Che la lingua “parlata” dagli artisti contemporanei sia erede diretta del lessico formale più avanzato  “inventato” dalle avanguardie storiche e neo, lo attestano le concertanti installazioni

di Antonio Gasbarrini

Al caro artista Raul Rodriguez partecipante alla rassegna
interdisciplinare “Seminiamo Arte” con la sua
installazione site-specific “Pachamama”, scomparso prematuramente
a causa di un tragico incidente mentre la mostra era ancora in corso.   

Ad oltre dodici anni dal devastante sisma delle 3.32, mentre il medioevale centro storico e l’immediata periferia della città dell’Aquila stanno faticosamente riprendendosi – sia dal punto di vista urbano che sociale – pressoché tutte le frazioni e i Comuni nei suoi dintorni fortemente danneggiati, sono ancora completamente abbandonati.

Un amarissimo destino, questo, toccato anche alle poche centinaia di anime di Fossa – paese d’alto lignaggio storico, attualmente ancora sigillato e del tutto inaccessibile – diasporizzate nel contiguo Borgo di San Lorenzo.

Dove nel 2015 vedeva la luce, grazie alla caparbia determinazione dell’artista Lea Contestabile, già docente all’Accademia di Belle Arti dell’Aquila, la sede del “Museo dei Bambini” costruita ex novo grazie alla sensibilità del Comune con la messa a disposizione di una vasta area espositiva, nonché con il fattivo contributo finanziario di altri enti ed associazioni.

Museo la cui finalità principale è quella della familiarizzazione con l’arte contemporanea sin dalla più tenera età, attraverso la promozione di laboratori creativi, la nutrita collezione di opere di artisti italiani e stranieri esposte in permanenza, la tenuta di mostre e rassegne, la realizzazione in progress del Parco di sculture all’aperto (si vedano, in questa stessa rivista, le mie recensioni dedicate ad alcune iniziative qui svoltesi negli scorsi anni, ai links riportati a margine).

Il crescente coinvolgimento della comunità fossolana e dei numerosi altri fruitori, ha suggerito di elaborare per l’estate del 2021, un ambizioso progetto interdisciplinare (poi realizzato al 100%). Eccone alcuni stralci:«[…] Nell’ottica di mantenere e consolidare una pratica di condivisione con gli abitanti del Borgo e di quelli di tutto il territorio, è stato ideato il Progetto “SEMINIAMO ARTE – Le soglie musive dell’antinciampo creativo” (a cura di Lea Contestabile e Antonio Gasbarrini) con relativa “Mappa per un giardino di arte condivisa” al fine di estendere fisicamente ed esteticamente il “Villaggio d’Arte” del MuBAq a tutto il Borgo di San Lorenzo. Trasformando in tal modo l’intera area in luogo di arte diffusa, unico nel suo genere. Potenziale e pacificante Eden ritrovato, dopo il lacerante vissuto post-sismico al servizio di tutta la comunità fossolana nonché dei cittadini residenti nei vicini Comuni del Cratere sismico.

[…] In alcune delle abitazioni ed in stretto collegamento spazio-temporale-memoriale con queste piccole, ma riconcilianti aree attrezzate a giardino nei singoli MAP, saranno realizzate in loco opere in mosaico a forma di soglia che saranno poi posizionate, in modo permanente, all’ingresso di ognuna di esse, a suggello dell’esperienza amicale avuta con l’arte contemporanea dalle persone qui residenti. […] Le soglie musive dell’antinciampo creativo incorporano in tal modo il legame indissolubile instaurato tra esterno del giardino ed interno dell’abitazione (soglie), con la tecnica mosaicistica, nonché rammemorante monito di Mnemosine sulle due tragedie sismica e pandemica (musive) e le pietruzze colorate piene di vita vs. le mortifere “pietre dell’inciampo” evocanti le deportazioni della Shoah (antinciampo). Da ultimo, è l’aggettivo connotante l’antinciampo (creativo), a far raccogliere alle presenti ed alle future generazioni i succosi frutti della Bellezza seminati a piene mani con le opere qui realizzate […]».

L’abusata frase della “rigenerazione urbana” così in voga nelle zone colpite da catastrofi naturali, può – con altre iniziative come questa tese a rimodellare innanzitutto il lacerato spirito individuale tramortito dopo ogni tragedia – riattivare anche la ripresa dei flussi turistici con relativi benefici occupazionali ed economici, grazie alla presenza, nel territorio in esame, di impareggiabili bellezze naturalistiche, insediamenti antropici e testimonianze architettonico-monumentali di rilevante interesse nazionale ed europeo. A cominciare dalla Necropoli casualmente scoperta negli Anni novanta del secolo scorso con le sue circa 500 tombe di varia tipologia risalenti ai secc. IX-I a.C, per proseguire con la restaurata Chiesa di S. Maria ad Cryptas (origine secc. IX – X d.C.) ricca di affreschi ed eretta nel primo nucleo abitativo del paese, per finire, idealmente, nel duecentesco Convento di S. Angelo d’Ocre (ancora in attesa del restauro post-sismico) che sostanzialmente lo sovrasta.

1. Le soglie musive dell’antinciampo creativo

Entrando nel merito delle spumeggianti, freschissime ed interagenti iniziative confluite nell’alambicco d’una contaminante creatività – sia a livello emotivo che estetico – va subito evidenziata la gioiosa atmosfera circolante nel laboratorio del mosaico tenuto all’aperto del museo, sotto la guida iper esperta degli artisti Enzo Tinarelli e  Felice Nittolo. Da qui, ben dodici “soglie musive” e lo stesso logo del MuBAq hanno, giorno dopo giorno, preso la loro caleidoscopica consistenza visiva in un fiore, uno scarabeo, una casetta, un viso, una scritta ed altri soggetti affini ed empatici al modo di disegnare dei bambini. Sarà la loro briosa testimonianza iconica a perpetuare nel tempo l’evento, plasticamente posizionato davanti all’ingresso di altrettante casette-abitazioni. Una chiara metafora simbolica, questa, evocante non più il doloroso tragitto ricordato dalle “pietre d’inciampo” connesse ai misfatti nazi-fascisti delle tragiche deportazioni nei campi di sterminio, bensì un beneaugurante vaticinio per il ritorno dei fossolani nelle loro case abbandonate, ma finalmente restaurate.

Slides (Il laboratorio musivo)

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2. Il reading, la musica, le installazioni site-specific e le sculture nel “Giardino della contemplazione”

A guardarlo dal basso, nel paese di Fossa, il sovrastante convento dei frati minori S. Angelo d’Ocre – già monastero sin dai primi del 1400 – svettante a strapiombo su quello scheggiato sperone di roccia, sembra in buono stato di salute. Ma così non è dopo i danni subiti dal sisma del 2009. E dire che già i nazisti ne avevano deturpato il sacrale volto con l’autodafé di circa 1.500 volumi della biblioteca e di gran parte degli arredi. Ancorché sia del tutto inagibile, è possibile accedere, con prenotazione,  al suo “Giardino della contemplazione” grazie all’apporto della sezione locale degli alpini.

È stato in questo magico spazio sospeso tra terra e cielo, da cui è possibile immergersi in un paesaggio mozzafiato della conca aquilana delimitata, sullo sfondo, da alcune catene montuose appenniniche, che il reading della poeta Anna Maria Giancarli e l’arpeggiante concerto della giovane Eleonora Serano hanno fatto da prologo ad un raffinata arte contemporanea incarnata da installazioni site-pecific e sculture perfettamente fuse con l’ambiente.

Che la lingua “parlata” dagli artisti contemporanei sia erede diretta del lessico formale più avanzato  “inventato” dalle avanguardie storiche e neo, lo attestano le concertanti installazioni site-specific di Paola Babini, Lea Contestabile, Primarosa Cesarini Sforza, Massimo Pellegrinetti e le sculture di Marino Di Prospero, Marco Pellizzola, Giancarlo Sciannella, Silvano Servillo, Franco Troiani.

Innervate tutte, dalla linfa di un pizzico di levitante concettualità abbinata alla leggerezza formale di un prevalente materiale povero, che, come sarà annotato più avanti, è la costante poetica individuale e insieme collettiva riscontrata nell’intera rassegna.

Slides (Il Convento di S. Angelo d’Ocre)

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3. I rigeneratori semi dell’arte contemporanea sparsi a piene mani nei mini-giardini delle casette abitate da oltre 12 anni dagli sfollati di Fossa

Grazie all’attiva presenza del MuBAq nel Borgo di S. Lorenzo, la benefica pratica del “Seminiamo arte”, oltre ad essere stata pienamente condivisa dai fossolani, ha aguzzato lo sguardo dei numerosi fruitori qui convenuti nei giorni della intrigante esposizione. Il cortocircuito immaginifico innescato da e tra le opere – forti della loro non intercambiabile singolarità e le standardizzate, basiche architetture dei MAP– ha sollecitato più di una riflessione sul “reale” vissuto dell’ intera comunità. Sradicata brutalmente dal contesto urbano in cui era ben amalgamata dal punto di vista socio-culturale prima del sisma, con il conseguente contraccolpo di un vissuto civico all’insegna d’una impoverita quotidianità.

L’incipit dell’intera rassegna può ben essere individuato nella schematica installazione di Lea Contestabile allestita all’ingresso del Borgo, ove la scritta a caratteri cubitali SEMINIAMO ARTE posta accanto ad un arrugginito aratro d’epoca, si fa controcanto immaginifico della dantesca scena infernale incorniciabile con il mortifero avviso “Lasciate ogni speranza voi ch’entrate”.

La Speranza con la S maiuscola, assunta a paradigma d’una “ resistente sognatrice” da Ignazio Silone quale utopia “ch’è dura a morire”, sembra volare tra il giardino di una casetta e l’altra, per poi materializzarsi in quelle inusuali forme dentro e su cui ogni artista ha irrorato la linfa d’una pulsante creatività.

Il grafico della mappa del Borgo con l’indicazione del nome di ognuno degli oltre 20 artisti invitati in corrispondenza del MAP in cui hanno fatto interagire esteticamente le loro opere, evidenzia molto bene i percorsi praticabili per incontrare, con una sorta d’immanenza epifanica, quelle silenti, eppur loquaci  creature. Fatte nascere con materiale povero, spesso raccordato metaforicamente alle macerie (pietre, ferri arrugginiti, terrecotte screziate, sedie fantasmatiche…).

Nella ricognizione peripatetica tra un mini-giardino e l’altro, artisti e fruitori, dopo una telegrafica introduzione biografica di Lea Contestabile e critica di Antonio Gasbarrini, hanno proficuamente dialogato.

Ci limitiamo a segnalare, per ogni opera esposta, le autrici e gli autori, mentre la videoproiezione delle stesse consente di apprezzarne la loro qualità estetica: Walter Battiloro, Angiola Bonanni, Lorenzo Bruno, Caterina Ciuffetelli, Donatella Giagnacovo, Lea Contestabile, Emanuela Lena, Monica Longhi, Carola Masini, Sergio Nannicola, Felice Nittolo, Olga Raschiatore, Gisela Weimann, Delio Piccioni, Pietro Pisano, Massimo Piunti, Angelo Riocci, Virginia Ryan, Raul Rodriguez, Nicola Spezzano, Enzo Tinarelli, StefanoTrappolini, Patrizia Urbani.

Slides (Nel Borgo di San Lorenzo)

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4. La mostra di pittura “Pinocchio ha gli occhi verdi” di Graziano Guiso e la lettura dei testi riportati nel catalogo a fronte di ogni dipinto da parte delle bambine e dei bambini presenti

Un altro evento dedicato alle bambine ed ai bambini, oltre quello del laboratorio musivo dove sono state realizzate – come si è già scritto più sopra – le “Soglie dell’antinciampo creativo”, è stata la mostra itinerante (Collodi, Ravenna, L’Aquila, Carrara) di pittura “Pinocchio ha gli occhi verdi” di Graziano Guiso. Allestita all’interno del museo, ma presentata all’esterno anche in ragione di un più idoneo distanziamento sociale legato al Covid-19, ha registrato un toccante momento nel ricordare la figura e l’opera di uno degli artisti partecipanti alla rassegna: l’argentino, ma naturalizzato italiano, Raul Rodriguez. Scomparso mentre era ancora in corso la stessa, a causa di un banale incidente occorsogli nell’orto di casa a Lucoli, paese dell’entroterra aquilano, dove si era trasferito dal centro storico della città dopo il sisma del 2009 che aveva pressoché distrutta la sua abitazione.

Slides (Omaggio a Raul Rodriguz)

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Quasi a controbilanciare tale tragedia, la figura di Pinocchio “reinventata e modernizzata” nei dipinti di Guiso, ha fatto da trait d’union tra il mondo degli adulti e quello dei bambini qui presenti. Un originale quanto inedito Pinocchio effigiato dall’artista toscano con una inusitata tecnica del decollage, dipinto com’è – insieme agli altri protagonisti delle sue avvincenti avventure – con colori acrilici stesi su filtri di cellulosa preparati a gesso, tecnica che ne ha esaltato la resa non solo formale, ma anche linguistica e poetica.

Una sorta di gioiosa performance si è poi concretizzata con la lettura, da parte di alcuni dei bambini presenti, dei vari brani riportati in catalogo a fronte di ogni singola opera riprodotta, mentre l’estensore di questa nota critica rendeva visibili parole ed immagini, sfogliando e poi mostrando sincronicamente ed a braccia alzate, le due pagine di volta in volta interpretate.

Slides (Pinocchio ha gli occhi verdi)

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5. La proiezione del docufilm di Luigi Calvisi “FOSSA. Ritratto di un paese attraverso gli sguardi della sua gente”.

Qual è l’anima sociale di un intero paese, le origini dei cui abitanti possono farsi risalire alla notte dei tempi? A questa e ad altre mille domande di carattere socio-antropologico (per una longevissima comunità insediatasi a Fossa almeno dal IX secolo a.C. come ben testimoniano le circa 500 tombe rinvenute nell’area sepolcrale della necropoli venuta casualmente alla luce negli anni Novanta del secolo scorso durante alcuni lavori di scavo), ha esaurientemente risposto il docufilm dell’artista Luigi Calvisi proiettato al MuBAq a chiusura della partecipata quanto intrigante manifestazione di SEMINIAMO ARTE.

Frutto del montaggio di una serie di foto storiche reperite tra le famiglie, oltre a  qualche  sequenza tratta da video e coprenti temporalmente quasi un intero secolo, le eloquenti immagini imbevute di un lancinante pathos – documentanti anche le non indolori emigrazioni verificatesi nei primi del Novecento e negli anni Cinquanta, la ferocia della guerra, insieme alla normalità del quotidiano vissuto dei fossolani – ha avuto l’indubbio merito non solo di amalgamare le varie iniziative succedutesi, ma di restituire all’intera comunità l’orgoglio d’una inossidata appartenenza identitaria

scorrente tra i catartici piccoli rivoli d’inumiditi occhi.

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Links alle recensioni di Antonio Gasbarrini su varie mostre e rassegne tenute al MuBAQ pubblicate su vari numeri di ZRAlt!

https://zralt.angelus-novus.it/zralt-n7-inverno-2014/mubaq-un-museo-creativo-a-misura-dei-bambini/
https://zralt.angelus-novus.it/zralt-n-25-estate-2019/il-giardino-della-memoria-langolo-delle-piccole-stelle/
https://zralt.angelus-novus.it/zralt-n-17-estate-2017/la-musica-delle-piante/
DUE LETTERE BINARIE A JORDANUS BRUNUS NOLANUS (SCRITTE IN OCCASIONE DELLA PERFORMANCE “POLICENTRICA” DELL’ARTISTA SERGIO NANNICOLA) – ZRAlt! (angelus-novus.it)
CECI N’EST PAS UN LIVRE – ZRAlt! (angelus-novus.it)