo ha portato via alla sua giovane famiglia e a tutti noi. Fadi, troppo giovane per morire, era un uomo dal cuore di panna e zucchero, tecnico bravissimo a cui era affidata tutta la logistica del Forum e del Centro Al Jana. Una immensa perdita.

Giunti all’High School ci vengono assegnate le stanze dove alloggiare e poi a cena incontriamo Munir Fashir insieme a sua moglie Carmen giunti per il Forum dagli USA dove vivono, Reem Abu Kishk giunta dalla Giordania ed altri formatori libanesi che non avevamo incontrato negli anni precedenti.

Il mattino del 24 agosto una sarabanda di soggetti inizia ad aggirarsi per gli spazi ampi e bellissimi dell’High School; a mano a mano arrivano gli autobus da cui scendono i partecipanti: anche quest’anno sono oltre un centinaio provenienti dai diversi campi profughi palestinesi disseminati sul territorio libanese e tra loro ci sono rifugiati siriani e siriani-curdi.

Scelgono il nostro laboratorio: Bilal, Khalid, Rayan, Marianna, Nour, Hiba, Maya, Diana, Ahmad, Maher, Osama e due bambine: Nurjan 8 anni e Sama di 10. Anche Mona Abboud fa parte del gruppo in veste di traduttrice dall’arabo all’inglese. Siamo molto onorati di avere Mona con noi, poiché ben conosciamo le sue competenze professionali ed umane.

Il 25 agosto iniziano le attività del workshop. Nella stanza assegnataci disponiamo i tavoli in cerchio per meglio vederci e ascoltarci. Dopo una introduzione sul workshop e sulla sua organizzazione spazio-temporale a ciascun partecipante consegniamo del materiale cartaceo, che Mona ha già tradotto in arabo e in cui ci sono:

  1. una scheda con il disegno della imbracatura da indossare: sezioni di modello, misure e materiali di costruzione per realizzare la struttura base di legno dei puppets di strada, a cui poi saranno aggiunti la testa e i costumi che connoteranno il personaggio;
  2. disegno e sezioni del modello base per teste in gommapiuma;
  3. disegno del modello e misure per realizzare i costumi;
  4. una scheda con funzioni essenziali di scrittura creativa per inventare una storia;
  5. una struttura narrativa come esempio per introdurre il contesto tematico richiesto da Moataz “l’armonia con la natura e salvaguardia della madre terra”.

Condiviso il materiale cartaceo Jörg disegna sulla lavagna portablocco la struttura del puppet addentrandosi nei dettagli per meglio illustrare il procedimento di costruzione.

Per introdurre le funzioni essenziali di scrittura creativa e agevolare, con la tecnica del brain storming, l’invenzione di una storia, Mona legge la bozza narrativa come suggestione:

  1. 1. Situazione iniziale:quando, dove, chi, che cosa. In una città della costa la vita scorreva tranquilla, e anche se la gente era impegnata, gli adulti avevano ancora tempo per giocare con i bambini e le bambine, si occupavano della comunità, esisteva ancora rispetto per la natura, andavano nei boschi, al fiume, visitavano antiche fattorie, etc.
  2. Rottura dell’equilibrio problema, ostacolo che modifica la situazione iniziale: Un giorno arriva Pollution ed ecco che nel breve tempo la gente diventa sempre più impegnata, ha sempre meno tempo da dedicare agli altri, ai bambini e alle bambine, alla comunità, dimentica di rispettare la natura in cambio di ricchezza e comfort, si reca nei resort turistici, tutti pensano solo al proprio benessere, boschi e giardini sono spariti, l’inquinamento sovrasta la natura sempre più inquinata, etc.
  3. Evento dinamico per la risoluzione del problema: Arriva il Re dei Jinn[iv] che blocca tutto. Le persone devono superare delle prove, comprendono l’inganno di Pollution, decidono di cambiare mentalità.
  4. Nuovo equilibrio e conclusione:le persone decidono di rispettare la natura, piantare alberi, condividere tempo con la comunità, etc.

Tutti esprimono interesse per i temi che riguardano la salvaguardia del pianeta, della natura e, senza alcuna esitazione, propongono come argomento specifico da sviluppare quello dell’immondizia, tema di stringente attualità su tutto il territorio nazionale libanese. La figura del Jinn riscuote molto successo, poiché è ben presente nelle narrazioni popolari mediorientali, e ad esso viene associata l’idea che possa avere degli aiutanti, possibili folletti, identificati nei 4 elementi naturali.

Questa la prima raccolta di idee dal gruppo: … C’era una volta un operatore ecologico che cercava in tutti i modi di tenere puliti i luoghi, ma gli esseri umani producevano ogni giorno sempre più immondizia. … L’operatore ecologico era sempre più stanco, affaticato, nessuno riciclava, e lui rischiava di essere sommerso dall’immondizia, … … allora decide di parlare con  la natura e con i 4 elementi per farsi aiutare, … cosa possono fare? … come aiutarlo a pulire il mondo, ma soprattutto come cercare di consapevolizzare gli esseri umani sul problema dell’immondizia? Una idea è quella di creare interattività con gli spettatori … di porre loro delle domande durante lo spettacolo per scoprire che tipo di percezione hanno del problema.

Soddisfatti per questa condivisione che appassiona tutti, proponiamo a ciascuno di disegnare un personaggio, poi chiediamo di illustrare le loro caratteristiche alla lavagna a muro. Come step successivo chiediamo di scegliere tra le 13 proposte solo 6 personaggi tra i più affini tra loro per far sì che due persone possano lavorare alla costruzione di un solo puppet. Poi, prima di spostarci all’aperto sul terrazzo, dove c’è uno spazio idoneo per aprire la piccola bottega artistica, componiamo i sottogruppi che alternandosi costruiranno teste e struttura dei puppets: l’aria: Maher, Bilal, Marianna; l’acqua: Maya, Hiba; la terra: Nour, Diana; gli alberi: Nourjan, Sana; il fuoco: Ahmed, Osama, Marianna; l’operatore ecologico: Khaled; l’amica della terra: Rayan. Infine definiamo un ulteriore sottogruppo che si occuperà anche del taglio e cucito dei costumi: Nour, Diana, Hiba, Rayan, Mona, Carmen (special guest), Cam e Bilal; quest’ultimo sarà prezioso per l’uso della macchina da cucire elettrica che, come sempre accade, spessissimo fa le bizze con il filo.

I cinque giorni volano in fretta. Lavoriamo tutto il giorno alla costruzione dei puppets, dei costumi e alla stesura definitiva del testo da drammatizzare.

Dopo il rito mattutino del meeting generale in cui tutti noi partecipanti del Forum ci incontriamo per condividere un risveglio energetico all’insegna di musica, canti e balli, proposte, criticità, comunicazioni di servizio e altro, ci rechiamo presso i luoghi dei workshop dove lavoriamo alacremente. Quasi magicamente il mattino del 30 agosto riusciamo a mettere a punto tutto ciò che abbiamo realizzato nei giorni precedenti e fissiamo il primissimo pomeriggio come prova di messa in scena della spettacolarizzazione. Dopo aver designato i narratori chiediamo a tutti di memorizzare battute e sequenze drammatizzate; infine strutturiamo lo svolgimento delle prove che dinamicamente si succederanno in step: primo indossare solo l’imbracatura/struttura di legno dei puppets per sperimentarne la sua manipolazione attoriale; secondo aggiungere i costumi per definire i movimenti attoriali e lo spazio scenico; terzo esplorare movimento scenico, interazione con gli altri puppets, dialoghi e battute; quarto rappresentazione della storia.

Ci ritroviamo così nel primo pomeriggio per le prove. Momenti indimenticabili di tensione ed emozione insieme. Si respira un clima vivido misto tra eccitazione e paura. Prima delle prove scegliamo le musiche che faranno da sfondo alla narrazione. Ci troviamo d’accordo nell’utilizzare sia musiche amate da bambini e sia da giovani ed adulti. Solo per la musica che accompagnerà la sequenza della protesta contro l’inquinamento nessuno è soddisfatto di quelle proposte, allorché ecco che Mona propone Bella Ciao. È un sussulto! Tutti acconsentono felici. Restiamo sbalorditi. Mona serafica ci dice che Bella Ciao è la canzone di protesta italiana amata da tutti in Medioriente. Così con l’emozione di Bella Ciao iniziamo le prove. Il pomeriggio vola via velocemente. Poi breve pausa di sedimentazione e un paio di ore più tardi tutti in scena. Tutti travolti dall’emozione.

Slides (a cura di Cam Lecce e Jörg Grünert)

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LE ALI DELLA NOTTE

Racconto drammatizzato con i puppets di strada

1ª sequenza: Narratore: Hiba (i puppets prendono posto sul fondo dello spazio scenico)
Vorrei raccontarvi una storia che le ali della notte hanno portato al mio cospetto.
– azione: i puppets dei 4 elementi entrano camminando in cerchio ruotando su se stessi;
C’era una volta, quando il tempo era ancora circolare, un bellissimo pianeta che era regolato dai guardiani (Jinn) della natura.
– azione: i puppets dei 4 elementi si presentano;
il guardiano dell’acqua di nome …, il guardiano dell’aria di nome … e il guardiano del fuoco di nome … .
azione: i puppets uno dopo l’altro raccontano dello stato della natura: la bellezza della crescita delle piante, l’equilibrio della vita simbiotica degli animali; la limpidezza dell’acqua, la moltitudine e la bellezza dei pesci e dei coralli; la freschezza dell’aria che fa respirare tutti e il cielo pieno di uccelli; un mondo colmo di energia che muove e ricrea tutto ciò che è necessario per il pianeta.
– fine sequenza: The Harvest Song, tutti i puppets ballano insieme;
2ª sequenza: Narratore: Nour
Ci fu un tempo in cui, però, le cose di questo pianeta non andarono come descritte dai guardiani della natura. E c’era anche un povero spazzino molto affaticato perché gli esseri umani producevano troppa immondizia buttandola dappertutto, e lui molto triste era costretto ad accumularla su colline puzzolenti non potendo riciclare i rifiuti.
– azione: il puppet dello spazzino entra in scena camminando davanti ai 4 guardiani, e racconta affaticato e disperato della drammatica condizione dell’immondizia, dell’inquinamento che sta travolgendo tutto.
Narratore: Marianna
Esisteva anche un amico della natura che protestava ininterrottamente contro le cattive abitudini degli essere umani. Quest’ amico cercava di dare il buon esempio riciclando tutto, ma nonostante il suo attivismo, nessuno lo ascoltava e per questo ach’egli era molto triste.
azione: entra in scena l’amico della natura esprimendo la sua tristezza per l’indifferenza degli altri umani;
– fine sequenza: Protest Song, tutti i puppets ballano insieme;
4ª sequenza: Narratore:
I 4 guardiani preoccupati per la cattiva sorte della natura e i rischi per tutti gli esseri viventi, anche se non potevano intervenire direttamente sulle attività degli esseri umani,  ascoltando lo spazzino e l’amico della natura ebbero l’idea di farli incontrare nel bosco.
– azione: lo spazzino e l’amico della natura sono fermi sui lati, i guardiani entrano in proscenio parlando: i primi due raccontano brevemente dell’inquinamento e delle condizioni estreme climatiche (siccità, tempeste ecc.), il terzo menziona lo spazzino e l’amico della natura, il quarto propone di far incontrare nel bosco i due personaggi.
Narratore:
– azione: arrivano in proscenio i due alberi, l’amico della natura e lo spazzino si incontrano parlando della loro triste situazione e non sapendo cosa poter fare ancora di più di ciò che facevano invocano una magia, come unica soluzione per i loro problemi, ed ecco che arrivano i 4 guardiani (dialogo): vi abbiamo ascoltato e siamo felici delle vostre considerazioni; siamo felici che siate insieme e che vogliate lavorare insieme; possiamo aiutarvi nella vostra missione se sarete in grado di superare le nostre prove, (test ecologici);
Narratore: chiederà al pubblico di aiutare i due personaggi a rispondere alle domande: i test ecologici saranno superati dal pubblico; gli alberi accoglieranno i suggerimenti del pubblico.
Così si spera che la missione dei due eroi venga diffusa nel mondo e che i problemi ecologici vengano risolti attivamente da tutti.
– fine sequenza: Children’s Song, tutti i puppets ballano insieme;
– Applausi.
Incredibile è stata la partecipazione del pubblico che attivamente ha interagito con i puppets rispondendo alle domande/test ecologici come ad esempio: quanto tempo impiega una bottiglia di plastica a decomporsi? etc… La capacità di rispondere ai quesiti è la possibilità dello sviluppo del racconto della storia.  Poi quando parte Bella Ciao, una parte di essso entra in scena per ballare con i puppets. Una contaminante sarabanda di gioia! La cosa straordinaria è che poi ognuno torna a sedersi continuando ad ascoltare la narrazione per poi alla fine applaudire vigorosamente.

https://www.facebook.com/maher.diab.334/videos/500833288545205?idorvanity=127214907385324

Il workshop è stato un work in progress in cui erano richieste una molteplicità di applicazioni: falegnameria, artigianato artistico, costumistica, scultura delle teste tridimensionali modellando la gommapiuma, uso corretto della pittura in riferimento al materiale gommapiuma, scrittura creativa drammaturgica, manipolazione attoriale di un puppet di strada.

https://fb.watch/fs1-cz9iQN/

I partecipanti non hanno solamente fruito di un apprendimento in una sessione seminariale, ma sono stati protagonisti attivi nella processualità  di svolgimento scambiandosi i ruoli nel e del fare, condividendo le fasi del know how che stavano sperimentando: tutti hanno usato la sega elettrica, hanno contribuito a modellare la gommapiuma per realizzare la testa del puppets, hanno disegnato e colorato i caratteri del personaggio. Solo per i costumi non tutti hanno sperimentato a turno il taglio e cucito, ma solo per questioni di tempo.

In sintesi, il workshop è stato una esperienza creativa attiva in cui per 6 fitti giorni un gruppo di persone è stato protagonista per una stessa mission, tra momenti di gioia ed esaltazione, di apprensione e pudore, superando difficoltà e tensioni riuscendo con grande plauso a portare a termine il proprio compito accolto con entusiasmo e felicità dal pubblico.

https://www.facebook.com/aljana.arcpa/posts/pfbid02bcjJKAS3PbuZoddufy1a2VMH2vzLPKaz1cLwp8QaK6h1UvwGPCdVLXhDE5NoGXexl

Pensiamo che sia questo il senso con cui Moataz afferma: “con i grandi pupazzi di strada si può fare la rivoluzione, si può promuovere la creatività partecipata e quindi la rivoluzione”. Ossia appassionare su mission e azioni comuni le collettività promuovendo partecipazione critica attiva.

E non da ultimo il Centro Al-Jana/ARCPA e il network di associazioni con cui collaborano hanno a disposizione personaggi e narrazione con cui poter intervenire nei luoghi sul tema ecologico grazie ai grandi puppets di strada.

P.S.: L’Impatto con il Libano (agosto/settembre 2022)

Oltre alla creatività, alla bellezza, alla convivialità vissuti durante il Forum presso l’High School di Brummana-Libano, in cui si è potuto usufruire di un costante generatore di corrente privato del Liceo, siamo rimasti profondamente colpiti dallo stato di povertà e miseria in cui la popolazione si trova, esclusi naturalmente i ricchi. La drammatica situazione economica, la svalutazione della moneta, la carenza di pane, la crisi alimentare e i danni subiti dai principali silos di grano a Beirut, lo scoppio della bolla finanziaria del 2019, ha precipitato la popolazione in una condizione di povertà e di privazioni molto evidente non solo per le strade ma soprattutto nelle case. Primo elemento che fra tutti emerge è la mancanza della corrente elettrica, e anche le case e i palazzi che sono dotati di generatori restano per molte ore senza elettricità. Solo chi può, usufruisce di un sistema di batterie che permette di poter accendere in qualche punto necessario della casa una lampadina e assicurare un collegamento a internet. La luce del Governo? Nelle case in cui siamo stati ospiti è apparsa per pochi minuti un paio di volte.

Molto toccante è stato incontrare lungo le strade, sui marciapiedi, famiglie soprattutto mamme e bambini piccoli che chiedono la carità, completamente abbandonati nella sporcizia ed esposti a rischi e violenza.

Se l’intero territorio libanese versa in queste condizioni, le condizioni di vita nei campi profughi palestinesi e nelle aree emarginate è devastante ed emergenziale. Nei campi profughi le abitazioni sono sovraffollate, mediamente 4 persone per stanza; spesso non hanno finestre in tutti i locali e ciò crea problemi di ventilazione e di illuminazione naturale. Se normalmente rimanevano spesso senza elettricità per lunghissimo tempo, adesso che l’energia elettrica è assente, la situazione rivela altissimi livelli di criticità. In tantissime case non c’è il riscaldamento e la maggior parte delle abitazioni sono in condizioni di elevata umidità con perdite d’acqua quando questa viene erogata, ma negli ultimi tempi anche la sua carenza è stata massiccia. Non ci sono infrastrutture di base come strade o i servizi igienico-sanitari.

Slides (a cura di Cam Lecce e Jörg Grünert)

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I rifugiati palestinesi hanno un accesso limitato alle cure mediche e ai farmaci e soffrono di un’alimentazione non adeguata e di una scarsa igiene e la malnutrizione è presente in tutti i campi del Libano. Enorme anche il problema dell’istruzione, alla quale provvedono nel possibile l’Unrwa (The United Nations Relief and Works Agency for Palestine Refugees in the Near East), le associazioni e le organizzazioni locali in collaborazione con Ong internazionali offrendo risorse e supporto aggiuntivo per almeno una istruzione minima di base. Il tasso di disoccupazione è di oltre il 56%: si pensi che solo nel 2010 è stata abolita una legge che vietava ai profughi palestinesi di poter svolge oltre 70 mestieri. I profughi palestinesi vivono in Libano esuli fin dal 1948, quando dovettero lasciare la loro terra, la Palestina, espulsi durante la Nakba (la catastrofe) che si abbatte su di loro quando il movimento sionista unilateralmente proclamò lo stato di Israele il 15 maggio.

In Libano i rifugiati palestinesi sono circa il 10% della popolazione, e i rifugiati siriani* sono 1,5 milioni (su una popolazione libanese di 6,8 milioni) che di fatto è il Paese che ospita il maggior numero di rifugiati pro capite su una superficie di 10 452 km², pensate l’Abruzzo con circa 1,3 milioni di abitanti ha una superficie di 10.763 km².

* Report dal 21ºJanana Summer Encounter. Libano 2022 – Associazione Deposito Dei Segni ETS

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Approfondimenti

  1. a) Situazione socio-economica del Libano per comprendere meglio gli effetti della bolla finanziaria:

– Articoli di Pasquale Porciello, inviato da Beirut per Il Manifesto, collabora con l’Istituto di Cultura

Italiano a Beirut, docente universitario:

https://ilmanifesto.it/beirut-a-mano-armata;

https://ilmanifesto.it/si-sono-scordati-beirut

https://pagineesteri.it/2022/03/21/medioriente/libano-la-guerra-in-ucraina-rende-disperata-una-crisi-gia-drammatica/

– Articolo di Lorenzo Trombetta, inviato per l’Ansa da Beirut:

https://www.raiplaysound.it/audio/2022/08/Radio3-Mondo-del-04082022-d7ba60a8-8829-4884-8d47- f74f34b5a74e.html

– Articolo di Cooperazione Italiana a Beirut:

https://www.aics.gov.it/oltremare/voci-dal-campo/libano-libano-il-paese-dei-rifugiati-aiutato-dalla-cooperazione-italiana/

https://www.weworld.it/news-e-storie/news/libano-la-situazione-nel-paese-e-il-nostro-intervento

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  1. b) La condizione dei profughi palestinesi in Libano

– Articolo di Dan Romeo, dalla rivista Missione Consolata:

https://www.rivistamissioniconsolata.it/2022/03/16/libano-nei-campi-dei-rifugiati-palestinesi-1/

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  1. c) La condizione dei profughi siriani in Libano

– Articolo di Save the Children, Ong:

https://www.savethechildren.it/blog-notizie/tensioni-libano-con-i-rifugiati-siriani-la-carenza-di-pane︎︎

[i] https://www.janacenter.org/

[ii] https://unric.org/it/libano-sempre-piu-persone-contano-sullassistenza-alimentare-del-wfp/

https://www.esteri.it/it/sala_stampa/archivionotizie/comunicati/2022/10/libano-contributi-di-emergenza-della-cooperazione-italiana-in-favore-della-ficross-e-delloms/

[iii] https://www.aics.gov.it/oltremare/voci-dal-campo/libano-libano-il-paese-dei-rifugiati-aiutato-dalla-cooperazione-italiana/

[iv] I Jinn sono i “geni” nella tradizione preislamica e musulmana.